Genova. Dopo quarant’anni di ricorsi, conteziosi, intoppi e bocciature potrebbe essere arrivata la volta buona per realizzare il collegamento stradale diretto tra Apparizione e corso Europa che sgraverebbe via Tanini e Borgoratti dagli ingorghi di traffico. Il nuovo progetto preliminare, redatto dallo studio Canepa per conto della direzione Strade del Comune di Genova, è stato appena inserito nella procedura di assoggettabilità alla Via regionale. Oltre 7 milioni di euro il costo stimato per mettere in sicurezza la valletta del rio Penego e costruire un viadotto sopraelevato che risalirà il versante e si ricongiungerà al tratto pubblico di via Shelley che “nasce” dalla curva finale di via Monaco Simone.
“Abbiamo finanziato il progetto preliminare per 200mila euro – commenta l’assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi -. Ora dobbiamo trovare il finanziamento per realizzare l’opera. Lo troveremo. Ma intanto avere sbloccato la questione sul piano burocratico è una cosa enorme”
Una strada che collega Apparizione e corso Europa in realtà esiste già ed è proprio via Shelley. Ma il consorzio privato che riunisce i proprietari degli immobili nella parte bassa si è sempre opposto al suo utilizzo. Una battaglia che va avanti fin dal 1984, quando i residenti riuscirono a bloccare il piano di lottizzazione del Comune per la costruzione di 7 palazzi nella valletta del rio Penego.
Da allora l’amministrazione civica ha provato più volte a “riappropriarsi” della via, continuando a sbattere contro le sentenze del Tar e spendendo nel frattempo 3 miliardi di vecchie lire nel 1999 per i primi 150 metri di strada da Apparizione, rimasti sbarrati dalle transenne. I successivi piani regolatori hanno quindi immaginato una nuova viabilità parallela a via Shelley a salire da corso Europa, ma sono intervenuti altri due ostacoli, entrambi nel 2011: l’esplosione della tombinatura del corso d’acqua, che ha messo in luce tutte le criticità idrogeologiche della zona, e le dimissioni retroattive del commissario ad acta nel 2011 che hanno bloccato i lavori sul nascere.
Qualche mese fa la svolta: il Comune ha preso in consegna il tratto di strada realizzato dal consorzio Rio Penego I e sono sparite le transenne. E quindi, poco tempo dopo, ecco spuntare il progetto aggiornato: la nuova viabilità, pensata per non interferire in alcun modo coi privati, andrà realizzata tra i due “monconi” di via Shelley, quello che scende da Apparizione e quello che si dirama tra i due benzinai Q8 ed Esso in corso Europa (che dovranno cedere una parte del loro spazio per agevolare l’immissione).
In pratica si tratterà di un viadotto sopraelevato largo 9,20 metri che correrà parallelo alla strada esistente con piloni ovoidali a distanza di 14 metri l’uno dall’altro e garantirà un accesso carrabile anche alle case di via Frangioni. Nel tratto basso, per adeguare la larghezza della carreggiata e aggiungere un marciapiede bisognerà demolire una parte del corpo basso del civico 18. La parte privata di via Shelley potrà essere chiusa con sbarre mobili a discrezione dei residenti. Ancora incerti i tempi di realizzazione, considerando che si tratta di un documento preliminare e non definitivo.
Una volta completata la nuova strada, da Apparizione sarà possibile scendere direttamente in corso Europa senza attraversare Borgoratti (e viceversa), percorso contemplato anche per i mezzi pubblici visto che il progetto prevede due fermate lungo il nuovo tratto. Certo l’impatto sulla valletta non sarà indifferente, ma in questo modo non sarà necessario aggiungere nuove coperture sul rio Penego, che potrà scorrere il più possibile a cielo aperto. La relazione descrittiva evidenzia poi la “necessità di rispetto del vincolo paesaggistico ambientale” contenendo “al minimo volumi di sbancamento” e senza stravolgere l’aspetto d’insieme. D’altra parte l’apertura del collegamento atteso da decenni renderà finalmente edificabili i lotti acquistati negli anni Ottanta dalle cooperative e rimasti “congelati” a causa della battaglia legale avviata da chi aveva già costruito.
Il progetto prevede inoltre la canalizzazione del rio Penego e la dismissione della tombinatura esistente (da riempire totalmente con materiale inerte) che presenta numerose criticità: briglie erose dall’acqua, lesioni strutturali, allacci abusivi di acque reflue bianche e nere, sezioni troppo piccole per consentire il deflusso. Il canale verrà realizzato in cemento armato e si raccorderà al tratto terminale che si immette direttamente nel torrente Sturla. Interventi che nel complesso dovrebbero scongiurare il rischio di nuove esondazioni.