Stato di agitazione

Galliera, personale sanitario pronto allo sciopero: “Condizioni di lavori insostenibili”

Lo dichiarano i sindacati Cgil e Uil: "Su tutto la situazione del pronto soccorso: lo stazionamento costante di 40/50 barelle per oltre 48/72 ore rende impossibile la gestione dei pazienti"

Ambulanze in attesa al Galliera
Genova. “Il perdurare delle pessime condizioni di lavoro del personale all’interno dell’Ospedale Galliera di Genova ha portato alla dichiarazione dello stato di agitazione per i dipendenti del comparto sanitario”. A dichiararlo attraverso una nota stampa la Fp Cgil e la Uil Flp.
“Contrazione degli organici, emergenza epidemiologica, aumento dell’età media del personale addetto all’assistenza, sono condizioni che hanno determinato un evidente peggioramento delle condizioni di lavoro e sono le motivazioni alla base della protesta –  si legge nel comunicato – Per il personale, già stremato e logorato da ben 24 mesi di emergenza sanitaria, è impossibile affrontare la turnistica in condizioni sostenibili e compatibili con il rispetto degli istituti contrattuali relativi al riposo e al recupero psicofisico”.
Sul tavolo la situazione del pronto soccorso, più volte documentata anche da Genova24, dove il congestionamento delle ambulanze dovute al mancato assorbimento delle emergenze ha più volte creato difficoltà per tutta la macchina del soccorso: “Una situazione per tutte è quella del Pronto Soccorso dove il problema dello stazionamento costante di 40/50 barelle per oltre 48/72 ore, unito alla carenza di personale infermieristico e di supporto, rende impossibile la gestione dei pazienti e insostenibile il carico di lavoro del personale esposto a un rischio professionale elevatissimo, oltre al dilagare del fenomeno delle aggressioni”.
“Anche dal punto di vista delle retribuzioni i lavoratori dell’Ospedale risultano penalizzati – aggiungono i sindacati – Sarebbero infatti proprio i lavoratori a dover finanziare i maggiori costi che la pandemia ha provocato in termini di straordinario e indennità varie dovendo rinunciare agli incentivi annuali e a parte di salario accessorio, che per gli operatori maggiormente esposti significherebbe una perdita di circa 1.800 euro all’anno. Non è tollerabile che chi con competenza, senso del dovere e grandissima responsabilità ha contrastato la pandemia ne debba addirittura sostenere i relativi costi rinunciando ad una consistente parte del proprio stipendio”.
“Esiste inoltre forte disagio per l’incertezza sugli esiti dei percorsi di stabilizzazione del personale a tempo determinato che si è contraddistinto durante la pandemia per competenza e professionalità garantendo i servizi alla cittadinanza mettendo a rischio perfino la propria salute e la propria vita. Sono necessarie risposte e certezza dei percorsi previsti dalla legge di bilancio – concludono le maestranze – Dopo aver tentato le vie della contrattazione e della mediazione, dichiariamo lo stato  di agitazione del personale sanitario non solo per tutelarne le condizioni di lavoro, ma anche per salvaguardare i livelli qualitativi di assistenza sanitaria all’utenza dell’importante presidio ospedaliero”.
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