Genova. Ha partecipato un po’ a sorpresa alla messa di Pasqua celebrata ieri mattina nello stabilimento di Cornigliano Lucia Morselli, ad di Arcelor mittal nonché di Acciaierie D’Italia.
Nessun accenno alle polemiche di queste settimane sulla mancata manutenzione degli impianti che ha portato a prescrizioni della Asl che hanno stoppato l’impianto per una settimana né all’esposto presentato dalla Fiom sull’utilizzo della cig per tutti i lavoratori del reparto, un utilizzo secondo il sindacato “illegittimo”.
Morselli, tuttavia, chiamata a intervenire dopo la messa celebrata dall’arcivescovo Tasca non ha mancato di lanciare alcuni segnali. Anzitutto ha rispedito al mittente ogni ipotesi di cessione delle aree ex Ilva dove realizzare nuovi insediamenti industriali, una soluzione che piacerebbe molto al sindaco di Genova Marco Bucci ma che una settimana fa ha sollevato anche il suo principale avversario nella lotta per la poltrona di sindaco, il candidato del campo progressista Ariel Dello Strologo.
“Le aree non sono ipotecabili – avrebbe detto Morselli secondo quanto appreso da fonti sindacali – sono destinate alla siderurgia e devono produrre lavoro siderurgico“.
E rispetto al futuro dello stabilimento l’ad ha ribadito quanto l’azienda voglia puntare a Genova proprio sulla produzione della banda stagnata: l’idea è quella di “raddoppiare gli impianti e quindi la produzione“, ma è evidente che gli investimenti dipendono fortemente dagli accordi con il Governo, oggi proprietario al 38% degli stabilimenti, percentuale che dovrebbe salire al 60% ma solo a determinate condizioni (il dissequestro degli impianti a Taranto, l’accordo sindacale e il piano ambientale). Nel frattempo, tuttavia, come hanno dimostrato le ispezioni della Asl, l’assenza di manutenzione sta diventanto un problema grave.
“Valutiamo positivamente la visita a Cornigliano di Morselli in occasione della Messa Pasquale – dice il presidente di Fedemanager Liguri Marco Vezzani e soprattutto il suo impegno a non dismettere le aree ex Ilva e a raddoppiare e ad ammodernare gli impianti per la produzione della latta. Tuttavia resta aperto il problema di urgenti interventi per la sicurezza e la manutenzione e la necessità di accelerare il piano per Taranto che sconta soprattutto i ritardi del Governo”.
Nel frattempo tuttavia i rapporti tra azienda e sindacati restano tesi: ancorq nessuna data è stata concordata per il tavolo di monitoraggio tra azienda e rappresentanti della sicurezza dei lavoratori che il prefetto (assente alla messa pasquale) avrebbe voluto convocare già questa settimana, ma secondo quanto appreso quasi certamente la prossima settimana l’incontro si terrà.
Inoltre, come si è appreso da fonti dell’rsu un lavoratore coinvolto nell’incidente che ha portato allo stop temporaneo dell’impianto della latta è stato sospeso telefonicamente o meglio, messo in cassa integrazione con una comunicazione telefonica.
La risposta del’rsu non si è fatta attendere: “Apprendiamo che nel tardo pomeriggio di ieri 22/04/2022, l’ufficio del personale del sito di Genova, ha comunicato telefonicamente ad un lavoratore del Taf 2, poche ore prima dell’inizio del turno, di non presentarsi al lavoro. Riteniamo inaccettabili e fuori da ogni contratto collettivo queste modalità di gestione del personale” hanno scritto i coordinatori di Fiom, Fim e Uilm Armando Palombo, Nicola Appice e Mauro Micheli in attesa di ulteriori chiarimenti che arriveranno a questo punto non prima di martedì 26 aprile. Proteste anche dall’Us: “Siamo davanti all’ ennesima ritorsione per gravi carenza aziendali sui lavoratori” dice il sindacato bollando come “inaccettabili i metodi ed i modi di agire da parte della società”.