Genova. “Quando siamo entrati nel mercato siderurgico abbiamo stretto rapporti con il gruppo ucraino Metinvest ma purtroppo la loro fabbrica è a Mariupol sotto le bombe. Dobbiamo aiutarla a esportare i nostri prodotti (non solo siderurgici, perché ha esportazioni di grano molto importanti) e stiamo lavorando a un piano B. Dato che nei porti di Mariupol, Odessa e Nikolaev non possiamo andare, abbiamo avuto incontri con le ferrovie ceche e polacche per trasportare via treno questi prodotti e portarli in Croazia”.
Lo ha detto, al seminario organizzato dal gruppo Giovani di Assagenti, Augusto Cosulich, amministratore delegato della Fratelli Cosulich che per trasportare l’acciaio dall’Ucraina ai laminatoi italiani, compreso quello del gruppo, a San Giorgio di Nogaro, aveva acquistato sette navi, bloccate dalla guerra. A margine del seminario del gruppo Giovani di Assagenti, ha spiegato il cambio di strategia.
“In Croazia abbiamo aree di distribuzione e nostre società di spedizione e vogliamo fare partire da lì le navi. Trovare soluzioni alternative è il nostro lavoro. Per quanto riguarda le bramme di acciaio la situazione è più complicata e bisogna ricorrere ad altri mercati”.
Le navi potranno essere impiegate su altre linee, con profitto visto che i noli sono alti, ma una, la Tzarevna, è ancora bloccata nel porto di Mariupol.
“Abbiamo ridotto l’equipaggio da 20 a 5 che sono ancora lì, gli altri 15 sono arrivati a casa con un corridoio umanitario” dice l’imprenditore che sottolinea l’importanza di un piano B. “Se non arrivano le bramme – completa – si fermano i laminatoi italiani con conseguenze sul cliente finale, che sia Fincantieri per costruire le navi o Fiat per le auto”.