Confermata

Riappare la pista ciclabile in viale Brigate Partigiane, Campora: “Diverse ipotesi per il futuro”

Resta vietato il transito ad auto e moto che avranno ancora due corsie per senso di marcia. In futuro potrebbe spostarsi a centro strada

pista ciclabile viale brigate partigiane
Foto Giacomo Puppo

Genova. È stata ridipinta in questi giorni la pista ciclabile in sede riservata tracciata nel 2020 in viale Brigate Partigiane per congiungere l’itinerario di corso Italia al centro città, scelta che aveva costretto a sacrificare una corsia in entrambe le direzioni. Negli ultimi mesi la vernice gialla si era sbiadita al punto che la corsia gialla – da codice della strada adibita esclusivamente a bici, velocipedi e monopattini elettrici – era diventata invisibile, facendo pensare a molti che fosse di nuovo percorribile da auto e moto.

Ma i piani del Comune non erano diversi? In effetti un anno fa l’assessore Matteo Campora avanzava l’ipotesi di sostituire la corsia gialla riservata alle bici con una bike lane su fondo rosso, come quelle realizzate in molte altre zone della città, più stretta e soprattutto percorribile all’occorrenza dai veicoli a motore. Quello eseguito da Aster è solo “un ripristino ordinario – spiega oggi l’assessore – mentre su viale Brigate Partigiane restano aperte diverse ipotesi. Ora però sono tutti concentrati su corso Italia, ne discuteremo dopo giugno”.

L’idea principale, esposta sempre un anno fa dall’assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi, era quella di spostare la pista ciclabile al centro della strada, lungo le aiuole spartitraffico, recuperando i parcheggi a margine delle due carreggiate con disposizione a lisca di pesce “rovesciata”, cioè col muso verso l’esterno per ridurre il rischio di incidenti in fase di manovra. In questo modo le corsie veicolari tornerebbero tre per senso di marcia.

Ecco le nuove aiuole di viale Brigate Partigiane

Tuttavia se ne riparlerà solo quando sarà stato completato l’ultimo lotto delle aiuole su viale Brigata Bisagno e viale Duca d’Aosta, cioè dopo l’estate. Nel frattempo resta la riduzione del traffico su due corsie per offrire continuità a quella che entro luglio dovrebbe essere a tutti gli effetti la nuova ciclabile strutturata di corso Italia.

“Sono esterrefatto, deluso ed amareggiato – commenta Giacomo Puppo, fondatore ed ideatore del gruppo Facebook No alle piste ciclabili d’intralcio alla viabilità ordinaria poi diventato Automobilisti e motociclisti genovesi –. Non solo nell’incontro avuto col sindaco Bucci e l’assessore Campora si era prospettato che in viale Brigate le corsie, ormai sbiadite e cancellate dalla loro stessa inutilità, sarebbero diventate bike lane, ma riproporle alla viabilità, dopo gli ingorghi patiti nei mesi di sperimentazione in una zona trafficatissima, le criticità che nella realtà hanno creato (pericolosissime soprattutto per chi deve percorrerle), e senza aver ancora la minima idea di come realizzarle in via definitiva, lo trovo allucinante e al di fuori del buon senso. Come utenti della strada siamo arci-stufi di questo modo di operare e di questi esperimenti fatti sulla nostra pelle”.
Il gruppo chiede alla giunta comunale “l’immediato mantenimento di quanto promesso nell’incontro dell’aprile del 2021: la trasformazione delle ciclabili provvisorie di Viale Birgate partigiane in bike lane. Nel lontano 2020 avevamo suggerito di realizzare le stesse piste ciclabili al centro della carreggiata sacrificando poche decine di centimetri ai marciapiedi ed alle enormi aiuole (immagine allegata), in aggiunta alla viabilità, e non sacrificando la stessa”.

Allo stesso modo è rinviata a data da destinarsi la questione del prolungamento verso Levante. Il nuovo itinerario di corso Italia, per la cui risistemazione vengono spesi 3 milioni di euro di fondi ministeriali, sbucherà nel nulla in via Cavallotti, dove le bici non potranno fare altro che mischiarsi al traffico veicolare. Un’ipotesi è quella di sfruttare i percorsi interni con istituzione di “zone 30”, più che la tracciatura di nuove piste sulla strada litoranea, ma al momento non c’è nulla di deciso.

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