Genova. Diminuiscono i nuovi casi di coronavirus in Liguria e migliora la situazione negli ospedali, in particolare nei reparti di media intensità. È quanto rileva il monitoraggio settimanale indipendente della fondazione Gimbe che tuttavia rinnova l’appello alla prudenza.
“Tutti gli indicatori – spiega il presidente Nino Cartabellotta – sono sostanzialmente in una fase di plateau con lieve tendenza discendente. Tuttavia, indipendentemente dallo spartiacque normativo del 1° maggio, la circolazione del virus rimane molto elevata, oltre che ampiamente sottostimata: più di 56mila nuovi casi in media al giorno, tasso di positività dei tamponi antigenici al 16% e quasi 1,2 milioni di positivi. Ecco perché, indipendentemente da obblighi e raccomandazioni, mantenere la mascherina nei locali al chiuso, specialmente se affollati e/o poco aerati, rimane una strategia indispensabile per ridurre la circolazione virale e proteggersi dal contagio”.
Nella nostra regione i nuovi casi nell’ultima settimana sono stati 1.015, in calo del 12,3% rispetto alla precedente. I positivi in area medica occupano il 17,8% dei posti letto (erano il 20,6% una settimana fa) e il 7,8% delle terapie intensive (invariato). Per quanto riguarda le singole province l’incidenza è ovunque in calo: si va dai 693 nuovi casi ogni 100mila abitanti della Spezia ai 489 di Savona.
Resta abbastanza elevata, relativamente alle altre regioni, la quota di popolazione over 5 anni non vaccinata che rappresenta in totale il 12,9% (il 5,3% però sono guariti da meno di 180 giorni) rispetto alla media nazionale dell’11,9%. La popolazione vaccinabile (esclusi quindi i guariti da meno di 120 giorni) che non ha ancora fatto la terza dose è l’8,3% (dato nazionale 5,6%). Parlando invece di quarte dosi, la Liguria resta molto indietro sugli immunocompromessi (copertura al 6,5% contro media nazionale del 16,9%) ed è invece quarta su over 80, fragili over 60 e ospiti delle Rsa (copertura all’8,2% contro media nazionale del 5,6%).
“Nell’ambito di un generalizzato flop delle quarte dosi nelle persone immunocompromesse – commenta Cartabellotta – le inaccettabili diseguaglianze regionali dimostrano da un lato l’efficacia delle strategie di chiamata attiva dall’altra l’immobilismo organizzativo della maggior parte delle Regioni. Ça va sans dire che rispetto all’ulteriore platea di 4,2 milioni di persone candidate a ricevere la quarta dose già emergono nette differenze tra Regioni, oltre che una partenza al ralenti delle somministrazioni”.