Futuro

Slala: un grande retroporto nel Basso Piemonte per estendere operatività scalo genovese

Questa la proposta arrivata dagli stati generali della logistica del Nord Ovest, in corso ad Alessandria, presenti anche Toti e Benveduti

stati generali logistica

Alessandria. Creare nel Basso Piemonte, facendo perno sullo scalo smistamento ferroviario di Alessandria e sui ‘Buffer’, una grande area retroportuale, un ‘dry port’ (porto a secco), che operi in stretto coordinamento con Genova e Savona. Questi porti sarebbero collegati sia su rotaia, per arrivare a comporre i treni da 750 metri, sia con il servizio shuttle gestito dai ‘Buffer’, vere e proprie banchine intelligenti a secco, in grado di decongestionare i porti, rendendo contestualmente possibile l’attività delle banchine per più ore rispetto a quelle in cui oggi si concentra l’attività.

Questa la proposta arrivata dagli stati generali della logistica del Nord Ovest, in corso ad Alessandria, da parte della Fondazione Slala (sistema logistico del Nord Ovest d’Italia).

Il gigantesco polmone retroportuale estenderebbe l’operatività all’intero Basso Piemonte, creando le condizioni per lo sviluppo di attività strettamente collegate come la lavorazione di una parte delle merci.

L’idea non è nuova, ma nuove sono le tecnologie informatiche che consentono di coordinare al minuto le partenze e gli arrivi di container sulla connessione porto-retroporto, nuove sono le esigenze di efficienza e di tempi del sistema logistico; nuova è anche la prospettiva di una Zona Logistica Semplificata, che garantisca alle merci in sosta nella rete di retroporti ipotizzati nel Basso Piemonte di beneficiare di condizioni doganali favorevoli (differimento nel pagamento degli oneri), e che renda quindi economicamente sostenibile ciò che sino a oggi non è stato: ovvero una rottura di carico, termine tecnico che contraddistingue una sosta intermedia fra porto e area di consegna.

La proposta, secondo chi l’ha avanzata, sarebbe in grado di decongestionare i porti liguri, il sistema autostradale e ferroviario e creare le basi per una riappropriazione di traffico e centralità anche in Europa.

Due i paradossi affrontati: se i porti di Genova e Savona, grazie anche al potenziamento delle infrastrutture portuali e marittime previste, incrementassero in modo significativo i loro volumi di traffico (specie container) si troverebbero a far fronte a un effetto boomerang: l’aumento del traffico si tradurrebbe in un incremento dei tempi di sosta sulle banchine e nei terminal, in una congestione h 24 di ferrovie e specialmente autostrade e in una perdita complessiva di efficienza e affidabilità.

In quel caso si innescherebbe una spirale negativa e verrebbe vanificata la grande opportunità non di fare concorrenza ai porti del Nord Europa, ma di recuperare una quota significativa dei circa 900.000 container con merce destinata al polo produttivo del Nord Ovest italiano e movimentati in porti del Nord Europa. Come emerso in una recente ricerca, considerando un valore medio-basso di 30.000 euro della merce contenuta in un container da 20 piedi, ogni container non movimentato nei porti italiani significa una perdita media di 7.000 Euro di gettito Iva per l’Italia. Complessivamente significa circa mezzo miliardo di Iva regalato ogni anno a Olanda, Belgio e Germania.

Secondo il calcolo messo a punto da studi paralleli della BEI e di UIRNet (ora Digitalog), lo spostamento di una quota consistente dei container (circa il 30%) costretti oggi a lunghe attese, o in porto o per entrare in porto, farebbe tornare i conti rendendo possibile nel retroporto anche la formazione di quei treni di 750 metri che rendono economicamente vantaggioso il trasporto container su ferrovia.

“Quella lanciata oggi – afferma Cesare Rossini, presidente della Fondazione Slala, principale promotrice dell’iniziativa – non è un’ipotesi progettuale; è una sfida che va vinta per la portualità ligure ma specialmente per la competitività ed efficienza del sistema industriale e logistico del Nord Ovest e quindi dell’intero Paese”.

