Genova. Non un sequestro bensì un fermo per motivi di sicurezza del treno di laminazione a freddo del ciclo latta, noto come TAF 2, che ‘comanda’, in quanto ne costituisce il primo passaggio, tutto il ciclo della latta dello stabilimento di Cornigliano. La Asl3 ha prescritto “l’adozione immediata di misure allo scopo di far cessare il pericolo per la sicurezza e la salute dei lavoratori e la ripartenza della linea viene subordinata all’adozione di tali misure”
La decisione è arrivata al termine dell’ispezione di oggi da parte dell’organo di vigilanza della Asl3 dopo che ieri, a causa della rottura di un paranco si è staccata una bobina da 250 chilogrammi.
L’incidente segue quello di sabato dove i cavi di una gru si erano strappati facendo precipitare un rotolo da 10 tonnellate. In quel caso gli ispettori avevano sequestrato cavi e bozzello di una gru, che però non era l’unica a operare sull’impianto Temper. Adesso, finché l’azienda non provvederà alle sostituzioni dallo stabilimento di Genova non uscirà più la banda stagnata indispensabile soprattutto per il mercato alimentare.
“Il fermo stabilito dalle autorità competenti – commenta il coordinatore dell’rsu Armando Palombo – è la prova del nove di quello che stiamo dicendo da mesi e cioè che l’azienda non solo non fa investimenti ma nemmeno manutenzione e il fatto che tenga in queste condizioni il ciclo più importante e strategico dello stabilimento la dice lunga sull’attenzione che ha rispetto alla produzione del sito genovese”. Proprio ieri i sindacati hanno messo nero su bianco tutti i problemi legati allo stato degli impianti nella memoria consegnata al prefetto “che abbiamo trovato molto preparato e sensibile – sottolinea Palombo – Ora attendiamo il tavolo della prossima settimana con l’azienda: ci arriviamo con l’ennesimo incidente e un ennesimo deraglio di un locomotore, augurandoci che non ce ne siano altri. Anche ieri un lavoratore stava a poca distanza dalla bobina e solo per questo non si è fatto male”.
Secondo quanto appreso, l’azienda ha fatto sapere di essere in grado di procedere alle riparazioni entro alcuni giorni, per poter riaprire l’impianto subito dopo le vacanze di Pasqua e nel frattempo ha disposto la cassa integrazione per tutti i lavoratori coinvolti (circa 180). I sindacati, che già non hanno mai firmato la cigs per il piano industriale (250 i lavoratori genovesi coinvolti) sono in attesa di discutere con il prefetto la legittimità della nuova cassa integrazione.