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Medio Levante, sfida al femminile nel Municipio più piccolo e più anziano di Genova

Il centrodestra punta alla riconferma con Anna Palmieri, a sfidarla ci sono Camilla Ponzano, Daniele Cinti ed Emanuele Russo: ecco chi sono e cosa propongono

Generico maggio 2022

Genova. È l’unico municipio in cui le principali coalizioni, centrodestra e centrosinistra, candidano una donna alla presidenza, eccezione significativa in un panorama a netta prevalenza maschile. Ma il Medio Levante genovese è un territorio peculiare per molte altre ragioni: zona residenziale per antonomasia, ospita diverse sedi universitarie e soprattutto il più grande ospedale della Liguria, il San Martino. Tecnicamente include tutta la zona del Waterfront, in questo momento la principale area di trasformazione della città. Allo stesso tempo, però, si tratta del municipio più anziano della città, caratteristica che si scontra con una carenza di servizi e punti di aggregazione riconosciuta da tutte le parti in gioco.

I candidati

anna palmieri

Il centrodestra non ha riconfermato il presidente uscente Francesco Vesco e ha deciso di puntare su una veterana del Municipio: è Anna Palmieri, 56 anni, mamma di una figlia ventenne, titolare di una ditta di amministrazione immobiliare in via Casaregis alla Foce ma da sempre residente in Albaro, dal 1997 al 2017 consigliera municipale e negli ultimi cinque anni assessora esterna in quota Fratelli d’Italia. “Mi avevano proposto anche la candidatura in Comune ma alla fine ho accettato la sfida in Municipio – racconta – perché qui si conta meno ma alla fine si vede il risultato degli sforzi”. Piccola curiosità a proposito di elezioni: “Ariel Dello Strologo (il candidato sindaco del centrosinistra, ndr) lo conosco benissimo fin da quando eravamo ragazzi, abbiamo frequentato insieme il liceo classico e gli stessi amici. Tra noi c’è grande stima”.

camilla ponzano

La coalizione progressista schiera Camilla Ponzano, architetta urbanista 43enne, attivista, co-fondatrice del movimento Riprendiamoci Genova: “Ho una partita Iva e due figli, comprendo l’instabilità del lavoro e le nuove povertà, ho vissuto anch’io alti e bassi”, confessa. Perché candidarsi? “È una cosa bella ed emozionante. Occuparsi della dimensione del quartiere permette di incidere sulla vita delle persone: significa non solo occuparsi di tappare la buca ma essere una cassa di risonanza del cittadino con orizzonti che traguardano progetti di trasformazione su larga scala. La rigenerazione urbana è ciò di cui mi occupo ed è il settore in cui mi sento più utile”.

Generico maggio 2022

Ancora più lontano dal centrodestra che oggi governa città e municipio è Daniele Cinti, il candidato de La Sinistra Insieme: 45 anni, una bimba nata e un’altra in arrivo, ragioniere attivo nel mondo del commercio dopo una lunga esperienza nel terzo settore: “Mi sono iscritto a Rifondazione Comunista di recente, ma mi sono avvicinato alla politica ai tempi del G8. Sono sempre stato comunista e tutt’ora molto fieramente lo sono. Mi hanno chiesto se ma la sentivo di candidarmi in Municipio e ho deciso di accettare, è un grandissimo attestato di stima”.

Generico maggio 2022

La formazione Uniti per la Costituzione che sostiene la candidatura a sindaco di Mattia Crucioli manda in campo Emanuele Russo, 50enne che porta avanti una storica attività di calzolaio in piazza Palermo e coordinatore del circolo Italexit del Medio Levante: “Sono nato e cresciuto qui, penso che la cosa più importante sia che le persone ritrovino l’orgoglio di vivere nel proprio quartiere. Mi sono candidato in Municipio perché ho optato per un profilo più in linea con le mie competenze”.

L’identità del Medio Levante

Con una superficie di 602,51 ettari è il municipio più piccolo di Genova e anche il meno popoloso con 59.254 abitanti. Ma soprattutto è il territorio con la maggiore percentuale di over 65 (il 30,4%) e con l’età media più elevata (49,6 anni).

