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Bassa Valbisagno, dalle alluvioni al rilancio: perché la sfida per il Municipio riguarda tutta la città

Massimo Ferrante a caccia del terzo mandato consecutivo, a sfidarlo Angelo Guidi, Daniele Taula e Sergio Chiossone: ecco chi sono e cosa propongono

Generico maggio 2022

Genova. Nell’immaginario collettivo dei genovesi è il municipio delle alluvioni devastanti, dei casermoni di cemento costruiti soffocando i torrenti, delle strade strette senza parcheggi, del traffico nel caos quando si gioca una partita al Ferraris. In realtà la Bassa Valbisagno (che coincide con tre quartieri: Marassi, Quezzi e San Fruttuoso) è anche il municipio che ha visto completare la rigenerazione urbana del mercato di corso Sardegna, che attende da decenni l’arrivo della metropolitana, che vanta una cerchia di forti immersi nel verde come il centro cittadino e che ha un potenziale spazio di espansione nella grande area ferroviaria dismessa di Terralba. È un municipio da sempre governato dal centrosinistra, dove tuttavia Bucci ha vinto al ballottaggio cinque anni fa. Per tutti questi motivi la sfida elettorale del 12 giugno non sarà solo una faccenda territoriale. A maggior ragione se il risultato non dovesse essere quello prevedibile sulla carta.

I candidati

massimo ferrante

Caso più unico che raro, in Bassa Valbisagno c’è un presidente uscente che si candida per la terza volta consecutiva con la coalizione progressista: è Massimo Ferrante, architetto di 52 anni originario di San Fruttuoso, radicato negli uffici di piazza Manzoni dal 2012, prima ancora presidente della commissione provinciale Lavori pubblici, oggi membro della segreteria regionale Pd. “Non l’ho chiesto io il terzo mandato, me l’ha chiesto il 90% dei partiti della coalizione e soprattutto me l’hanno chiesto i cittadini – è il suo mantra -. Non ho provato a fare salti in Comune o in Regione, non sono interessato alla carriera personale. Il cittadino vede in me l’equivalente del medico della mutua perché trova sempre una risposta. Magari non ho simpatie generalizzate, ma sono riconosciuto nel mio ruolo”.

angelo guidi

Il centrodestra schiera Angelo Guidi: 57 anni, ingegnere elettronico, è amministratore delegato di Atena Trading, società del gruppo Iren. Sotto la giunta Pericu (di centrosinistra) ha collaborato alla definizione del Piano della Città e alla realizzazione del portale web Tu6Genova. Volontario della Gigi Ghirotti, vive a Marassi e ama camminare sui monti. “Il sindaco mi è venuto a cercare perché ha visto in me una persona che poteva incarnare il suo pensiero e soprattutto fare squadra – spiega -. Io voglio fare il leader, cioè la guida, non il capo. Mi sarebbe piaciuta un’operazione Draghi al pesto, una convergenza di tutte le forze sulla figura di Bucci, perché nell’amministrazione pubblica è fondamentale la collaborazione, soprattutto quando le cose non vanno bene”.

daniele taula

Per la lista Uniti per la Costituzione di Mattia Crucioli ci sarà Daniele Taula, 51 anni, avvocato e presidente regionale dell’Acu (Associazione consumatori e utenti): “Da sempre mi occupo di difendere i più deboli e con la stessa logica ho deciso di candidarmi alla presidenza del Municipio. La nostra è l’unica forza antagonista rispetto a un sistema che non funziona, un esperimento importante di aggregazione di forze con un modello diverso di società”. Non vive in Bassa Valbisagno ma ad Oregina: “Però – riflette – nel mio quartiere mi confronto con gli stessi problemi: cementificazione, viabilità caotica, mancanza di verde, carenza di punti di aggregazione per giovani e anziani”.

sergio chiossone

La Sinistra Insieme, coalizione che sostiene la candidatura di Antonella Marras a Tursi, ha deciso di puntare su Sergio Chiossone, quasi 62 anni, attivo nel settore del credito, dal 2001 iscritto a Rifondazione Comunista e riferimento storico del circolo Bianchini di piazza Romagnosi: “Ho deciso di impegnarmi in politica dopo i fatti del G8 – racconta -. Credo che la nostra sia un’ottima candidata e tutti noi ci siamo messi in gioco. Vivo a Marassi da quando sono sposato, una ventina d’anni”.

L’identità della Bassa Valbisagno

Con 73.980 residenti la Bassa Valbisagno è il secondo municipio più popoloso di Genova. È anche uno dei più piccoli (791,98 ettari) ed è quello col più alto indice di vecchiaia (285,9) anche se risulta al secondo posto per percentuale di popolazione over 65 (il 28,7%) dopo il Medio Levante.

