Dopo l'attacco

Caso Open, il procuratore Pinto replica a Renzi: “Non c’era ragione giuridica per sentirlo come teste”

E sull'indagine contro i magistrati di Firenze chiusa in pochi giorni: "C'è una circolare del csm che ci chiede corsia preferenziale per evitare che restino nel limbo"

Sentenza spese pazze 30 maggio rixi e altri

Genova. “La richiesta di escussione non è mai stata fatta negli atti di denuncia che era basata solo su documenti, come era giusto che fosse. E oggi le sue ragioni sono state sentite da tutti”. Lo ha detto il procuratore Francesco Pinto dopo l’attacco di Matteo Renzi sui tempi con cui hanno chiesto l’archiviazione per la sua denuncia contro i pm toscani.

“La questione è meramente di diritto per cui non c’era bisogno di sentire nessuno – ha ricordato il magistrato – Se è una questione di diritto basta discutere sui documenti”.

“C’è una circolare del Consiglio superiore della magistratura – ha aggiunto Pinto – che dice che i procedimenti sui magistrati debbano avere una rapida e prioritaria definizione per evitare che restino nel limbo. Non è privilegio ma è per evitare che vengano delegittimati. È un dovere imposto da una circolare Csm, non è questione di arroganza”.

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