Metalmeccanici

Ex Ilva, sciopero e corteo dei lavoratori di Cornigliano verso la prefettura: “Non si può morire di lavoro” fotogallery

Alle 16 è stato convocato dal Prefetto un tavolo sulla sicurezza chiesto prima dell’ultimo incidente nello stabilimento

Generico maggio 2022

Genova. E’ partito da pochi minuti ed è diretto in Prefettura il corteo degli operai ex Ilva: ad aprire la protesta, a cui partecipano circa 200 lavoratori, lo striscione ‘Non si puo morire di lavoro’.

La manifestazione, accompagnata da uno sciopero di 8 ore, è stata indetta da Fiom, Fim e Uilm per protestare contro la lettera di sospensione inviata dall’azienda a un lavoratore a cui viene imputata la responsabilità dell’incidente del 12 aprile scorso al reparto TAF2 che ha portato la Asl3 a stoppare l’impianto per una settimana fino a che l’azienda non ha ripristinato le condizioni di sicurezza.

Alle 16 è stato convocato dal Prefetto un tavolo sulla sicurezza chiesto prima dell’ultimo incidente “e in uno dei 40 punti della memoria consegnata al Prefetto quel giorno – ricorda Armando Palombo – c’era l’impianto su sui si è verificato l’ultimo incidente. Chiederemo al Prefetto e all’azienda di ritirare il provvedimento, in caso contrario andremo avanti”.

Solidarietà ai lavoratori ex Ilva arriva dalla Camera del lavoro di Genova: “”Da tempo la rsu di Acciaierie d’Italia denuncia pubblicamente e presso gli organi competenti carenze sulla sicurezza sul lavoro nel sito di Genova Cornigliano e la situazione sta diventando insostenibile. Il disimpegno nello stabilimento di Cornigliano sta producendo una serie di incidenti sul lavoro sempre più preoccupanti e che mettono a rischio la salute e l’incolumità dei dipendenti e di quanti operano all’interno dell’acciaieria” scrivono le segreterie in una nota in cui “condividono e sostengono la protesta degli operai che oggi sono scesi in sciopero “Chiediamo il ritiro del provvedimento disciplinare ai danni del dipendente sul quale l’Azienda cerca di scaricare le proprie responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro – e aggiungono – Acciaierie d’Italia deve garantire la sicurezza di chi lavora e deve investire su Cornigliano. Il nostro Paese non può permettersi di rimanere indietro in una produzione che gli altri paesi considerano strategica. È giunto il momento in cui dalle parole si passi ai fatti e che per davvero Cornigliano sia messa in grado di produrre in sicurezza per il benessere di chi ci lavora, della città e del Paese”.

Anche Christian Venzano, Fim Cisl Liguria, sottolinea: “E’ inaccettabile che le inefficienze e le mancanze dell’azienda vengano fatte ricadere sui lavoratori. La responsabilità aziendale sulla mancanza di sicurezza, di investimenti e di organizzazione del lavoro è totale, per questo andiamo dal Prefetto e con forza chiediamo che sia ritirato il provvedimento verso il lavoratore che come tutti i suoi colleghi lavora in condizioni precarie e con strumenti spesso non idonei e di emergenza, dove gli eventi di forte rischio sono all’ordine del giorno ed è stata sfiorata la tragedia nelle due giornate di aprile”.

“La sicurezza sul lavoro non si baratta. Ci auspichiamo che il Prefetto che è molto sensibile a tutta questa situazione, ci aiuti a far capire all’azienda e al Governo finora assente pur essendo azionista di Acciaierie d’Italia, che non è possibile continuare in queste condizioni e che le relazioni sindacali devono cambiare nettamente, partendo dal ritiro del provvedimento al lavoratore e iniziando un percorso di interventi manutentivi e di investimenti strutturali per dare dignità e futuro ai lavoratori e alla siderurgia”, spiega in una nota.

“Esprimiamo piena e convinta solidarietà al lavoratore che ingiustamente rischia il posto – dicono gli esponenti del M5S, di cui fa parte fra l’altro il lavoratore ex Ilva Fabio Ceraudo – pentastellati – e contestualmente siamo vicini a tutti i lavoratori di Acciaierie d’Italia che spesso si trovano ad affrontare situazioni assurde, in cui è spesso a rischio sia la loro incolumità, sia il loro posto di lavoro. È inaccettabile che le inadempienze dell’azienda ricadano sugli operai”.

