Genova. I progetti ancora non ci sono ma il Comune vuole fare presto: gara entro metà giugno. Le due aziende leader nel settore che hanno partecipato al dialogo competitivo aperto dall’amministrazione comunale per la realizzazione di un impianto a fune tra la stazione marittima e forte Begato sono ancora al lavoro sulle proposte di fattibilità tecnico economica dopo che palazzo Tursi ha scelto: non sarà una cabinovia, che pure avrebbe consentito un più alto numero di persone trasportate, bensì una funivia.
Il tempo stringe, il cronoprogramma prevedeva che le società specializzate mettessero nero su bianco le loro idee entro la fine di questo mese di aprile. D’altronde è vero che la scelta sulla funivia è arrivata solo poche settimane fa ma è anche vero che i giochi erano aperti da tempo e che da tempo si sa che per questa opera ciclopica ci sono a disposizione tra i 30 e i 35 milioni di euro, quasi la metà di quelli (69) messi a disposizione dal ministero della Cultura attraverso il Pnrr per rilanciare e riqualificare l’intero sistema dei forti di Genova. A questo proposito, l’opera dovrà essere assegnata entro l’autunno in ogni caso per non perdere i fondi europei del piano Next Generation Eu.
“L’obiettivo è esattamente quello di assegnare l’opera prima della fine del ciclo amministrativo” afferma l’assessore Pietro Piciocchi, smentendo chi suggeriva che sotto sotto, in periodo di campagna elettorale, non sarebbe stato conveniente portare avanti un progetto complicato e osteggiato, se non si capisce precisamente da quanti, comunque da comitati già organizzati e combattivi.
Proprio su questo Piciocchi ironizza: “Beato chi ha il dono della profezia”. I comitati, riuniti la scorsa settimana nel piazzale della Gavoglio, sono preoccupati dall’impatto ambientale della futura funivia, si passano di mano in mano rendering e piantine con tracciati ipotetici e ipotetiche pose di piloni.
Perché se è vero che l’opzione funivia consentirà l’installazione di “soli” tre o quattro piloni anziché 13 o 14 come sarebbero stati contemplati da una cabinovia, è anche vero che si tratterà di strutture piuttosto alte. Non ci sono progetti pronti, è vero, né ufficiali ma basta studiare le schede tecniche delle principali aziende del settore – Leitner e Doppelmayr/Garaventa – per capire che i piloni delle funivie, non solo quelle urbane, sono molto alti. Definiti anche fusti, sono realizzati in acciaio e possono raggiungere e superare i 30-40 metri.
“Non appena avremo il progetto saremo felici di mostrarlo ai cittadini in un incontro pubblico – prosegue l’assessore della giunta Bucci, che solo nelle ultime ore ha sciolto le ultime riserve tutte personali sulla propria ricandidatura – per adesso non siamo mai stati invitati a un confronto ma siamo pronti a partecipare se ce lo chiederanno”.
I comitati hanno sollevato, tra le altre cose, il problema dell’abbattimento di una palazzina per fare spazio a uno dei piloni della funivia. Non si sa tuttavia, al momento, dove troveranno spazio i piloni. Si sa solo che la funivia avrà due cabine che viaggiano in direzione opposta.
L’idea della funivia urbana piace al sindaco Marco Bucci che ne ha fatto da tempo una delle sue bandiere. Ma il primo ad averla proposta è stato, nel 2016, uno studente di architettura, Jacopo Tedeschi, all’interno della sua tesi di laurea sulla Città Verticale. Tedeschi, la cui tesi è alla base anche del progetto del Comune, ipotizzava però una cabinovia con 13 piloni.
Vancouver, Amburgo, Lagos sono alcune delle città dotate di funivia urbana con utilizzo e ambizioni sia turistiche sia di trasporto pubblico. Altre città come Barcellona, Hong Kong o Ankara hanno scelto invece le cabinovie.
Le soluzioni offerte dal mercato, oggi, se si parla di funivie, consentono di realizzare campate da oltre 3000 metri di lunghezza e di trasportare fino a 4000 persone all’ora. La funivia genovese avrebbe obbiettivi più bassi: tra le 1000 e le 2000 persone all’ora, al massimo, e campate comunque più corte: in tutto il tracciato è di 2621 metri con una stazione di partenza vicina alla futura Hennebique, una a metà strada vicino alla caserma Gavoglio e una di arrivo, realizzata all’interno della collina, a forte Begato.
Le funivie di ultima generazione, inoltre, dovrebbero avere la possibilità di resistere a venti molto forte, fino a 70 o anche 100 chilometri all’ora. Una caratteristica non ininfluente visto che nella valle del Lagaccio non sono rare raffiche di questo tenore.
Nel frattempo il Comune prosegue il dialogo con la Sovrintedenza dei beni culturali per non andare incontro a battute d’arresto legate alla coesistenza con ambienti ed edifici. Il punto più delicato, oltre che sul fronte ingegneristico, è quello che vedrà la funivia scavalcare per oltre 300 metri i binari della ferrovia presso la stazione Principe lambendo anche i giardini di Palazzo Del Principe.