Non è vero che questo è il municipio dei ricchi, ci sono povertà pazzesche e con un Municipio debole non riescono a emergere”, osserva Ponzano. L’urbanista vede diverse potenzialità: “Questo è un luogo di ricerca (pensiamo al San Martino, all’Università, al conservatorio), con una grande vitalità culturale, una forte identità sportiva e un’identità commerciale soprattutto alla Foce”.

“È un municipio formato da tre quartieri completamente diversi – riflette Palmieri -. Alla Foce ci sono molte persone anziane, Albaro è una zona residenziale e sicuramente un polmone verde, San Martino è un quartiere dormitorio che ha il grosso problema dei parcheggi: anche se con la chiusura del buco davanti all’ospedale alcuni problemi verranno risolti, bisognerebbe incentivare le Blu Area”.

“È un municipio con criticità molto diverse rispetto a tante altre zone di Genova – prosegue Cinti -. Mancano centri aggregazione, negozi di quartiere che aiutino l’anziano ad avere un presidio sul territorio. Ci sono barriere architettoniche e diversi problemi per gli anziani, penso anche alla raccolta dei rifiuti. Non servono grandi opere, ma tante piccole opere”.

Russo riconosce che “forse è tra i municipi che ha meno problemi gravi, sono zone perlopiù residenziali e commerciali, non così battute dalla criminalità, con problemi di vita di tutti i giorni che vanno affrontati nel miglior modo possibile. Forse è un territorio che fa gola a persone che lo vogliono gestire a modo loro”

Tre proposte per il futuro

Quelle di Anna Palmieri sono piuttosto pratiche: “Attraversamenti pedonali più segnalati e illuminati, soprattutto in corrispondenza delle scuole, per tutti e tre i quartieri. Più cura del verde, anche se gran parte del degrado è dovuto a noi genovesi che siamo sporchi. E poi maggiori controlli di sicurezza per la movida estiva in corso Italia. Ogni anno si verificano risse, spaccio di droga, tentate violenze: deve intervenire la polizia”.

Camilla Ponzano guarda ad altri aspetti: “Vorremmo anzitutto rigenerare le piazze davanti alle scuole, come piazza Remondini che non è ancora completamente pedonale, e trasformare le scuole in hub di quartiere, valorizzandone anche i cortili. Serve una casa di quartiere con un presidio culturale e servizi di prossimità: il tessuto di associazioni è andato a sfilacciarsi nel tempo e bisogna dare occasioni per ricompattarlo. E poi vorrei una biblioteca per ogni quartiere: Albaro ha un grande potenziale universitario ma non ne offre. Servono spazi dedicati allo studio che siano luoghi intergenerazionali”.

Per Emanuele Russo “è molto importante che i semafori t-red abbiano il display del conto alla rovescia visibile dal lato dell’autista: non volerlo fare significa voler mantenere quell’ansia continua per poter fare cassa con le multe. Bisogna educare la popolazione fin dalle scuole per insegnare come si buttano rifiuti, non servono i cassonetti elettronici con codici a barre e QR. E poi abbiamo sotto i piedi un patrimonio storico eccezionale: in galleria Mameli c’è un tunnel antiaereo della seconda guerra mondiale che sbucava in via Nizza, sarebbe bello rendere agibili queste strutture e farci andare scolaresche e turisti”.

“In questa zona il rapporto con alcuni animali è problematico: gabbiani, pappagalli e cinghiali creano difficoltà – prosegue Daniele Cinti -. Noi non siamo per l’abbattimento ma per una campagna di sterilizzazione che potrebbe dare una mano e accontentare tutto”. Altra proposta: “Abbiamo un teatro, l‘Instabile, che potrebbe diventare un grande polo di libera espressione: bisogna mappare i luoghi in cui si possono aprire centri culturali, concedendoli gratis o con forti agevolazioni alle associazioni”. Non solo anziani, ma anche bambini: “A San Martino servono più aree giochi, è un aspetto molto importante”.

