Genova. Un’opera “pensata solo per i turisti”, con un impatto del tutto “insostenibile” per il quartiere, con “piloni alti decine di metri a fare ombra a una zona di Genova già pesantemente costruita” e soprattutto con quasi “nessuna utilità per il Lagaccio e dintorni” perché al momento non è certa neppure una fermata che renda la funivia un sistema di trasporto pubblico urbano.
Sono i motivi, alcuni dei motivi, che hanno portato oltre 500 persone a scendere in piazza, in questo pomeriggio di caldo record, per dire no al progetto dell’impianto a fune che, realizzabile con i fondi del Pnrr, potrà collegare la stazione marittima a Principe con forte Begato nell’ambito di un piano di valorizzazione della cinta muraria voluto dal Comune e approvato anche dal ministero della Cultura.
La manifestazione è stata organizzata da alcuni comitati come il neonato “Con i piedi per terra”, un gruppo di persone che propone altre soluzioni per il Lagaccio e per attivare dei collegamenti con i forti. Tra queste, l’ammodernamento della cremagliera di Granarolo e la realizzazione di un impianto verticale, sì, ma che parta dal futuro parco della ex caserma Gavoglio e arrivi a forte Begato.
La giunta Bucci è convinta che l’opera sarà un grande volano per l’economia e rassicura i cittadini sul progetto. “Non esiste ancora quello definitivo, neppure quello preliminare – spiega l’assessore ai Lavori pubblici Pietro Piciocchi – quando lo avremo lo condivideremo con i residenti e le associazioni, come abbiamo sempre fatto”.
Al corteo tanti candidati della coalizione giallorossa fra cui il candidato presidente municipio centro est Stefano Giordano, molti ambientalisti ed esponenti di associazioni.