Nell’articolo sui rum avevamo già capito la differenza fra rum e ron. Ma la differenza fra Whisky e Whiskey… e i Bourbon rispetto ai Rye? Iniziamo dalla loro storia:
Comunque lo si chiami, stiamo parlando di una ACQUAVITE DA CEREALI, quindi una bevanda spiritosa ottenuta mediante distillazione di un mosto di cereali maltati.
C’è una diatriba da sempre se il Whisky sia nato prima in Irlanda o in Scozia, c’è anche chi scomoda il noto San Patrizio, ma per quanto riguarda l’etimologia della parola, la parola whisky o whiskey è un’anglicizzazione del termine gaelico irlandese uisce o gaelico scozzese uisge che significa acqua. La denominazione latina dell’alcol distillato aqua vitae venne a sua volta tradotta in “uisce beatha” o “uisge beatha”, ovvero “acqua viva” o “acqua della vita”. Le primissima volta della parola in inglese si riscontra come uskebeaghe (1581).
Il termine WHISKY ha origine scozzese e tale dicitura la troviamo anche in Canada e in altre regioni del mondo; il termine WHISKEY ha origini irlandesi e furono gli immigrati irlandesi a portarlo negli Stati Uniti. Come tutte le regole, mille sono le eccezioni, ma la dicitura già ci potrà fornire informazioni sull’origine del distillato che staremo per bere.
Ora parliamo dei varie categorie di Whisky, partendo dai SINGLE MALTS: prodotti in una singola distilleria, da sola acqua e orzo, distillati in alambicchi discontinui di rame. Seguono i BLENDED: miscela di due o più single malts. I GRAIN: da mosto ottenuto con uno o più cereali (grano, masi, avena) con percentuale minima di orzo. Tantissime sono le altre categorie, ma qua parliamo di quelle che incontrerete con più facilità
Un capitolo a parte merita il BOURBON: nome che spetta a tutti i Whiskey di cereali prodotti in America. Come indicazione geografica tipica, abbiamo il KENTUCKY Whiskey e il TENNESSE Whiskey e il MISSOURI Whiskey. Nel caso leggessimo in etichetta il termine RYE, ci troveremmo davanti a un Whiskey con almeno 80% di Segale, e se leggessimo CORN, stessa quantità, ma di mais.
Arrivando al Giappone: ha un centinaio di distillerie che s’ispirano a produrre un whisky di tipo scozzese; anche perché all’inizio del novecento fu la Scozia ad istruire i primi distillatori, insegnandogli a distillarlo, miscelarlo, invecchiarlo e di conseguenza portarli a produrre un whisky di stile scozzese, ma con un sentore e sapore di torba dai toni più sottili e dal profumo più leggero e delicata fragranza.
Con mio personalissimo gaudio, stanno tornando alla ribalta i Whiskey Irlandesi: prodotti eccellenti e con caratteristiche uniche nel panorama dei Whisky in generale.
Una curiosità: sapete quale è la nazione maggior produttrice di Whisky (vabbè, un qualcosa che ad esso vi assomigli)? L’india!
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