“È un municipio semicentrale – commenta Ferrante – che rappresenta un modello di Genova in scala: scollamento tra città e collina, disparità nella fruizione servizi e una forte discriminante sociale sui redditi al crescere dell’altimetria. Rappresenta la sofferenza di una città fortemente invecchiata, ha il record di anziani insieme ad Albaro. È sempre stato un municipio fondato sul terziario, qui manca la grande industria. Marassi ha un’identità legata allo stadio, Quezzi è un territorio felicemente di periferia con una storia operaia, San Fruttuoso è un quartiere di commercianti e artigiani, cerniera tra il centro e il Levante. Gli immigrati qui sono fortemente integrati perché il 90% lavora nelle Rsa e non ci sono problemi, mentre ora abbiamo le prime piazze invase da persone colpite da Daspo urbano, dimostrazione che le politiche di sicurezza del centrodestra sono fallimentari”.

Anche Taula vede questa zona come una riproduzione in piccolo della città: “È l’esempio di come è Genova: degrado e approssimazione. Rappresenta quello che potrebbe essere e non è. Esemplifica molti degli errori e delle logiche sbagliate di chi ha governato Genova negli ultimi 40 anni: cementificazione, mancanza di verde pubblico, mancata regimentazione delle acque. È la rappresentazione plastica dell’abbandono del territorio. Quello che si può fare qui si può fare ovunque”.

Per Guidi la Bassa Valbisagno “ha grandi potenzialità inespresse. È diventato un municipio un po’ parcheggi e un po’ dormitorio, dobbiamo rompere questa situazione. Quando si passa sul ponte di Sant’Agata si ha quasi l’impressione di attraversare un ponte levatoio e di raggiungere un’area isolata”. Ma ci sono anche caratteristiche interessanti: “Siamo molto vicini alla stazione Brignole, con l’alta velocità in un’ora di treno saremo a Milano, è da lì che possiamo attrarre investimenti. Possiamo offrire un’alta qualità di vita, abbiamo il mare a breve distanza e bellissimi monti intorno”.

“Un municipio molto popoloso e popolare – lo definisce Chiossone – che, nonostante la sua posizione vicino al centro, è diventato un quartiere dormitorio con molti supermercati, problemi di cementificazione, dissesto idrogeologico. Vorremmo farlo tornare un posto più sicuro e più vivibile anche dal punto di vista dell’aggregazione e della cultura”.

Tre proposte per il futuro

Massimo Ferrante parte dall’ex Onpi di Quezzi: “Il Comune ha sbagliato a renderlo un patrimonio alienabile, deve restare pubblico ed essere valorizzato. Abbiamo carenza di abitazioni per giovani e persone in difficoltà: qui si può ricavare edilizia convenzionata coi fondi del Pnrr”. Poi San Fruttuoso: “Dobbiamo evitare che l’ex scalo merci di Terralba diventi un’area di speculazione. Bisogna fare quello che in piccolo si è fatto nel mercato di corso Sardegna: quel luogo è davvero fruibile al pubblico grazie al campo polivalente che ho imposto io. In quell’area vorrei un piccolo Central Park con percorsi ciclabili protetti. Sarà una battaglia, ma bisogna combattere centimetro per centimetro”. E infine, rimanendo nella stessa zona: “Chi dovrà gestire il Municipio dovrà fare una battaglia sul trasporto pubblico: il prolungamento della metropolitana verso piazza Martinez è una barzelletta, sta finendo nel dimenticatoio”.

ex onpi quezzi
L'ex Onpi di Quezzi

Più generici i punti di Angelo Guidi: “Anzitutto la cura delle piccole cose, sfruttando in parte l’aumento delle risorse per la manutenzione. Questo municipio ha un importante tessuto produttivo di negozi che sta tenendo nonostante le difficoltà: stiamo pensando a una piattaforma digitale che permetta ai residenti che magari lavorano e arrivano tardi alla sera di avere servizi che il singolo commerciante non ha la forza di sostenere. E poi dobbiamo metterci in ascolto dei cittadini. Lancio un appello alle associazioni dei quartieri: contattatemi e ragioniamo insieme”.

Daniele Taula lancia invece tre proposte molto puntuali: “È necessario intervenire su una situazione di potenziale pericolo in via Donaver, dove c’è un muraglione da troppo tempo in situazione di pericolo, già oggetti di interrogazioni consiliari. Poi la sistemazione dei marciapiedi nella zona di via Bobbio, che sono tutti rattoppati. Inoltre i ponti di attraversamento del Bisagno vanno resi tutti fruibili ai disabili”.

