La delibera

Peste suina, firmata la delibera: da oggi in Liguria via libera (con precauzioni) a sentieri e boschi

Tra le prescrizioni: non uscire dai sentieri, disinfettare o cambiare le scarpe e non parcheggiare le auto sull'erba

sentiero chiavari

Genova. La giunta regionale ha firmato la delibera con il nuovo regionale per il contenimento della peste suina che consente dopo due mesi e mezzo di tornare a percorrere boschi e sentieri della Liguria anche nei famigerati 36 comuni liguri della cosiddetta zona rossa. Lo hanno annunciato il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e il vicepresidente e assessore all’agricoltura Alessandro Piana.

Il provvedimento arriva dopo lunga triangolazione tra Genova Roma e le tante associazioni e imprese dei territori. Un dialogo talvolta anche aspro che è arrivato fino in Parlamento dove mercoledì è stato approvato il disegno di legge per la conversione del decreto emanato dal governo per far fronte all’emergenza legata all’esplosione della peste suina.

Il piano ligure dispone una nuova zonizzazione in base alla nuova normativa europea che individua una zona infetta, suddivisa tra area di circolazione attiva virale e area ad alto rischio, un’area di sorveglianza e un’area indenne. Nell’area di circolazione attiva virale, corrispondente alle valli Scrivia e Stura, in realtà si potranno percorrere solo i sentieri della Rete escursionistica ligure da soli o in gruppi composti al massimo da 20 persone e non nelle 48 ore successive a forti piogge.

“Abbiamo deliberato il piano regionale che prevede l’apertura di tutte le attività che erano state interdette in prima battuta dai ministeri, non era scontato e neanche certo“, spiega Piana. Riprenderanno “tutte le attività legate all’aria aperta e la pesca nelle aree interne. Non dimentichiamo come la crisi ucraina abbia aumentato il costo dei foraggiamenti ed è giusto consentire ai nostri agricoltori di accedere ai pascoli per far fronte alle spese che hanno dovuto sostenere”, ha aggiunto. In base a questi ragionamenti “abbiamo predisposto una serie di ristori per tutte le attività che hanno subito un danno economico dall’interruzione dell’escursionismo nei boschi”.

Il piano ligure dispone una nuova zonizzazione in base alla nuova normativa europea che individua una zona infetta, suddivisa tra area di circolazione attiva virale e area ad alto rischio, un’area di sorveglianza e un’area indenne. Nell’area di circolazione attiva virale, corrispondente alle valli Scrivia e Stura, in realtà si potranno percorrere solo i sentieri della Rete escursionistica ligure in gruppi composti al massimo da 20 persone e non nelle 48 ore successive a forti piogge.

Fra le strategie di contenimento ad ampio raggio individuate dal documento, è prevista la realizzazione di sbarramenti lungo le strade statali dei Giovi e del Turchino e di una delimitazione a basso impatto della zona cuscinetto tra l’area di circolazione attiva del virus e l’area infetta. Continuano le misure sui suini domestici per concludere gli interventi di depopolamento, permane il divieto di movimentazione di partite di carni fresche e di sottoprodotti nella zona infetta oltre al mantenimento di condizioni di biosicurezza adeguate in tutta la Liguria.

Saranno posizionati dei cartelli con indicazioni che l’escursionista dovrà seguire. Tra le precauzioni per gli escursionisti e gli appassionati di outdoor “il cambio e la disinfezione delle scarpe, non parcheggiare su boschi e prati a meno che non si tratti di attività di monitoraggio o legate all’agricoltura e non uscire dai sentieri. Un minimo di cautela e responsabilità dobbiamo averla”.

“È un passo importante che ridà un po’ di libertà alle zone duramente colpite dai necessari provvedimenti per i contenimento della peste suina – ha detto il governatore Giovanni Toti – È evidente che non è un ritorno alla normalità, ma è un primo passo che ci consente di tornare a utilizzare in molti modi il nostro entroterra che era stato intercluso. Il commissario, col decreto in conversione alle camere, assumerà più poteri – ha aggiunto il presidente – Occorrerà fare una serie di interventi più strutturali perché non si debella la peste suina in poche settimane ma è la strada giusta”.

Nel piano restano sostanzialmente invariate la zona infetta e la zona di sorveglianza (area buffer) ridenominate dal regolamento europeo della scorsa settimana ma viene ridefinita la regolamentazione delle attività sulla base del rischio epidemiologico, in relazione alle carcasse di cinghiali infetti ritrovate ad oggi. In particolare, sono state analizzate 163 carcasse di cinghiali: 123 sono risultati negativi al virus, 32 sono risultate positive (rinvenute in una porzione limitata della zona infetta) mentre su 8 carcasse sono ancora in corso le analisi. A coadiuvare nelle attività di ricerca e monitoraggio sono stati 1.618 operatori volontari, individuati e coordinati dagli Ambiti territoriali di caccia in prevalenza tra i cacciatori ma anche tra le associazioni escursionistiche e sportive outdoor coordinate dallo Sportello della Montagna. Al 25 marzo erano state effettuate 1.220 uscite di monitoraggio, con 3.268 presenze di operatori volontari.

“Oggi è una buona giornata. Ho emesso la prima ordinanza da commissario – aggiunge Angelo Ferrari, commissario straordinario per l’emergenza peste suina e direttore dell’Istituto Zooprofilattico di Liguria Piemonte e Valle d’Aosta – necessaria per l’attuazione dei piani regionali. La Liguria ha approvato oggi il proprio Piano. L’emergenza non è finita, il problema permane ma siamo sulla buona strada, con un senso di libertà che ci aiuterà anche con un po’ di sano ottimismo a proiettarci nei prossimi mesi. Le cose da fare sono tante, ma quello che è importante è l’aiuto e il contributo dei cittadini in questa fase. La conversione in legge del decreto consentirà al commissario di attuare in modo più incisivo e tempestivo determinate attività fondamentali per arrivare all’eradicazione del virus. Ci stiamo già proiettando verso un ulteriore piano di eradicazione che dovrebbe consentirci di ottenere un cofinanziamento europeo”.

“La Regione ha fatto molto perché ci è stata vicina – afferma il direttore generale di Anci Liguria Pierluigi Vinai – è riuscita ad accompagnarci in questo nostro percorso in cui c’è stata anche un po’ di reazione forte da parte dei Sindaci alle restrizioni imposte in malo modo a livello governativo. Bene le riaperture, bene gli emendamenti voluti da Anci e Regione al decreto Psa che faciliteranno gli abbattimenti, ma non basta. È giunto il momento della solidarietà: abbiamo fatto un sacrificio per taluni che ora possono darci una mano a rilanciare il nostro turismo, e mi riferisco agli emiliani, ai toscani, piemontesi e lombardi, proprietari di grandi allevamenti di suini, che hanno le aziende di trasformazione in tutta la filiera dei salumi”.

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