Genova. Una lunga e animata discussione ha avuto luogo questo pomeriggio presso la Commissione Trasporti della Camera dei Deputati con diverse audizioni informali sul progetto di trasferimento dei depositi petrolchimici nel porto di Sampierdarena. A prendere parola tutti i principali protagonisti che in questi mesi e in queste settimane hanno alimentato il dibattito cittadino sulla spinosa querelle, dai comitati al presidente di Autorità Portuale Paolo Emilio Signorini.
In circa tre ore di dibattito sono emerse tutti i principali nodi ancora da sciogliere per il trasferimento. A partire da quello che è mancato. Su tutti l’opzione di ponte Somalia che di fatto è stata assente durante il dibattito pubblico promosso e coadiuvato dall’Università degli Studi di Genova: durante le settimane di discussione pubblica, infatti, tra le varie ipotesi di dislocamento non era prevista quella che poi è diventata l’opzione “forte” sul tavolo.
Presenti anche i dirigenti di Superba e Carmagnani, che hanno descritto il progetto e la necessità industriale del trasferimento. Una necessità fatta anche da un rinnovo degli impianti impellente e di una piano di sviluppo industriale: “I nostri clienti sono le industrie del nord del paese – ha sottolineato l’amministratore delegato di Superba srl, Alessandro Gentile – e non è possibile che i materiali passino dal Mediterraneo per poi arrivare a Rotterdam e tornare in Italia passando da nord”.
Presenti anche i comitati cittadini, cosa non così scontata visto il livello istituzionale e ottenuta grazie alla spinta dal basso del territorio di Sampierdarena che con il presidente della seconda commissione del Municipio II Centro Ovest Fabrizio Maranini e il presidente del Municipio Michele Colnaghi sono riusciti a replicare una modalità più allargata possibile. Hanno preso parola i rappresentanti del Comitato Multedo per l’ambiente, del Comitato Officine Sampiardarenesi e del Comitato Lungomare Canepa.
Oltre a tutti i dubbi legati alla sicurezza di un impianto a rischio di incidente rilevante, da Multedo è emerso la possibilità che le aree di Multedo che saranno liberate, su cui i cittadini hanno espresso diversi “desideri” alla pubblica amministrazione, dovranno ovviamente essere bonificate, ma è ancora da capire chi dovrà farlo. Secondo quanto detto in commissione da Giampiero Cellberino, del Comitato Multedo per l’ambiente, tutto dipenderà dal prezzo con cui si concluderà la transizione degli spazi, oggi di proprietà della aziende, ma non è escluso che il Comune possa dover mettere mano al portafogli anche dopo l’acquisto. Oltre ai 30 milioni previsti per il dislocamento a Ponte Somalia, attinti dal fondo arrivato a Genova dopo la tragedia di Ponte Morandi, il Comune di Genova potrebbe sobbarcarsi la bonifica di queste aree. Tutto però è ancora da decidere.
A prendere la parola anche il Comitato Lungomare Canepa che ha ribadito la propria posizione: Sampierdarena oggi convive con grandi servitù, dalla Gronda a Mare al porto. A questo, che produce un bilancio già in perdita per quanto riguarda la qualità della vita, aggiungere anche un grande impianto dal forte impatto ambientale (sia per l’attività che per la logistica) e di sicurezza. Presente anche il presidente di Municipio Michbele Colnaghi che ha portato davanti ai parlamentari tutte le difficoltà di dialogo con l’Autorità portuale e tutti i dubbi sull’opera, oltre ad aver testimoniato la grande mobilitazione dei cittadini.
A chiudere l’audizione di Paolo Emilio Signorini, presidente dell’Authority, che ha ribadito la posizione dell’ente sul progetto: “In realtà bisognerebbe chiedersi l’Italia che cosa vuol fare del settore chimico – ha sottolineato – in questi anni non abbiamo visto una strategia nazionale in questo ambito, e forse dovrebbe esserci. Per quanto riguarda Genova è un porto che non può prescindere da questo settore e il progetto punta proprio a questo. L’opzione zero non va in questa direzione”.