“Noi proponiamo di creare un parco urbano al forte Ratti – spiega Sergio Chiossone – che potrebbe essere fruibile per 150mila persone e aiuterebbe le piccole attività nell’entroterra, oltre a stimolare la manutenzione delle creuse e sviluppare attività di trekking. Vogliamo favorire la cultura e l’aggregazione con la tutela di spazi autogestiti sfruttando edifici abbandonati da decenni, come il centro sociale Buridda in corso Monte Grappa che non è un covo di pericolosi rivoluzionari come qualcuno pensa. E poi il diritto alla casa: bisogna recuperare parte del patrimonio abitativo di Arte“.

Lo Skymetro della discordia

Solo Guidi, candidato allineato alla giunta Bucci, difende il progetto della metropolitana sopraelevata che, diramandosi da Brignole, passerà su corso Galliera con una stazione davanti allo stadio Ferraris. “Il taglio degli alberi paventato dalle associazioni non ci sarà, è terrorismo psicologico. I tecnici stanno lavorando, è chiaro che gli interventi vanno ragionati, ma questa è una battaglia per ottenere qualche voto in più”.

Generica
Il tracciato dello Skymetro comprende una stazione a Marassi

Ferrante ribadisce invece le critiche all’operazione e rilancia: “Il tram riqualifica i quartieri, mentre lo Skymetro passerà a pochi metri dalle finestre delle abitazioni. Ben venga il prolungamento della metropolitana, ma può essere a raso, e se dev’essere sopraelevato non va fatto lì: a quel punto si mettano i piloni al centro del Bisagno“. In ogni caso, “con la metropolitana in Valbisagno non serve più portare gli assi di forza in corso Sardegna tagliando alberi e parcheggi. Un’amministrazione seria dovrebbe imporre la scelta tra mezzo pubblico e privato: Palermo, Firenze e Lione insegnano che non si può accontentare tutti, ma qui c’è la volontà di non perdere consenso politico”.

Lo Skymetro è “l’ennesimo ecomostro di cui Genova non ha bisogno – rincara Taula -. Per rendere più agile il trasporto pubblico bisogna potenziare la rete attuale dei bus, vanno rinnovati i mezzi che inquinano e si può pensare a forme di taxi collettivo. Siamo contrari a costruire su un territorio già martoriato, servono tracciati più semplici, non certo una struttura sopraelevata. Non vogliamo opere faraoniche, con la stessa cifra possiamo ottenere benefici maggiori”.

Analoga la posizione di Chiossone: “Spesso i finanziamenti a pioggia vengono trasformate in grandi opere che alla fine non sono più attuali. Ci sono proposte alternative: con molti meno soldi si possono creare due-tre parcheggi di interscambio in fabbriche abbandonate e poi un sistema di tram o filobus per portare i pendolari verso il centro. In ogni caso va disincentivato l’uso dei mezzi privati”.

Il primato (negativo) della sicurezza stradale

Le strade del Municipio Bassa Valbisagno risultano quelle col maggior numero di persone coinvolte in incidenti stradali a Genova. Un problema sollevato a più riprese dal presidente Ferrante negli ultimi cinque anni, con particolare attenzione ai pedoni: “Il sindaco Bucci, dopo la giunta itinerante, ci aveva risposto che sarebbe intervenuto immediatamente. Non è cambiato nulla. L’unico attraversamento messo in sicurezza è quello di via Fereggiano all’altezza della pizzeria. Le strisce vanno illuminate con lampioni dell’alto, devono avere un fondo stradale di colore diverso e in loro prossimità non devono trovarsi né bidoni della spazzatura né posti auto spesso occupati da veicoli ingombranti che riducono la visibilità: meglio metterci i posteggi moto”. E i cosiddetti cuscini berlinesi? “Non servono a niente e sono un problemi per i mezzi di soccorso”.

“Il sindaco si è reso conto che c’è un deficit sull’illuminazione – ammette Guidi – e avvieremo un tavolo sull’argomento. Ma dove ci sono stati incidenti gravi le telecamere hanno rilevato che i veicoli viaggiavano anche a 100 km/h. C’è soprattutto un tema di velocità. Certo, è impossibile installare un autovelox e un semaforo per ogni attraversamento pedonale, ma bisogna imparare a rispettare i limiti”.

Attraversamenti pedonali, in Bassa Valbisagno quelli più pericolosi
Un attraversamento pedonale in via Fereggiano

Oltre alla maggiore illuminazione delle strisce pedonali, Taula propone “più presidi da parte della polizia locale” ma anche “una rotonda alla confluenza tra via Fereggiano, viale Bracelli e piazza Galileo Ferraris” e “un gabbiotto per i vigili, come si vedeva una volta agli angoli delle strade”.

