Genova. Resta al momento il mistero su cosa è accaduto sulla pista dell’aeroporto Colombo la notte tra venerdì e sabato quando Sergej Robbiano, dipendente dello scalo, è precipitato in mare con l’auto mentre eseguiva un normale controllo ispettivo notturno. Un malore, un colpo di sonno, un gesto volontario? L’ultima ipotesi, che pur al momento non viene del tutto esclusa, sembrerebbe la meno probabile, sia per l’assenza di un biglietto d’addio sia in base ai primi rilievi della polizia scientifica.
Domani intanto il medico legale Sara Lo Pinto effettuerà l’autopsia sul corpo di Robbiano. La sua auto è stata recuperata questa mattina. Secondo quanto appreso non esisterebbe nessun filmato che possa aiutare a far chiarezza su quanto accaduto: le telecamere sulla pista non arriverebbero infatti a riprendere con chiarezza il luogo dove è avvenuta la tragedia.
L’auto di Robbiano ha sfondato i jersey certo, ma si trattava di protezioni di plastica che non avevano la funzione di protezione ma solo di delimitare un perimetro spiegano dalla Procura che ci tiene a sottolineare un altro aspetto: la morte di Robbiano e la mancanza o insufficienza di sommozzatori nella sede genovese dei vigili del fuoco “non sono fenomeno collegati da un nesso causale”. Anche se i sommozzatori fossero arrivati da Genova e non da Torino come è avvenuto sabato notte, spiegano gli inquirenti, in quelle condizioni il 51enne sarebbe comunque deceduto prima di poter essere soccorso.
Giovedì 26 maggio intanto, a partire dalle 9 presidio del sindacato Usb nell’area partenze dell’aeroporto di Genova. “Per Usb tutta sarà però anche un occasione per ribadire l’impegno nel pretendere, con rigore e serietà, chiarezza su quanto accaduto e verificare eventuali carenze o mancanze nell’applicazione delle misure di sicurezza da parte di tutti gli enti coinvolti” dice il sindacato in una nota che ribadisce “l’incredibile carenza organizzativa con soccorsi giunti addirittura da Torino in automobile, la mancanza di protezioni adeguate ad evitare la caduta in mare , la pericolosità in determinate operazioni di essere soli”.
“In attesa degli accertamenti delle autorità competenti, ci attiveremo immediatamente per ottenere interventi che affrontino e risolvano queste criticità” conclude il sindacato.