Con 20 milioni circa già disponibili nel decreto Genova ai quali potrebbe sommarsi un intervento specifico della Bei, con la creazione dei “Buffer”, veri e propri cervelli pensanti del sistema, con l’intesa fra Slala e l’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale sfociata nella scelta di queste strutture come retroporto in grado di accogliere e smistare circa 500.000 container all’anno, e con la Zona Logistica Semplificata, il sistema portuale ligure, oggi ai limiti del collasso anche a causa dei lavori sulla rete autostradale, potrebbe crescere dai circa 2,7 milioni di  container Teu attuali a oltre 4 milioni, centrando parallelamente una serie di obiettivi strategici: decongestionare l’intero sistema (a beneficio anche di altre filiere come quella turistica), abbattere l’impatto ambientale, liberare le autostrade dalla morsa del traffico, incrementare i traffici portuali (e il conseguente gettito Iva), fertilizzare le aree retroportuali anche per eventuali attività industriali indotte. Il tutto con una proiezione di ritorno degli investimenti difficilmente riscontrabile in altre opere pubbliche.
Senza considerare il fatto che proprio lo scalo smistamento di Alessandria si troverà nevralgicamente all’uscita di un ramo del Terzo Valico ferroviario e quindi nella posizione ottimale per svolgere, insieme con le altre aree retroportuali raccordate, una vera e propria funzione di polmone.

Le funzioni del Buffer

Area facente funzione di terminal marino a terra:
– Accoglie le merci (container e semirimorchi) per regolarne l’afflusso e il deflusso dai porti.
– Opera in sincronia con i Porti tramite i servizi della Pln.
– Un sistema shuttle (gomma e treno) scambia le merci con i porti assicurando la massima efficienza (niente code e congestioni agli ingressi).
– Aperto a ogni altro uso logistico (deposito, riparazione vuoti, parcheggio, cambio turno autisti).
– Perché il sistema Buffer sia proficiente deve essere operativamente sincronizzato con l’attività dei terminal, la sincronizzazione avviene attraverso la Piattaforma Logistica Nazionale Digitale mediante il Modulo Sistema Buffer e il Port Community System;
– Il servizio di trasferimento dei container tra le aree Buffer e il porto avverrà tramite un servizio di navettamento su camion (progressivamente utilizzanti bio-carburante).

All’evento ha partecipato anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti: “L’idea degli Stati Generali della logistica nasce da lontano e ritrovarci in concomitanza con la ripartenza del mondo dopo gli anni segnati dalla pandemia credo sia quanto mai opportuno. Oggi stiamo lavorando perché i nostri porti possano aumentare la prorpria ricettività, dal Porto di Vado, la Diga del porto di Genova, l’operatività dei nuovi terminal, il Bettolo, il Terzo Valico che sta crescendo alle nostre spalle e con la firma del protocollo d’intesa con Lombardia e Piemonte stiamo lavorando per costruire una filiera della logistica che ci permetta di avere a terra lo spazio che la Liguria non ha attaccato ai suoi porti. Mettiamo intorno a un tavolo Governo e Regioni e costruiamo quella filiera di cui c’è bisogno”.

Secondo l’assessore regionale allo Sviluppo economico, ai porti e alla logistica Andrea Benveduti “la logistica è strumento chiave di coesione del territorio, di movimento e interscambio delle merci. Dopo due anni di pausa, a causa dell’emergenza sanitaria, era importante ripartire con gli Stati Generali per un coordinamento del sistema logistico del Nord Ovest condiviso tra Liguria, Lombardia e Piemonte, con uno sguardo anche verso il Veneto, per una strategia sovraregionale condivisa che orienti lo sviluppo logistico, intermodale e trasportistico delle merci. L’incontro è stato occasione anche per un aggiornamento da parte del governo sullo stato di avanzamento della Zone Logistiche Semplificate “Zls”, per cui l’esecutivo si è impegnato a emanare uno specifico Dpcm che finalmente farà chiarezza sulla normativa, definendo le procedure di istituzione, le modalità di funzionamento e la governance, oltreché le condizioni per l’applicazione delle misure di semplificazione previste. Una buona notizia, che fa il paio a quella della nomina di Massimiliano Bianco, quale rappresentante della presidenza del consiglio nel comitato d’indirizzo della Zls ‘Porto e retroporto di Genova’. Passaggio che accelera il percorso per concludere la fase istruttoria e dare finalmente piena operatività ai regimi autorizzativi burocratici semplificati e alle potenziali agevolazioni fiscali, a cui potranno accedere le imprese rientranti nella area istituita da decreto Genova”.

 

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