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Ucraina, servono altri 300 posti per profughi a Genova. Chi è ospitato in casa avrà 300 euro al mese

Il capo della Protezione civile Curcio a Genova: "In arrivo un bando per l'accoglienza diffusa, fermeremo chi prova a fare il furbo". In Liguria più di 5.200 presenze, da fine aprile 237 posti negli alberghi

Arrivati i profughi Ucraini da Mariupol

Genova. La Prefettura di Genova cerca altri 300 posti in strutture d’accoglienza per ospitare i profughi ucraini: lo ha annunciato il prefetto Renato Franceschelli al termine dell’incontro in Regione tra il capo del dipartimento nazionale di Protezione civile Fabrizio Curcio, gli altri prefetti liguri, il presidente Giovanni Toti e diversi assessori regionali. Per chi sarà ospitato a casa di parenti e amici invece arriverà un contributo di autonoma sistemazione che ammonterà a 300 euro per gli adulti e 150 euro per i minorenni: un assegno che riguarderà “migliaia di persone” nella nostra regione, anche se è ancora impossibile quantificare i numeri con esattezza.

Prima della riunione si è svolta anche la visita al centro di prima accoglienza Santa Dorotea di via Liri, dove ad oggi soggiornano 75 profughi, di questi 30 sono bambini di cui 16 malati oncologici.

“Abbiamo fatto una panoramica delle disponibilità coi colleghi delle province della Liguria – ha spiegato Franceschelli -. Oggi dobbiamo affrontare nuovi bandi perché i posti che avevamo cercato li abbiamo velocemente esauriti: nel caso di Genova circa 350 posti, probabilmente usciremo con un’altra richiesta di circa altri 300 posti, poi vedremo cosa ci viene offerto. Lo ripeteremo ogni volta che ci sarà una necessità”.

Ma non saranno le uniche risorse disponibili per ospitare chi fugge dalla guerra. Il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio ha annunciato un bando per l’accoglienza diffusa: “Lunedì pomeriggio è stato emesso un avviso del dipartimento di Protezione civile in cui viene fatta una ricognizione delle disponibilità a livello nazionale per circa 15mila posti. All’esito di questa ricognizione ci saranno posti offerti per la Liguria, suddivisi per provincia e comune”. Bandi che richiederanno particolari attenzioni: “Faremo sicuramente azioni di controllo di qualità, faremo controlli amministrativi. Ovviamente quando ci sono grandi numeri di persone ci sarà sempre chi proverà a fare il furbo ma noi dobbiamo essere consci che l’operazione è importante è seria e proveremo a contrastarlo in ogni maniera”.

La maggior parte dei profughi, tuttavia, continua a trovare ospitalità a casa di parenti e amici già presenti sul territorio. “Uno dei punti cardine è il mantenimento di questa rete – conferma Curcio – quindi uno dei provvedimenti previsti nel decreto legge è un sostentamento economico quantificato in circa 300 euro per adulto e 150 euro per minore. Stiamo terminando le ultime attività tecniche in attesa della pubblicazione del decreto che consentirà al cittadino ucraino di andare fisicamente in Questura e ottenere la ricevuta della richiesta del permesso di soggiorno in seguito alla quale potrà accedere a questa figura”.

Non è ancora chiaro quante persone saranno coinvolte in Liguria da questa misura. “Se i flussi rimangono quelli attuali mi aspetto qualche migliaio di persone che chiederà di poter percepire l’indennità di autonoma sistemazione“, spiega il prefetto Franceschelli. Che poi fa un quadro della situazione genovese: “Un dato certo sono coloro che hanno avuto il tesserino sanitario come Stp che sono più di 2.700, dato ancora in corso di aggiornamento. Quelli che al momento hanno prenotato presso la Questura e hanno segnalato la loro presenza presso i Comuni sono meno, c’è un divario di circa 3-400 persone rispetto al dato dell’azienda sanitaria, man mano si andranno ad allineare”.

