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Festen: all’Ivo Chiesa il gioco della verità tra teatro e cinema

Interessantissima versione italiana ispirata al celebre film che vinse il Gran Premio della Giuria a Cannes nel 1998

Genova. In una villa lussuosa si riunisce la famiglia Klingenfeldt per festeggiare i 60 anni del patriarca Helge. Nella casa si ritrovano i tre fratelli: Christian, Helene e Michael, quest’ultimo non ufficialmente invitato perché fonte di disastri a causa della sua indole collerica e incline all’alcolismo. Su tutti incombe l’assenza di Linda, gemella di Christian, morta suicida da poco tempo. Al momento del brindisi Christian fa un discorso che rivela restroscena terribili legati al rapporto di lui e di Linda col padre. La patina mondana e i sorrisi forzati si sgretoleranno sotto i colpi di rivelazioni inaspettate e rese dei conti nell’incertezza di capire quale sia la verità.

Il film Festen – Festa in Famiglia aveva vinto nel 1998 il Gran Premio della Giuria al Festival di Cannes. L’adattamento teatrale dello stesso autore Thomas Vinterberg con Mogens Rukov e Bo Hr. Hansen e la messa in scena a Londra ne avevano decretato nuovo successo. Al Teatro della Corte – Ivo Chiesa, per la stagione del Teatro Nazionale è arrivata l’interessante versione italiana “Festen – Il gioco della verità” a cura di Marco Lorenzi (che è anche il regista) e Lorenzo De Iacovo messo in scena dalla Compagnia Il Mulino di Amleto.

Interessante perché, pur essendo una trasposizione teatrale, Lorenzi strizza l’occhio al cinema: gran parte dello spettacolo (quasi due ore) è ripreso da una videocamera che proietta primi piani su un telo tra palco e pubblico. Inevitabile godersi le espressioni degli attori, “costretti” a stare sul palco e a recitare in un modo completamente diverso rispetto a uno spettacolo tradizionale. Lorenzi gioca abilmente con il mezzo, creando piccole ma efficaci illusioni visive e dando un senso alle parti in cui la telecamera non entra in gioco: quelle in cui l’ipocrisia, la falsità nei rapporti interpersonali viene meno.

Lo spettacolo, pur trattando di un tema estremamente delicato e drammatico, scivola via molto bene in un’alternanza tra commedia e tragedia grazie all’abilità degli attori, al meccanismo oliato di movimenti e messa in scena, e a un testo di un’efficacia estrema, con riferimenti da brivido alla favola di Hansel e Gretel, con la quarta parete bucata in un paio di occasioni (il pubblico invitato a scegliere all’inizio il copione verde o quello giallo).

Colpisce la calma e la freddezza con cui il padre (Danilo Nigrelli) accoglie le accuse di Christian (Elio D’Alessandro, bravo anche nelle parti musicali). Straordinaria l’algida presenza di Irene Ivaldi nei panni della madre che sapeva, ma non ha fatto nulla per impedire, pur di salvare le apparenze. Tutto il cast è da menzione: Barbara Mazzi (la sorella che sta insieme a una donna, ma di cui la famiglia ignora l’esistenza), Roberta Calia (la compagna incinta di Michael), Raffaele Musella (un Michael pieno di energia, a tratti infantile), Yuri D’Agostino (il “figlio adottato” gran cerimoniere della serata), Angelo Tronca (il nonno e il cameriere) e Roberta Lanave (la cameriera innamorata di Christian).

Applausi calorosi del pubblico alla prima, composto da parecchi giovani, anche studenti Erasmus, grazie alla formula Happy Theatre Hour, che prevede aperitivo e dj set prima dello spettacolo.

Festen è in scena sino a sabato 9 aprile (il 7 e il 9 alle 19:30, l’8 alle 20:30).

La produzione è di Tpe – Teatro Piemonte Europa, Elsinor Centro Di Produzione Teatrale, Teatro Stabile Del Friuli Venezia Giulia, Solares Fondazione delle Arti in collaborazione con Il Mulino di Amleto.

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