Chiossone ricorda un altro aspetto, quello degli scavi per la posa della fibra ottica che lasciano il manto stradale in pessime condizioni: “Non si può barattare la sicurezza dei cittadini. Visto che a Genova stanno arrivando soldi a pioggia, si potrebbe fare più manutenzione”.

Un territorio da risanare

Dall’inizio del secolo la Bassa Valbisagno ha contato 7 vittime in due distinte alluvioni, nel 2011 e nel 2014, a causa di esondazioni devastanti. Con lo scolmatore del Fereggiano e l’ampliamento della copertura terminale del Bisagno la situazione è radicalmente cambiata rispetto allo scorso decennio, ma la lotta al dissesto idrogeologico non è ancora finita. “Con queste due opere il territorio è al sicuro“, si limita a commentare Guidi che dice di non aver ancora approfondito questo aspetto. “La percezione di sicurezza c’è ed è reale – conferma Ferrante -. Il territorio adesso è protetto dagli effetti di una piena 50ennale, ma non 200ennale”.

Il problema è che, una volta sistemati i torrenti principali, l’acqua piovana continuerà a mettere in crisi i versanti. Ferrante rilancia allora una proposta: “Molti dei terreni che franano sono privati. La nostra amministrazione dovrebbe spingere perché lo Stato attui normative per incentivare il recupero dei versanti da parte dei proprietari“. E Taula aggiunge: “Serve una manutenzione più attenta dei rii minori che s’infilano sotto i palazzi, evitando situazioni di accumulo di detriti e sporcizia. Bisogna risparmiare sui manager e investire sulle piccole manutenzioni”.

“Sicuramente non bisogna costruire cose nuove, come il cemento dei piloni dello Skymetro in una valle che ha già avuto gravi problemi – ribadisce Chiossone -. Per quanto riguarda lo scolmatore del Fereggiano ricordo che Rifondazione Comunista aveva presentato un progetto per interrare il torrente per un percorso più breve con costi pubblici molto inferiori”.

Critiche e autocritiche

Nel bilancio tracciato da Massimo Ferrante ci sono diverse rivendicazioni, ma anche qualche rammarico: “Avrei voluto avere più risorse per fare di più. Purtroppo ho perso troppo tempo a difendere le prerogative del municipio mentre l’amministrazione comunale ha voluto centralizzare. È stato un confronto serrato e continuo”. Il dispiacere più grande? “Sono scontentissimo di come non sono riuscito a fare in modo che nel mercato di corso Sardegna ci fosse un mix tra commercio locale e grandi marchi”.

inaugurazione mercato corso sardegna
Il campetto polivalente nell'ex mercato di corso Sardegna

Ferrante si candida per la terza volta in barba a tutti – lo attacca Angelo Guidi, sfidante del centrodestra -. Quello che mi piace meno della sua amministrazione è il suo ‘io, io, io’. Lui fa l’architetto e il presidente del Municipio nello stesso municipio. Questo modo di personalizzare e gestire con logica autoritaria non mi sembra che porti vantaggi”. Il manager condivide però qualche critica alla giunta Bucci sull’operazione corso Sardegna: “Risolto il buco nero, forse bisogna sistemare qualcosa al suo interno per l’utilizzo pubblico. Il Civ ha le sue ragioni, ma guardiamo al trasferimento di Panarello: il bello attrae il bello, l’importante è che non diventi una Fiumara bis. E peccato che non si sia potuto costruire il parcheggio sotterraneo”.

Esterno alla contesa il candidato di Crucioli, Daniele Taula, che contesta alla giunta Bucci “la gestione degli spazi pubblici, la manutenzione del verde e la messa in sicurezza del territorio” e all’amministrazione municipale di Ferrante “una mancata politica della cultura che coinvolgesse ad esempio Villa Imperiale e la Madonna del Monte. È rimasto un quartiere dormitorio senza servizi per anziani e giovani”.

Conclude Sergio Chiossone: “Giudichiamo negativamente al 100% la giunta Bucci: questa zona è stata abbandonata dal punto di vista culturale e dei servizi, mancano polmoni verdi e iniziative. Non si può puntare tutto sulla parte turistica e sul Waterfront quando poi ci sono quartieri abbandonati”. Ma valuta poco incisiva anche l’amministrazione municipale: “Non ci sono state grosse variazioni rispetto alla politica del centrodestra. Inutile mettere due panchine se restano mille problemi. La Marassi che vedo adesso è molto meno vissuta di quanto lo era 10-15 anni fa”.

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