A livello regionale i profughi presi in carico dal sistema sono ad oggi 5.208, tutti censiti dalla sanità regionale. Di questi “non più del 10% è a carico del sistema pubblico come accoglienza – ha spiegato il presidente Giovanni Toti -. È un’emergenza gestita che per la Liguria non comporta particolari criticità al momento, ma continuiamo a monitorarla per capire se l’andamento della guerra cambierà il livello dei flussi in vista, non c’è alcun tipo di problema anche perché il flusso dei profughi si è ridotto rispetto ai primi giorni”.

“Dall’inizio dell’emergenza – ha detto il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi – ci siamo attivati per garantire a tutti i profughi la massima assistenza: dalle vaccinazioni anti-Covid a quelle obbligatorie per l’accesso ai servizi educativi, ma anche tutti i servizi legati al rilascio del documento Stp per ottenere le prestazioni sanitarie, le attività di screening e tutte le informazioni necessarie legate all’assistenza presso gli infopoint che sono stati allestiti in tutte le province. Sono stati accolti nei nostri ospedali i cittadini ucraini che avevano bisogno di cure nei reparti di nefrologia e ogni Asl si è attivata per fornire tutti i controlli e le visite ai profughi giunti in Liguria”.

Per quanto riguarda la primissima accoglienza, da fine aprile saranno attivati i primi 237 posti negli alberghi per supplire alle residenze ormai sature, la Santa Dorotea a Genova e la Riviera di Savona: In questi giorni stiamo selezionando le strutture ed effettuando i sopralluoghi per far partire da fine aprile i contratti con gli alberghi che ci permetteranno di ampliare il numero dei posti letto disponibili – ha spiegato l’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Giampedrone -. Su Savona al momento saranno attivati 47 posti, 150 su Genova, 20 su Imperia e 20 su La Spezia. Questa ovviamente è una prima misura adottata, con i posti che potranno essere ulteriormente implementati in base all’evolversi delle necessità, anche perché sono ancora in corso valutazioni sulla struttura La Riviera di Savona”.

“Durante il Comitato organizzativo regionale che si è svolto questo pomeriggio abbiamo illustrato le misure prese da Regione Liguria per fronteggiare l’emergenza profughi, a cominciare dalle strutture di prima accoglienza che abbiamo attivato con un occhio di riguardo alle situazioni più delicate e ai soggetti fragili, dai piccoli pazienti oncologici ai cittadini ucraini che si stanno sottoponendo a dialisi – ha continuato Toti -. Ci stiamo indirizzando verso un’accoglienza che, oltre a far fronte all’emergenza sanitaria, con gli info point dislocati in tutte le province e abitativa, grazie anche alle case messe a disposizione dalle Arte liguri, va ad occuparsi dell’inserimento scolastico dei bambini e degli adulti nella nostra società”.

522 STUDENTI UNDER 18 ISCRITTI NELLE SCUOLE LIGURI

L’assessore all’Istruzione Ilaria Cavo ha riferito i dati delle iscrizioni alle scuole liguri: 522 studenti alla fine della scorsa settimana sotto i 18 anni e 225 adulti (iscritti presso i Cpia) con un incremento giornaliero di iscrizioni a ritmo elevato grazie ai servizi messi a disposizione dal sistema ligure (il sito Orientamenti bilingue, i 26 sportelli dei consumatori con traduttori, il numero verde di regione) che hanno fatto aumentare le iscrizioni a 811 secondo i dati aggiornati a oggi (577 studenti sotto i 18 anni, 234 studenti adulti).
“La maggior parte sono bimbi iscritti alla scuola primaria (293) e alla secondaria di primo grado (134), un numero più basso si trova all’infanzia (79) e ancora inferiore alla secondaria di secondo grado (48) – ha dichiarato Ilaria Cavo – Continueremo i colloqui tramite lo staff di Orientamenti soprattutto per indirizzare le famiglie: al momento si procede ad un ritmo di trenta nuove richieste al giorno nella sola provincia di Genova, numeri che rappresentano un segnale importante. Così come è importante l’elenco dei traduttori stilato con il contributo della Comunità ucraina e attivato grazie ai fondi del Sociale. I posti messi a disposizione dal sistema scolastico ligure sono nell’ordine dei duemila, a cui si aggiungono i duecento della formazione professionale”.

