Genova. Le concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari scadranno tutte il 31 dicembre 2023 e oltre questa data “cesseranno di produrre effetti”. E anche se nel frattempo dovesse intervenire una proroga legislativa, sarebbe da considerarsi senza effetto perché in contrasto col diritto europeo. Lo ha ribadito il Consiglio di Stato in una sentenza in cui boccia il ricorso in appello presentato contro Comune di Imperia e Regione Liguria da parte di una società già sconfitta in primo grado al Tar della Liguria.
Si avvicina dunque la ghigliottina per tutti i gestori di spiagge in Italia, Liguria compresa. Al momento però i Comuni non hanno ancora bandito le gare né è chiaro quali saranno i criteri che regoleranno il passaggio, fermo restando che quasi tutte le amministrazioni puntano a renderlo il più indolore possibile.
A Genova sarebbero circa una trentina le concessioni da mandare a gara. “Siamo fermi in attesa della decisione del governo sulle gare, è tema di grande discussione politica proprio in questi giorni – ricorda l’assessore ai Lavori pubblici del Comune di Genova Pietro Piciocchi -. La delega prevedeva che fosse emanata una normativa coi criteri da seguire per le procedure di evidenza pubblica. In questa fase mi metto in attesa. Non è pensabile che i Comuni vadano a macchia di leopardo e il Governo non può continuare a lasciarli col cerino in mano. Le indicazioni devono essere date”.
L’intesa sulle misure, che saranno incluse nel Ddl Concorrenza, dovrebbe arrivare martedì ma lo scontro politico è ancora accesissimo. L’accordo in discussione in queste ore prevedrebbe, specialmente su spinta leghista, il riconoscimento di indennizzi e del diritto di prelazione ai gestori uscenti. Per determinare l’indennizzo verrebbe valutato il valore aziendale dell’impresa e dei suoi beni materiali e immateriali (ad esempio la clientela acquisita negli anni e la notorietà del marchio) determinati a livello contabile o con perizie asseverate. Difficile che venga accolta la richiesta di Forza Italia e Lega di attribuire nei bandi comunali il 40% del punteggio all’anzianità di esercizio dell’impresa.
Di certo la magistratura amministrativa, giudicando sul caso di Imperia, ha escluso categoricamente l’ennesima procrastinazione: “Le norme legislative nazionali che hanno disposto (e che in futuro dovessero disporre) la proroga automatica delle concessioni demaniali marittime per finalità turistico-ricreative, compresa la moratoria per l’emergenza Covid, sono in contrasto con il diritto dell’Ue: tali norme non devono esse applicate dai giudici né dalla pubblica amministrazione; anche in caso siano state rilasciate proroghe deve escludersi la sussistenza di un diritto alla prosecuzione del rapporto in capo agli attuali concessionari”.