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Dopo il Covid arriva il vaiolo delle scimmie, Bassetti: “Dobbiamo fermarlo sul nascere”

Decine di casi segnalati in Europa: ecco cos'è, come si trasmette, quali sono i sintomi e il tasso di mortalità

Generico maggio 2022

Genova. Un nuovo allarme epidemico investe l’Europa dopo il Covid: si tratta del vaiolo delle scimmie, virus che mai prima d’ora era stato trasmesso da un essere umano all’altro nel nostro continente. Sono già decine i casi segnalati in Europa: 14 in Portogallo, 8 in Spagna, 9 nel Regno Unito e per ora nessuno in Italia. L’Oms sta indagando sui primi episodi.

A parlarne in un post su Facebook è stato l’infettivologo genovese Matteo Bassetti: “Tutti i casi sinora diagnosticati sono stati riscontrati tra uomini che hanno avuto rapporti sessuali con altri uomini, configurando una probabile trasmissione all’interno della comunità. Chiamata vaiolo delle scimmie così perché scoperta per la prima volta nel 1958 in alcune scimmie da laboratorio, questa rara patologia ciclicamente presente in numerose zone dell’Africa occidentale e centrale può però colpire anche altri animali, di solito roditori, come topi, scoiattoli, ratti e conigli”.

“È ora molto importante riconoscere i casi sospetti, isolarli e risalire rapidamente a tutti i contatti in modo da cercare di fermare sul nascere questa infezione. Bisogna agire rapidamente e uniti. Non possiamo permetterci una nuova epidemia“, avverte l’infettivologo.

“Il vaiolo delle scimmie – spiega ancora Bassetti – non è grave e viene generalmente curato entro poche settimane. I sintomi con cui si manifesta sono soprattutto febbre, mal di testa e dolori muscolari e alla schiena. È possibile che in alcuni casi si presenti anche un’eruzione cutanea con caratteristiche simili alla varicella o alla sifilide. La mortalità segnalata negli esseri umani colpiti dal vaiolo delle scimmie si attesta attorno al 10% dei casi diagnosticati, percentuale inferiore al vaiolo classico che solitamente presentava una mortalità del 30% prima di essere debellato.

Ma come si può trasmettere? “Il contagio dall’animale all’uomo è piuttosto raro, causato principalmente da contatto con fluidi corporei o croste di esemplari infetti. La trasmissione della malattia negli uomini, anch’essa piuttosto rara ma non per questo impossibile, è invece causata non solo dal contatto con fluidi corporei del soggetto malato ma anche dalla condivisione di biancheria e contatto faccia a faccia prolungato”, conclude Bassetti.

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