DISPONBILI 132 ALLOGGI DI ARTE

“Con le Arte – ha spiegato l’assessore all’Edilizia pubblica Marco Scajola – stiamo attrezzando i nostri alloggi che sono a disposizione delle prefetture, nell’ottica di dare spazio agli alloggi di edilizia libera e non Erp. A Savona sono stati attivati i primi 5 alloggi per le ragazze e gli accompagnatori della nazionale ucraina di nuoto sincronizzato. Presto saranno assegnati i primi alloggi su Imperia. Gli alloggi disponibili in totale sono quindi 132 alloggi di questi 5 sono già stati impegnati a Savona”.

PIÙ DI 5MILA PROFUGHI PRESI IN CARICO DAL SISTEMA

“Dall’inizio dell’emergenza – ha detto il direttore generale di Alisa Filippo Ansaldi – ci siamo attivati per garantire a tutti i profughi la massima assistenza: dalle vaccinazioni anti Covid a quelle obbligatorie per l’accesso ai servizi educativi, ma anche tutti i servizi legati al rilascio del documento Stp (straniero temporaneamente presente) per ottenere le prestazioni sanitarie, le attività di screening e tutte le informazioni necessarie legate all’assistenza presso gli infopoint che sono stati allestiti in tutte le province. Complessivamente sono stati oltre 4mila i codici Stp assegnati e più di 5mila (5.208) i profughi presi in carico dal sistema. Sono stati accolti nei nostri ospedali i cittadini ucraini che avevano bisogno di cure nei reparti di nefrologia e ogni Asl si è attivata per fornire tutti i controlli e le visite ai profughi giunti in Liguria”.

L’OSPEDALE PEDIATRICO GASLINI HA ACCOLTO 168 PAZIENTI

“Dal 24 febbraio all’11 aprile abbiamo accolto 168 pazienti ucraini per gli accertamenti necessari, tra accessi in pronto soccorso, day hospital e ricoveri – spiega il direttore generale Renato Botti -. Tra questi 17 bambini affetti da patologie gravi sono riusciti ad arrivare all’ospedale Gaslini grazie alla cooperazione internazionale realizzata sotto l’egida della Protezione civile. Provengono dalla cittadina di Rzeszów, in Polonia, dove l’istituto si è messo a servizio per una settimana per il coordinamento nazionale della gestione dell’emergenza, attraverso l’invio di una equipe medico infermieristica pediatrica, che anche dopo il ritorno in Italia, continua a prendersi cura dei bambini che non possono più essere curati in Ucraina, per organizzare il trasferimento dei piccoli e delle loro famiglie sui mezzi di trasporto disponibili diretti agli ospedali italiani. Stiamo mettendo a disposizione i nostri specialisti per dare una risposta a pazienti oncologici, o affetti da altre gravi patologie, siamo pronti a prendere in cura tutti i piccoli che avranno necessità di terapie di alta complessità. Siamo inoltre felici di poter offrire a due medici provenienti dall’Ucraina la possibilità di proseguire presso il nostro Ircss l’attività di ricerca clinica in ambito pediatrico, precedentemente svolta nel loro paese, bruscamente interrotta a causa della guerra: abbiamo emesso bando di pubblica selezione per due borse di studio per laureati in medicina e chirurgia da svolgersi presso la clinica pediatrica e reumatologica”.

Fin dai primi giorni di conflitto l’ospedale Gaslini ha chiesto a Gaslini Onlus di avviare una raccolta fondi (https://sostienici.gaslinionlus.it/projects/gaslini-per-ucraina) per l’emergenza ucraina destinata alle prime necessità della presa in carico dei piccoli e per accogliere e mettere in sicurezza anche i loro famigliari. La raccolta ha già raggiunto € 96.086,99 in un mese. Parte dei fondi sono già stati utilizzati per garantire una prima ospitalità in Polonia, oggi è possibile anche finanziare il trasporto di alcuni pazienti pediatrici gravi nelle strutture di eccellenza disponibili sul territorio nazionale”.

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