Li occhi in prima generan l’amore
e lo core li dà nutricamento […]
Lo scriveva il poeta medievale Giacomo da Lentini per spiegare che l’amore nasce dalla vista e poi viene alimentato dal cuore. Ed è proprio così che è nata questa storia. “Mi sono innamorato subito dei colori della squadra, rosso scuro e blu marino. Gioco spesso a pickup soccer (partite di calcio giocate senza allenatori e in contesti informali ndr) e indosso sempre la divisa della squadra. Ci sono anche altri ragazzi che seguono il calcio italiano e mi chiedono sempre perché proprio il Genoa. Molti tifano Inter o Milan. Questa contrapposizione ha rafforzato la mia passione per il club. Principalmente, però, penso che la storia di questa società sia davvero speciale”.
Nasce dunque dalla fascinazione per i colori della maglia l’amore dell’americano Matt Killen per il Genoa. Una passione tale da spingerlo a volare in Liguria per assistere a Genoa-Bologna e a realizzare un podcast sulle vicende del Grifone. Originario di Kansas City, si occupa di digital marketing per una compagnia radiofonica americana. Vive a New York e frequenta il Genoa club della Grande Mela. “E poi che dire, il calcio è la mia passione, ringrazio Daniele del club che mi ha aiutato a saperne di più sul Grifone”, aggiunge.
La prima volta in Nord non si scorda mai
Matt ha vissuto per la prima volta l’emozione di tifare dal vivo il Genoa dalla Nord sabato scorso. “Un’esperienza incredibile. Non ho mai visto un tifo del genere, è stato bellissimo far parte della tifoseria. Fin dal fischio di inizio, ho percepito un’energia incredibile. Tutti sapevano le parole di ogni coro. È stato bello vedere tanti giovani genoani animare la Gradinata”.
Gli sport americani godono di grande seguito e di una notevole copertura mediatica. Ma per Matt il calcio in salsa genoana non ha eguali. “Ho vissuto un’esperienza da sogno – prosegue – anche i tifosi americani vanno pazzi per le loro squadre del cuore, ma in Nord ci sente davvero parte della partita. Ed è incredibile un attaccamento del genere”.
Genova città viva e che vive di calcio
La full immersion rossoblù non si è limitata alla partita contro il Bologna. Visitando per la prima volta la città, Matt è rimasto colpito da come il calcio sia parte integrante dei discorsi, della quotidianità e del paesaggio.
“Genova? – commenta – Una città stupenda. Ha una grande storia ma è soprattutto una città viva. E il calcio ne è parte integrante”, esordisce Matt. “In ogni angolo si vedono adesivi del Genoa e scritte sui muri. Devo essere corretto: si può fare un discorso simile per la Sampdoria, anche se le testimonianze di genoanità sono più visibili”.
“Qui il calcio – prosegue – entra sempre nelle conversazioni in città. Tantissime volte viene chiesto ‘per chi tifi?’ per iniziare una chiacchierata. Ogni volta che dicevo di tifare per il Genoa trovavo sempre almeno una persona della Sampdoria e un’altra ancora che si schierava dalla mia parte perché genoana. Quindi noi genoani non siamo mai in inferiorità numerica”.
Matt, sorridendo, racconta poi di conoscere poco l’italiano, ma non nasconde di aver memorizzato qualche sfottò o frase poco elegante da indirizzare ai “cugini”.
La proprietà americana secondo un americano
Insieme a Fabrizio Cardone, anch’egli del Genoa Club di New York, realizza il podcast in lingua inglese La Lanterna: a spotlight in the Italian football. “Parliamo molto del passaggio a 777 Partners nel podcast. Per prima cosa, ci tengo a dire che siamo fortunati che sia finita l’era Preziosi. Perlomeno adesso il Genoa ha una stabilità”.
“Le loro dichiarazioni di intenti sono chiare – prosegue – anche se devono ancora dimostrare di che cosa sono capaci. La prima decisione che hanno preso, la nomina di Sheva, è stata un disastro. Ma c’è da dire che la stagione stava prendendo una brutta piega anche prima dell’esonero di Ballardini. Era una squadra fragile. Personalmente, non sono un grande fan delle multiproprietà nel calcio, perché sembrano un po’ snaturare questo sport. Penso che però potrebbe funzionare e che il Genoa sia il pezzo forte tra i club targati 777 Partners. Non credo che vi saranno trasferimenti di giocatori tra i club del fondo. Abbiamo visto con Amiri quando sia difficile anche per ottimi giocatori adattarsi al calcio italiano”.
Avanti con Blessin, ottimismo per il futuro
La retrocessione in Serie B è stato un duro colpo, ma Matt guarda al futuro con fiducia, nella speranza che sia il classico passo indietro per farne poi due in avanti. “Beneficeremo nel lungo termine di questo passaggio di proprietà, – afferma – credo in Blessin e penso sia giusto dargli tempo. Ha preso la squadra in un momento difficile e i giocatori lo hanno seguito fino alla fine. Non so se i giocatori a sua disposizione fossero ideali per mettere in pratica il suo pressing ad alta intensità. Sono molto curioso di vedere come lui e Spors affronteranno il mercato estivo. In breve, sono ottimista per il futuro. Non siamo indebitati e abbiamo stabilità nei ruoli chiave per la prossima stagione. Non è scontato”.
Ai genoani di New York “non mancano i doriani”
Del Genoa club di New York avevamo scritto qualche mese fa, quando era arrivata la notizia del passaggio da Preziosi a 777 Partners. Matt ne fa parte ed è un socio speciale, visto che non ha né parenti italiani né origini. L’unico collante con il Genoa è la sua passione. “Guardiamo le partite importanti in un bar. Francesca ci porta la focaccia, che prepara per il suo chiosco genovese. Ma se non riusciamo a vederci di persona ci confrontiamo su What’s App. Tifare dall’altra parte dell’oceano è diverso, anche perché non conosco nessun doriano – chiaramente questa la considero una cosa positiva. Ciò che è certo è che quando stiamo insieme siamo sicuramente i più rumorosi”.
Pandev, Laxalt e “Mimmo”
Un attaccante, un esterno e un difensore simbolo. Sono Pandev, Laxalt e Criscito i giocatori nel cuore di Matt. “Seguo il Genoa dalla stagione 2015/16. Il mio giocatore preferito di questo periodo è Goran Pandev. Tanti giocatori sono stati di passaggio, mentre su Pandev abbiamo sempre potuto contare nonostante l’età avanzata. Ci ha salvati in numerose occasioni. Mi piaceva molto guardare Laxalt correre sulla fascia, un giocatore molto tecnico. E poi non può mancare Mimmo, un vero capitano”.