La rimessa bus al posto del Carlini

Scartata l’ipotesi di acquisizione da parte di Leroy Merlin, lo storico stadio Carlini, inaugurato nel 1927, sarà sostanzialmente demolito e sostituito da un edificio a tre piani dove troveranno riparo i bus elettrici di Amt. Il nuovo campo sportivo sorgerà sulla copertura, ma si perderanno sia la pista d’atletica sia il velodromo. “È un buon progetto – commenta Palmieri, allineata alle decisioni della giunta di centrodestra -. L’unica paura è per il traffico in corso Europa, ma visto che l’entrata e l’uscita dei mezzi avverrebbero al mattino presto e in tarda serata non dovrebbe incidere”.

nuovo stadio carlini
Lo studio per il nuovo Carlini

Perplessità invece da parte di Ponzano: “Un deposito Amt in prossimità del più grande ospedale della Liguria, in un tratto di strada così pericoloso, è proprio necessario? Lo stadio Carlini si trova al centro di un sistema di satelliti sportivi con un grande potenziale, ha indubbiamente una vocazione sportiva con un potenziale economico”.

Ancora diversa la ricetta di Cinti: “Manca un grande parcheggio di interscambio per chi deve andare all’ospedale San Martino: sarebbe importante che una location del genere fosse destinata a quella funzione, istituendo una serie di navette Amt per collegarlo al policlinico”.

“Considerando il primo progetto è grasso che cola. Che ci sia una rimessa bus potrebbe non essere un problema se riuscissero a mantenere tutte le attività in atto all’interno dello stadio. Non so quanti altri velodromi ci siano a Genova. Mettiamo quello che vogliamo ma non peggioriamo la qualità vita della gente”, conclude Russo.

Il rapporto col Waterfront di Levante

“Per ora non cuce due parti della città, ma è una zona limite, come quando c’erano le cancellate al Porto Antico”, critica l’urbanista Ponzano, che rilancia piuttosto per la creazione di “una grande spiaggia pubblica fino a punta Vagno, attrezzata con servizi fruibili tutto l’anno, reti da beach volley, passeggiate, spazi per bambini e per organizzare feste”.

Scettico anche il comunista Cinti: “Se andiamo a vendere le case ai ricchi con lo yacht davanti dubito che vorranno tanta gente sotto casa e  dubito che sarà un valore aggiunto per quartiere. La preoccupazione è che diventi una zona che va in mano a poche persone che arrivano da fuori, senza nulla in cambio per i residenti”.

Lavori waterfront canale

Pure Russo, il candidato di Crucioli, non ha dubbi: “Quello è un territorio dei genovesi e lo stanno modificando a uso e consumo di pochi. Un privato, quando investe soldi, lo fa per avere tornaconti: in questo caso saranno abitazioni di lusso per élite, strutture per determinate categorie, tutto bello da vedere ma a noi resterà solo da guardare. Sarà soggetto a una speculazione non indifferente”.

“Sì alla spiaggia in piazzale Kennedy – interviene l’assessora Palmieri – ma bisognerà capire se i parcheggi saranno adibiti solo ai residenti o se potranno essere usati ad esempio in combinazione con una navetta che porta ai bagni di corso Italia. Sicuramente il Waterfront porterà più barche, turisti e una rivalorizzazione della parte a mare, ma bisognerà studiarlo attentamente”.

Parcheggi o dehors?

È uno dei temi più caldi nella zona della Foce:dehors dei locali, moltiplicati grazie alle iniziative del Comune per aiutare i ristoratori colpiti dalla pandemia, hanno cancellato decine di posti auto reclamati dai residenti. “Siamo d’accordissimo coi dehors, creano un clima meraviglioso e prevengono la delinquenza nelle strade – commenta Palmieri – ma ora ci sono diversi locali chiusi con strutture esterne abbandonate. Se un’attività chiude il dehors va tolto subito altrimenti deve scattare una multa. Togliere Isole Azzurre per trasformarle in Blu Area? Non è giusto, ci sono persone che lavorano in zona e fanno abbonamenti”.

Fa eco Russo: “Non me la sento di andare contro i ristoratori che hanno sofferto molto durante la pandemia, d’altra parte il discorso andrebbe affrontato in maniera più tecnica, trovando aree per liberarci dall’ansia del parcheggio. E comunque bisogna regolamentare i dehors: alcuni sono inutilizzati e occupano tre posti auto, non va bene”.

