Genova. L’ipotesi è quella di veder partire i primi cantieri a settembre, una volta ricevuto il via libera finale durante l’estate. Adesso, perfezionata l’operazione di acquisizione della società Autostrade da parte del consorzio guidato da Cdp, sembrano andare tutti al loro posto i tasselli che formano il puzzle della Gronda, progetto di raddoppio autostradale della A7 e della A10 nel tratto urbano genovese che giace ancora bloccato 13 anni dopo la chiusura del dibattito pubblico.
L’annuncio più importante lo ha dato a inizio maggio il ministro delle Infrastrutture Enrico Giovannini rispondendo a un’interrogazione del deputato ligure della Lega Edoardo Rixi. La direzione generale del Mims, ha riferito Giovannini, ha chiesto ad Aspi “di verificare la conformità della progettazione esecutiva, sviluppata sulla base del progetto definitivo approvato nel 2017, alle norme tecniche vigenti. All’esito di detta verifica, la cui conclusione è prevista nel prossimo mese di luglio 2022, il ministero potrà procedere all’approvazione del progetto esecutivo“.
Ma secondo lo stesso Rixi, intervenuto ieri a margine della presentazione della lista della Lega a sostegno di Bucci, determinanti non saranno solo i passaggi burocratici ma anche quelli politici: “Si poteva anticipare di qualche mese, ma probabilmente al ministero vogliono capire se vincono a Genova quelli che vogliono la Gronda o quelli che non la vogliono – ha commentato il segretario regionale del Carroccio -. A luglio, a risultati consolidati, ci sarà la firma che consentirà di aprire i cantieri già da settembre. Questo è quello che ci manca”.
A rallentare ulteriormente l’iter dell’opera, finanziata da Autostrade con 4,7 miliardi e già arrivata alla fase degli espropri, è stato lo scontro tra Governo e Autostrade dopo il crollo del ponte Morandi, con l’ipotesi della revoca della concessione a lasciare in sospeso anche il destino della bretella. Nonostante l’analisi costi-benefici commissionata da Toninelli suggerisse una bocciatura almeno parziale del progetto, l’iter autorizzativo non è mai stato davvero bloccato, complice l’apertura del M5s sulla necessità del raddoppio della A7.
Ed è proprio da questa tranche (Genova Ovest-Bolzaneto) che potrebbero partire i lavori, anche se nulla ad oggi lascia intendere che la Gronda possa essere effettivamente spacchettata in due lotti, con la possibilità di rivedere il tracciato Vesima-Bolzaneto. Un passaggio che significherebbe lo stravolgimento dell’intero progetto, con un nuovo sostanziale blocco e un ulteriore allungamento dei tempi.
Nel frattempo sono partite anche le prime indagini geognostiche per la realizzazione del tunnel subportuale che potrebbe sostituire la Sopraelevata: anche quest’opera, dal costo stimato in 700 milioni, sarà realizzata da Autostrade nell’ambito dell’accordo da un miliardo e mezzo sottoscritto con le istituzioni locali a seguito del crollo del ponte Morandi.