Genova. “Ci si deve muovere e ci si deve muovere in fretta. Non credo che Francia e Spagna possano fare i furbetti del quartierino e ancora una volta far finta di nulla mentre noi ligi ci adeguiamo”. È l’appello che il presidente ligure Giovanni Toti ha consegnato oggi alla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese, a Genova per firmare due protocolli di legalità per i lavori della nuova diga e del ribaltamento a mare di Fincantieri, per quella che rischia di essere una pesantissima tegola per il settore della cantieristica navale.
L’oggetto del contendere è un’interpretazione piuttosto restrittiva, adottata dall’Italia dall’agosto del 2021, della sentenza della Corte di giustizia europea che limita a 90 giorni la permanenza dei marittimi extra Ue arrivati via terra e via aerea, mentre lascia invariate le norme per coloro che giungono sulle imbarcazioni. In questo modo le aziende che operano sui mega yacht stanno perdendo gran parte degli equipaggi attualmente al lavoro sulle imbarcazioni. Un danno che per Genova è stato quantificato in quasi 50 milioni di euro con quasi mille posti di lavoro a rischio. Altri Stati – come Francia e Spagna, appunto – non stanno applicando questa sentenza.
“Tutto quello che si potrà fare per non creare disparità di trattamento, tutto quello che si potrà fare anche da parte mia verrà fatto e anche nell’immediatezza”, ha detto la ministra Lamorgese rispondendo alle richieste di Bucci, Toti e Signorini.
“È un problema che esiste, stiamo facendo un raffronto a livello europeo – ha proseguito Lamorgese -. In un primo momento è sembrato che, nonostante ci fosse questa sentenza, l’Italia fosse l’unico paese a essersi adeguato a quella decisione mentre altri paesi continuavano a fare come in precedenza, quindi una penalizzazione per noi. Adesso stiamo facendo accertamenti per vedere se ancora è così. Se anche altri Paesi si fossero adeguati, credo che comunque il problema vada affrontato”.
“Chiederemo almeno uniformità di trattamento per tutti – ha continuato la ministra -. Se sono più Paesi a essersi adeguati, faremo un nuovo incontro per cercare di trovare soluzioni che non vadano a creare disparità di trattamento tra marittimi, perché questo sarebbe inaccettabile. Mi sto adoperando anche con altri ministri per capire qual è la via migliore che ci consentirebbe di avere linea uniforme ad altri Paesi europei”.
“Chiediamo di eliminare questo regime per gli equipaggi dei grandi yacht, che vengono a Genova fondamentalmente per tre attività, soste, refitting e crociera – ha spiegato il presidente dell’Autorità portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Emilio Signorini -. Si tratta di equipaggi che hanno un regolare contratto, imbarcati su navi che lasciano lo spazio Schengen e impegnati in attività che durano più di 90 giorni”.
“Ringrazio il ministro – ha aggiunto il presidente Giovanni Toti – anche per averci garantito il suo impegno a risolvere l’impasse dopo la sentenza europea che mette in difficoltà il mercato del refitting degli yacht nei nostri porti perché la permanenza limitata a 90-100 giorni degli equipaggi, come se fossero turisti di passaggio, è qualcosa che rende meno competitivi i nostri cantieri navali. Stiamo parlando della Regione leader nel mondo della nautica e di una specialità, quella del refitting della cantieristica, che riguarda i maxi yacht che stanno nel mediterraneo, il mare più frequentato dalle grandi barche, il mare più utilizzato dai charter, un pezzo importante del nostro turismo e delle sinergie che il turismo porta sul mondo industriale”.