Torino. Sono gli ucraini Kalush, con il brano Stefania, i vincitori dell’Eurovision Song Contest, spinti dal televoto che li ha portati dal quarto posto delle giurie fino in vetta.
Davanti ai 200 milioni di spettatori, quelli che porta in dote la finale dell’Eurovision Song Contest, la band ucraina – data per favorita alla vigilia – ha fatto sentire la voce di una nazione martoriata. “Questa vittoria è per tutti gli ucraini. Slava Ukraini!”, ha urlato il cantante Oleh Psjuk subito dopo l’annuncio della vittoria.
“Per favore aiutate l’Ucraina e Mariupol, aiutate Azovstal, ora”, aveva detto alla fine dell’esibizione – accolta dall’ovazione del pubblico -, rischiando anche la squalifica dato che il regolamento della manifestazione non accetta messaggi politici sul palco. Poco prima dell’inizio della lunga serata anche il presidente Volodymyr Zelensky, in un videomessaggio su Telegram, aveva invitato l’Europa a votare per l’Ucraina.
“Il nostro coraggio impressiona il mondo, la nostra musica conquista l’Europa“. Così il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un post sulla sua pagina Facebook, ha salutato la vittoria del suo Paese all’Eurovision. “L’anno prossimo l’Ucraina ospiterà il contest per la terza volta nella storia. Faremo tutto il possibile affinché possa essere Mariupol la città ospitante”, aggiunge Zelensky.
“Stanotte la tua canzone ha conquistato il nostro cuore. Celebriamo la tua vittoria in tutto il mondo. L’Ue è con te”, scrive la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. “L’augurio è che l’Eurovision del prossimo anno possa essere ospitato a Kiev in un’Ucraina libera e unita”, aggiunge il presidente del Consiglio europeo Charles Michel, citando anche alcuni versi della canzone vincitrice, ‘Stefania’: “Troverò sempre la strada di casa, anche se tutte le strade sono distrutte”. Un messaggio di congratulazione arriva anche dall’Alto rappresentante Ue per gli Affari esteri Josep Borrell: “Lunga vita alla musica! Viva l’Europa! Gloria all’Ucraina!”.
La serata è stata animata anche dalla scossa data al Pala Olimpico dai Maneskin, che vinsero l’Eurovision Song Contest l’anno scorso a Rotterdam riportando così la manifestazione in Italia. La band romana ha presentato per la prima volta dal vivo il nuovo singolo Supermodel e un accenno di If I can dream, brano della colonna sonora del biopic Elvis, sulla vita dell’icona musicale che sarà presentato fuori concorso a Cannes. Damiano – visibilmente zoppicante per una storta presa due giorni fa a Londra durante le riprese del videoclip di Supermodel – ha poi scherzato invitando gli artisti in gara a divertirsi e a “non avvicinarsi al tavolo”, facendo riferimento alla polemica che lo travolse proprio la sera della finale di un anno fa quando fu accusato di aver sniffato cocaina.
L’Eurovisione ha voluto anche un’altra vincitrice italiana sul palco (con tanto di standing ovation): Gigliola Cinquetti con Non ho l’età che trionfò nel 1964 in quello che all’epoca si chiamava Eurofestival. Quasi 60 anni dopo continua a essere un’eterna ragazza senza età. Ricordato anche Domenico Modugno, con la voce di Laura Pausini che ha intonato a cappella Nel Blu dipinto di Blu, che l’artista portò alla manifestazione europea nel 1958. Mika ha fatto ballare il palazzetto con un medley dei suoi successi e bandiere con il cuore sventolanti, Laura Pausini ha ripercorso la sua carriera in cinque brani. L’Eurovision saluta e dà appuntamento tra un anno: la speranza è che si possa tenere in Ucraina.