Il presidio

Just Eat, a Genova nuovo sciopero dei riders: “La nostra vita vale più si 7 euro l’ora” fotogallery

La protesta organizzata dal sindacato Si.Cobas: "Applicare integralmente anche a loro il contratto della logistica"

Genova. “Non crediamo che la nostra vita possa valere 7 euro l’ora quando siamo la categoria di lavoratori maggiormente esposti ai rischi delle strada”. Yussef Kafel spiega così, in estrema ma chiarissima sintesi, le ragioni che hanno portato nuovamente i riders di Just Eat a scioperare a Genova. La protesta è stata organizzata ancora una volta dal sindacato Si.Cobas davanti al ristorante Bowl di via Cesarea, uno dei primi in Italia per ordini proprio attraverso la piattaforma di food delivery

“Chiediamo – aggiunge più dignità dal punto di vista dell’aggiornamento del contratto per chi come noi rischia la vita tutti i giorni”. La questione dell’aumento del costo del carburante rappresenta la ciliegina sulla torta ‘amara’ di un settore in cui i lavoratori, pur dipendenti (grazie a un accordo con i sindacati confederali Just Eat è l’unica piattaforma di delivery che prevede l’assunzione con contratto a tempo indeterminato e non più il cottimo) devono avere mezzi propri e per quei mezzi. che siano scooter o bici elettriche, devono sobbarcarsi i costi di manutenzione.

E su questo aspetto a Genova, sottolinea Yussef, i costi sono maggiori rispetto alle grandi città pianeggianti: “A Genova spostarsi costa di più e al carburante per gli scooter, che si consuma di più in salita si aggiunge la batteria delle bici per non parlare dei freni che in una città come Genova vanno cambiati più spesso”.

“Oggi noi abbiamo lanciato questa ennesima mobilitazione – spiega Martino Puppo, del sindacato Si. Cobas – su una piattaforma che è stata presentata a inizio anno a Just Eta, che però a oggi non ha ancora aperto un tavolo di trattativa con la nostra organizzazione sindacale. Le rivendicazioni di questi lavoratori sono molto semplici e partono da una constatazione. Questi lavoratori fanno consegne a domicilio, sono inquadrati parzialmente nel contratto della logistica e rivendicano che questo contratto sia applicato integralmente. Ciò significa avere la paga base del contratto della logistica, avere la tredicesima e quattordicesima non forfettizzata ma maturata interamente, avere le ferie e i permessi pagati integralmente, avere insomma tutte le garanzie previste da quel contratto”.

Tra le anomalie contrattuali quella che riguarda gli strumenti di lavoro, vale a dire in questo caso i mezzi di trasporto: “Oggi questi lavoratori sono doppiamente in crisi perché uno dei punti che l’accordo firmato da Cgil, Cisl e Uil ha lasciato aperto – ricorda Puppo – è che questi lavoratori sono formalmente dipendenti ma sono costretti a fornire loro il mezzo per lavorare. E Questo di fronte a un aumento generale dei prezzi e del carburante significa scaricare questi maggiori costi su lavoratori che lavorano magari 6 giorni a settimana e hanno stipendi che spesso non arrivato a 900 euro”.

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