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Nuovo crematorio a Staglieno, il Comune pubblica il bando: 6,5 milioni per 23 anni di concessione

La gara parte dalla base fornita dalla cordata lombarda che aveva proposta a Tursi la costruzione del nuovo impianto

Genova. Un investimento di circa 6,5 milioni di euro per una concessione di utilizzo di 23 anni che potrebbe fruttare circa 52 milioni di ricavi. Questo il nucleo della bando di gara pubblicato in queste ore dal Comune di Genova per la realizzazione del nuovo tempio crematorio a Staglieno.

Un’opera su cui si discute da oltre un anno e che sta creando diversi malumori tra i residenti del quartiere, che vedrebbero sorgere a pochi metri dalle case un impianto ‘industriale’, capace di cremare 4500 salme all’anno, secondo le prime stime presentate nei mesi scorsi quando alla porta di Tursi bussò un’associazione temporanea di imprese con la proposta in mano.

Il primo progetto era stato presentato nel 2021, da l’Ati con capofila la Crezza srl di Sondrio, che aveva sottoposto all’amministrazione civica l’idea di realizzare con le modalità del project financing un nuovo impianto costituito da 4 forni. Approvata l’idea, gli uffici del comune hanno quindi messo a punto il bando, che come base ha proprio le valutazioni fatte dalla cordata lombarda. Il termine fissato per presentare le proposte è il 5 luglio.

Rabbia da parte dei comitati che in questi mesi si sono attivati per contrastare questa iniziativa, tra cui una raccolta firme che in pochi giorni aveva raggiunto un migliaio di sottoscrizioni: “Ancora una volta il comune va dritto sulla sua strada evitando un confronto con i cittadini – hanno detto questa mattina alcuni rappresentanti dei comitati durante la prima assemblea di rete cittadina – ma siamo pronti ad attivarci in tutti i modi”.

“Polemiche strumentali” era stata la definizione del vice sindaco Nicolò rispetto alle critiche ricevute, arrivate diverse volte anche in Consiglio comunale, con accesi scontri dialettici con i consiglieri del M5s, che in aula avevano prodotto documentazione sul dissesto della collina che sovrasta la parte del cimitero dove dovrebbe sorgere il nuovo impianto. “Le cremazioni sono in continuo aumento, e rappresentato oramai il 70% delle tumulazioni. Dobbiamo fare qualcosa”.

“La mancanza di dibattito con il territorio è una costante di questa giunta – osserva il presidente del Municipio Roberto D’Avolio – all’amministrazione abbiamo chiesto di migliorare l’efficienza dell’impianto già in uso per poter destinare le risorse derivate dalle cremazioni per la manutenzione del Cimitero monumentale“.

“Non si fermano nemmeno di fronte alle sentenze – osservano Lara Delpino e Federico Giacobbe, consiglieri in quota M5s – non più tardi dei primi dell’anno, si ero espresso persino il Consiglio di Stato: con la sentenza n. 14 del 3 gennaio 2022, infatti, aveva chiaramente stabilito che i forni crematori sono industrie insalubri di prima classe. E vanno avanti nonostante la totale assenza di un Piano di coordinamento Regionale, previsto peraltro dalla legge 130 del 30 marzo 2001. Quali altre riflessioni servono per rimarcare la totale inadeguatezza di questo infelice progetto per il territorio, per di più già oggetto di diverse servitù?”.

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