Le indagini

Bufera su Giurisprudenza, sei docenti rischiano la sospensione. Il rettore: “Grande turbamento”

Il giudice deciderà dopo gli interrogatori del 9 maggio. L'università: "Fiducia nella magistratura, ora scegliamo il silenzio"

università genova

Genova. Verrà deciso il 9 maggio dopo gli interrogatori degli interessati se i sei docenti della facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Genova, indagati dalla Procura per i presunti concorsi pilotati, potranno o meno continuare a insegnare.

Per sei di loro infatti il sostituto procuratore Francesco Cardona ha chiesto la misura interdittiva, vale a dire la sospensione, ma trattandosi di pubblici ufficiali la legge prevede che il gip decisa solo dopo gli interrogatori. Sono una decina i bandi constatati dalla guardia di finanza agli indagati ma gli investigatori non escludono che dai pc e telefoni sequestrati possano emergere ulteriori episodi.

L’indagine è nata dopo che il Tar a novembre 2020 aveva annullato su ricorso di una candidata esclusa un concorso da ricercatore in diritto tributario che era stato vinto dal figlio dei uno dei docenti oggi indagati. Poco dopo era arrivato in Procura l’esposto di un candidato al posto di docente di seconda fascia.

Secondo gli investigatori i bandi erano disegnati a misura del candidato predestinato a vincere l’assegno di ricerca o la cattedra, modulando i requisiti sul curriculum di colui che sarebbe poi risultato il vincitore e definendo il progetto di ricerca a partire dagli studi del prescelto. In alcuni dei concorsi contestati sono stati esclusi dall’ammissione ai colloqui candidati che pur ne avevano i requisiti. In qualche occasione gli indagati avrebbero violato regolamenti d’Ateneo e segreto d’ufficio per scoprire in anticipo i nomi e i cv dei partecipanti ai bandi prima della riunione della commissione e addirittura simulato, con un accesso abusivo al sistema informatico dell’Università, i criteri di attribuzione dei punteggi modificando i punteggi per i titoli preferenziali in modo che il candidato prescelto per forza ottenesse quello più alto.

“È una vicenda che ci ha colpito molto e lasciato grande turbamento – commenta il rettore dell’Università di Genova Federico Delfino –  Ora credo che la cosa migliore per l’Università di Genova sia il  silenzio, nell’attesa che la giustizia compia il suo corso, con piena  fiducia nei confronti dell’operato della Magistratura”.

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