Lettera al direttore

Intervento

Ambientalisti e associazioni per la mobilità sostenibile a Bucci: “Solo ora ci dice che anche per lui il tram era meglio?”

Generica

Genova. Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa congiunto di
Associazione Mobilitagenova,
Fridays For Future,
WWF Genova Città Metropolitana,
Comitato SìTram,
Associazione Amici di Ponte Carrega,
Famiglie senz’auto,
Comitato Contro La Cementificazione di Terralba,
Circolo Nuova Ecologia,
UTP -Associazione Utenti del Trasporto pubblico,

Apprendiamo da dichiarazioni del sindaco stesso che «Tutti volevano il tram e anche io lo volevo, ma a Genova non è così semplice. Si devono fare scavi nel sottosuolo fino a 70, 80 centimetri e vuol dire rifare i sottoservizi della Valbisagno, bloccando le strade per tre anni di lavoro. Non era la soluzione adatta». Il sindaco – ci ricorda – voleva il tram. Era quanto aveva promesso in campagna elettorale, e forse ha preso un po’ di voti anche per queste sue promesse. Ma poi c’è stato il dietrofront.

Abbiamo così sentito dirgli cose assolutamente non vere, tipo che il tram è obsoleto e che tutto il mondo lo sta abbandonando; ma, in verità, centinaia di città in tutto il mondo lo stanno usando (alcune magari dopo averlo abbandonato per poi ritornare sui loro passi) ed altre che non l’hanno abbandonato lo stanno potenziando. Abbiamo anche sentito cose stupefacenti dato che è arrivato a dire che il filobus era meglio del tram.

Il filobus ha una sua dignità, sia chiaro, ma non ha e non può avere le stesse potenzialità, né in termini di capacità di trasporto, né di attrattiva per gli utenti né in termini di riqualificazione urbana (per cui può andare bene su linee secondarie, non di forza) salvo poi dire che sono ancor meglio i bus elettrici. E sono almeno tre anni che il sindaco ci vende la narrazione che la mobilità della città (e con essa la sua attrattività e vivibilità) migliorerà grazie al suo mirabolante progetto degli assi di forza gestiti con filobus/bus a batteria. Il tutto condito con propositi “green”. Ora ci ritorna a dire che il tram era meglio?

Ma, allora, il problema erano i “sottoservizi”? Che “Genova non è così semplice”? Rimaniamo basiti, il sindaco manager, quello del Ponte Morandi, che si “spaventa” per la gestione di un cantiere? E non si fa l’intervento che serve e che «tutti volevano» perché si ha paura di mettere le mani su quel disastro che sono i sottoservizi genovesi? Per cui ogni volta che c’è da riparare un tubo o un cavo si squarta un pezzo di città per mesi e mesi, e poi magari dopo un po’ lo stesso pezzo viene di nuovo squartato per mettere la fibra ottica e poi si ricopre con un brutto “tapullo” di asfalto o cemento che fa sembrare la città sempre più brutta e malcurata?

Mettere mano (e ordine) ai sottoservizi è un investimento a lungo termine per la città, realizzando magari dei tunnel tecnologici che possano evitare il solito “taglia e cuci”. E’ un investimento anche economico, perché chi userà l’infrastruttura dovrà pagarne l’affitto al Comune. Dopodiché, per i cantieri del tram ci vogliono 3 anni? Bene, se un intervento serve alla città, lo si deve fare! I tempi e i disagi dei cantieri sono giustificati dal valore dell’intervento e il sacrificio diventa un investimento. Ma i disagi conseguenti (che esistono) dipendono moltissimo da come i cantieri sono organizzati, non è perché a Genova «non è così semplice». Ad esempio, da quanto è che la città è impegnata per i lavori di copertura del Bisagno? Si temeva che rimanesse bloccata, cosa che non è successa.

Appare infine quantomeno curioso che mentre si ha paura di scavare 80 centimetri sottoterra ci si appresta invece a scavare diversi metri per piantare dei piloni. Ne approfittiamo per ricordare al sindaco che non c’è da far vedere nessun particolare «livello di tecnologia che abbiamo» in opere come lo skymetro. I consiglieri del sindaco (se non hanno come riferimento Topolinia o Paperopoli) dovrebbero sapere che sono infrastrutture vecchie dal punto di vista ingegneristico di un secolo (a piantare piloni sono buoni tutti da tempo). Peraltro sono in declino proprio opere di questo tipo nei contesti urbani strutturati, ipotizzate al più in paesi in via di sviluppo. Dove è finita la “visione in grande” di cui il sindaco ci ha parlato sovente? È evaporata come l’acqua di una pozzanghera creatasi in qualche buca sull’asfalto malamente coperta dopo uno degli ennesimi interventi (che magari bloccano una via per mesi) di riparazione di una sottoutenza?

Ma, a leggere bene, la reale motivazione viene detta, come in lapsus freudiano, quando il Sindaco afferma: “Passare in alto, con i piloni che non danno fastidio alla circolazione… questo è il motivo principale per cui abbiamo deciso di andare a 5 metri in altezza anziché restare sul terreno”. Perché, sul terreno, tutto deve rimanere immutato con il solito caos viabilistico e senza nessun miglioramento urbanistico. Per la città va fatta la scelta migliore, che è quella del tram, quella che può realmente migliorare e rendere più bella e sostenibile la città, non la scelta dettata dalla volontà di lasciare nei fatti tutto com’è”

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