Genova. È stata ridipinta in questi giorni la pista ciclabile in sede riservata tracciata nel 2020 in viale Brigate Partigiane per congiungere l’itinerario di corso Italia al centro città, scelta che aveva costretto a sacrificare una corsia in entrambe le direzioni. Negli ultimi mesi la vernice gialla si era sbiadita al punto che la corsia gialla – da codice della strada adibita esclusivamente a bici, velocipedi e monopattini elettrici – era diventata invisibile, facendo pensare a molti che fosse di nuovo percorribile da auto e moto.
Ma i piani del Comune non erano diversi? In effetti un anno fa l’assessore Matteo Campora avanzava l’ipotesi di sostituire la corsia gialla riservata alle bici con una bike lane su fondo rosso, come quelle realizzate in molte altre zone della città, più stretta e soprattutto percorribile all’occorrenza dai veicoli a motore. Quello eseguito da Aster è solo “un ripristino ordinario – spiega oggi l’assessore – mentre su viale Brigate Partigiane restano aperte diverse ipotesi. Ora però sono tutti concentrati su corso Italia, ne discuteremo dopo giugno”.
L’idea principale, esposta sempre un anno fa dall’assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi, era quella di spostare la pista ciclabile al centro della strada, lungo le aiuole spartitraffico, recuperando i parcheggi a margine delle due carreggiate con disposizione a lisca di pesce “rovesciata”, cioè col muso verso l’esterno per ridurre il rischio di incidenti in fase di manovra. In questo modo le corsie veicolari tornerebbero tre per senso di marcia.

Tuttavia se ne riparlerà solo quando sarà stato completato l’ultimo lotto delle aiuole su viale Brigata Bisagno e viale Duca d’Aosta, cioè dopo l’estate. Nel frattempo resta la riduzione del traffico su due corsie per offrire continuità a quella che entro luglio dovrebbe essere a tutti gli effetti la nuova ciclabile strutturata di corso Italia.
Allo stesso modo è rinviata a data da destinarsi la questione del prolungamento verso Levante. Il nuovo itinerario di corso Italia, per la cui risistemazione vengono spesi 3 milioni di euro di fondi ministeriali, sbucherà nel nulla in via Cavallotti, dove le bici non potranno fare altro che mischiarsi al traffico veicolare. Un’ipotesi è quella di sfruttare i percorsi interni con istituzione di “zone 30”, più che la tracciatura di nuove piste sulla strada litoranea, ma al momento non c’è nulla di deciso.