“Cercherò di farmi ponte del dialogo, penso ci sia la possibilità di mettersi a tavolino per trovare insieme una soluzione che permetta la convivenza – propone Ponzano -. Bisogna regolamentare i dehors, ma si può pensare anche a nuovi parcheggi interrati per liberare le strade, visto che la transizione ecologica non è ancora avvenuta”.

Anche per Cinti “le cose si possono conciliare. Bisogna trovare spazi per i dehors limitati, specialmente via Cecchi, che magari non occupino i parcheggi. Poi, se si dà un danno a una parte di popolazione per agevolarne un’altra, il punto è trovare una compensazione, ad esempio non far pagare le Blu Area“.

L’affaire corso Italia

“Con Bucci abbiamo avuto una grossa lite su questo punto”, rivela Anna Palmieri riferendosi alla ciclabile d’emergenza in corso Italia che ha attirato feroci critiche anche dalla maggioranza. “Io ho sempre detto che bloccare una strada così per dieci ciclisti alla settimana non va bene”. E il nuovo progetto in fase di realizzazione? “Sicuramente corso Italia aveva bisogno di un restyling per svecchiarlo un po’. Come Fratelli d’Italia abbiamo fatto un documento, recepito dall’assessore Campora, per ottenere la doppia corsia fino a via Piave. È vero che vengono rimpicciolite le aiuole, ma la nostra città non ha spazi enormi: il verde si mette per abbellire, ma poi serve praticità”.

Corso Italia, lavori in ritardo per la nuova pista ciclabile

“Io sono per la mobilità dolce come trampolino verso un mondo migliore – premette Camilla Ponzano – però lì è stato sbagliato il ragionamento, non è stato fatto un piano della mobilità completo e non è stato valutato che le ciclabili non sono luoghi ricreativi per chi va in bici nel weekend, ma anzitutto infrastrutture. Chi va in bici al lavoro non usa mai corso Italia perché non è il percorso più breve. La trasparenza è stata latitante e questa amministrazione ha coinvolto poco i cittadini e i Municipi”.

“Ridurre a una corsia non è stata una buona mossa, ben vengano le biciclette ma si poteva fare in un altro modo”, puntualizza Daniele Cinti. Ad esempio “realizzare una pista ciclabile su un lato del marciapiede senza tagliare una corsia. Ora vedremo come andranno a finire i lavori, visto che sono in ritardo”.

Critico anche Emanuele Russo: “Mi sembra si stia usando una mazzetta da 5 chili per schiacciare una zanzara, e lo dico da mountain-biker. Chi fa ciclismo da strada non fa corso Italia avanti e indietro, quello va benissimo per la famigliola in bicicletta ed è per loro che andiamo a togliere parcheggi. Dobbiamo considerare il contesto in cui siamo, una città anziana. Prima la gente arrivava con la sua macchina, posteggiava e si faceva due passi. Ora ci saranno solo colonnine per auto elettriche e griglie per parcheggiare le biciclette”.

Critiche e autocritiche

Anna Palmieri, da rappresentante dell’amministrazione uscente, trova due punti non soddisfacenti: “Villa Gambaro l’abbiamo lasciata un po’ abbandonata: dopo averla data in gestione a una società per la manutenzione del verde non abbiamo abbastanza sorvegliato. E poi l’ex palazzina Q8, dovevamo puntare a farla diventare una sede della polizia locale o della protezione civile in una posizione così strategica”.

Secondo Ponzano, la giunta Vesco “non ha fatto proprio niente, né male né bene. Il Municipio si è percepito pochissimo e invece si potrebbe fare molto di più”. Nel Medio Levante “è stato aumentato il budget ma non ho visto il territorio rifiorire per i suoi abitanti”, sostiene Russo. Negativo anche il giudizio di Cinti che contesta in particolare la mancata opposizione al nuovo regolamento comunale che limita l’autonomia finanziaria dei Municipi: “Il fatto che un’intera coalizione non si sia opposta per noi è allucinante, a differenza di quanto avviene in altre città d’Italia. Ci batteremo perché quella delibera sia cancellata”.

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