In corteo con i lavoratori anche alcuni candidati sindaco. Si è visto Ariel Dello Strologo, candidato del campo progressista, che ha detto: “La politica può fare molto, richiamare intanto l’azienda a tutta una serie di impegni assunti in passato che ancora adesso aspettano di essere assolti e, poi, soprattutto, porre un’attenzione molto forte alla sicurezza sul lavoro, che oggi, in questo stabilimento, continua a essere un problema importante”.

Dello Strologo ieri ha chiesto un incontro con la dirigenza dell’azienda: “Vorrei capire, da un lato, gli sviluppi, se intendono continuare a investire in questa città, garantire e possibilmente anche incrementare l’occupazione, dall’altro vorrei sottolineare l’importanza di garantire le regole di sicurezza al lavoro quotidiano”.

Dello Strologo ha risposto anche alle critiche arrivate nelle scorse settimane dalla Fiom dopo che in un’intervista non aveva escluso una diversa destinazione per le aree inutilizzate dell’ex Ilva: tenuto conto che esistono precisi impegni da parte dell’azienda che devono essere rispettati, penso che tutta la città sarebbe molto contenta se l’azienda crescesse aumentasse i posti di lavoro. Ma se così non fosse, io avevo posto il problema di non lasciare abbandonati spazi utili alla città e immaginare soluzioni alternative”.

In piazza anche Mattia Crucioli, senatore e candidato sindaco per la lista Uniti per la Costituzione: “Lo Stato aveva buone intenzioni ma poi le ha abbandonate per strada, ci ha messo dei soldi ma lascia che di fatto Arcelor Mittal continui a farla da padrone – afferma – non c’è un piano industriale, non c’è chiarezza, e ci sono poi queste ripicche nei confronti del sindacato, parlo della sospensione, che fa quello che deve e si occupa anche di sicurezza”.

Nello stabilimento di Genova ci sono impianti che avrebbero bisogno di ben altre misure di sicurezza, sul futuro delle aree io dico che penso che l’acciaio non può essere dismesso, è un asset strategico per l’Italia e per Genova e quindi bisogna tornare a investire seriamente nell’impianto per consentire la possibilità di avere una filiera completa di prodotti a partire dalla cosiddetta banda stagnata fino alla produzione di scatolame, ma per fare questo servono impianti al passo coi tempi e all’altezza della sfida”.

Il tavolo in Prefettura è cominciato poco dopo le 16, tavolo su cui pesa la sospensione di un lavoratore da parte dell’azienda. Al tavolo partecipano rsu e sindacati con la Fiom che si è fatta accompagnare anche dall’avvocato di fiducia Paolo Galli, specializzato in cause di lavoro. Per l’azienda è assente il direttore generale Massimo Pagliaro mentre sono presenti un legale di Acciaierie d’Italia e un tecnico responsabile per la sicurezza. Obiettivo del tavolo è quello affrontare il tema della sicurezza del lavoro a partire dalla memoria un 40 punti consegnata al Prefetto dall’rsu nelle scorse settimane dove sono elencati macchinari difettosi e incidenti, ma il primo punto che sarà affrontato riguarda la sospensione dell’operaio che rischia il licenziamento. Fuori dalla Prefettura i lavoratori mantengono il presidio.

Più informazioni
leggi anche
corteo ilva sicurezza lavoro 12 aprile 22
Alta tensione
Ex Ilva, si riaccende la rabbia dei lavoratori: domani sciopero e corteo in centro città
Generico aprile 2022
Rabbia
Ex Ilva, lunedì sciopero e corteo fino in Prefettura dopo la sospensione di un lavoratore: “Provvedimento inaccettabile”
Ariel Dello Strologo
Commento
Ex Ilva, lunedì sciopero per la sicurezza, Dello Strologo chiede un incontro ai vertici dell’acciaieria
ex ilva, impianto TAF 2, treno laminazione a freddo
Cornigliano
Ex Ilva, l’azienda incolpa un lavoratore per l’incidente nel reparto latta: per l’rsu “Provocazione inaccettabile”
sciopero ilva 2maggio
La vertenza
Ex Ilva, nulla di fatto al tavolo sulla sicurezza. Grondona (Fiom): “Al prossimo incidente lo stabilimento si ferma”

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.