Genova. “Un’intera vallata che oggi non ha un liceo e che potrebbe ospitarne uno tecnologico come primo passo di una rinascita di questo territorio”. Questa la proposta emersa questo pomeriggio durante la presentazione pubblica, tenutasi nella sala del Teatro Govi a Bolzaneto, dei primi risultati del progetto “Mille ponti per i ragazzi della Val Polcevera” ideato da Alpim, Associazione Ligure per i Minori, insieme a Fondazione Ansaldo e l’Università degli Studi di Genova, per provare a costruire una nuova rete di possibilità per i ragazzi di questa parte della città. E non solo.
Collegato da Roma anche il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi, che ha portato i suoi saluti per un progetto che ha definito come fondamentale: “La metafora del ponte è una metafora preziosa – ha sottolineato – perché il ponte attraversa, unisce, ha qualcosa sotto e qualcuno sopra. Costruire il futuro dei ragazzi vuol dire dargli la possibilità di costruirsi ognuno il suo ponte”.
Durante i lavori del convegno sono stati illustrati i risultati della prima fase di questo progetto, che ha visto la realizzazione di una indagine tra gli studenti della vallata sul loro rapporto con la formazione, la tecnologia, le aspettative per il proprio futuro, sia in termini lavorativi sia in termini di scelte di vita. La restituzione di questa indagine è un quadro molto articolato: sono per la maggior parte nati in Italia, per oltre il 30% da famiglie di origine straniera, le studentesse e gli studenti della Val Polcevera; possiedono quasi tutti smartphone e pc, ma mancano di competenze per poterli usare come strumenti di crescita e lavoro; vivono la scuola per lo più nel presente e fanno fatica a immaginare il loro futuro, slegato dall’impegno di oggi e sicuramente lontano da dove sono cresciuti.
“Una prima esplorazione dei dati – commenta Andrea Pirni, professore di Sociologia politica all’Università di Genova – suggerisce tre punti da approfondire, riferiti ad altrettanti “ambienti”. La Rete: il campione presenta due possibili sottogruppi, quasi della stessa estensione percentuale ma nettamente distinti; vi è chi legge in continuità la relazionalità virtuale e quella in presenza e chi le mantiene nettamente separate. Il lavoro e lo studio: si coglie una certa decisionalità – da interpretare con cautela – riguardo al lavoro ma rimane rilevante il timore di non riuscire a completare gli studi necessari per ottenerlo. La Val Polcevera: ‘si sta bene’ ed ‘è un posto per viverci’ ma non è altrettanto percepita la possibilità di avere qui un futuro, soprattutto lavorativo”.
La ricerca si inserisce nel progetto Mille Ponti per le ragazze e i ragazzi della Val Polcevera, ideato da Alpim per contribuire a costruire un futuro di crescita e lavoro per i giovani che vivono sotto il nuovo ponte San Giorgio e questa indagine – per il numero di ragazze e ragazzi intervistati e per i risultati raccolti -rappresenta un punto di riferimento nuovo e importante per conoscere e rispondere alle esigenze di formazione dei più giovani. La rilevazione è stata coordinata sul campo da Chiara Ventullo, educatrice Alpim.
“Questa prima rilevazione che parte dal pensiero delle ragazze e dei ragazzi è la prima forma di riconoscimento, di attenzione – ha dichiarato Elena Tramelli dirigente Istituto Comprensivo Teglia –. Ma mettersi in ascolto non basta: i ragazzi hanno la necessità di trovare spazi di socialità, luoghi in cui poter realizzare esperienze significative, che consentano loro di conoscersi e comprendere i loro desideri, il loro saper fare e voler essere e soprattutto possibilità di costruire percorsi. I ponti sono percorsi e mi preme evidenziare due aspetti che mi fanno impegnare in questo progetto: il senso della costruzione di una rete di connessioni solide tra scuola, terzo settore, università, azienda territorio che sappiano guardare la Valpolcevera ma insieme la città e la dimensione globale in cui oggi è necessario rapportarsi”.
Un quadro da cui emergere con forza la mancanza di una prospettiva che possa ‘tenere’ i ragazzi sul territorio sia dal punto di vista della formazione sia in termini strettamente lavorativi e di costruzione del proprio futuro. Da qui l’idea di sfruttare la sperimentazione del progetto Ted lanciato dal ministero con 28 nuove scuole italiane fortemente incentrate sulla conoscenza tecnologica e digitale, di cui solo una in Liguria, per lanciare l’idea di un liceo tecnologico in Val Polcevera. “Un liceo che non dia solo una conoscenza approfondita sulle tecnologie, ma che fornisca anche una formazione umana e sociale ai ragazzi – ha rilanciato Carlo Castellano, presidente di Alpim e fondatore di Esaote – Questa è la nostra proposta. Sono tante le aziende che hanno partecipato alla costruzione del ponte, perché non possono partecipare anche alla costruzione di una nuova scuola? Dobbiamo fare un salto di qualità, dobbiamo colmare questo vuoto”.