Genova. Vivono in quell’edificio di via Livorno 12 ad Albaro, di proprietà dell’Inps, da oltre 30 anni ma oggi rischiano di dover traslocare se non saranno in grado di acquistare gli appartamenti dove vivono che l’ente ha messo in vendita.
Il fatto è che quell’edificio è considerato dal catasto immobile di pregio anche se a quanto denuncia l’Asia-USB di Roma, di “pregevole” quel palazzo avrebbe davvero poco.
“L’unico intervento decoroso fatto è stato in occasione del crollo delle cantine causato dal fatto che l’edificio è situato sopra uno degli innumerevoli rivi di Genova, ma in questo caso erano obbligati a intervenire. L’omessa manutenzione della palazzina coinvolge diversi aspetti della struttura a partire da inquietanti crepe presenti tutt’oggi nello scantinato, l’ascensore che non raggiunge tutti i piani e si riempie d’acqua ogni precipitazione, le facciate esterne riverniciate in modo sconsiderato contribuendo alla formazione di umidità e muffe negli appartamenti. Oltre a un impianto elettrico fuori norma e l’assoluta mancanza di estintori, il tetto è completamente disastrato: sono presenti tubazioni a vista con guaine di copertura ormai divorate da roditori e volatili, le stesse tubazioni portano alle due cisterne di acqua potabile chiuse in una struttura di cemento e sospetto amianto” spiega il sindacato per descrivere le condizioni del palazzo che risale al 1935, realizzato con una funzione sociale anche se inserito in quello che indubbiamente è un quartiere ricco della città.
“Avendo potuto constatare le condizioni rovinose in cui riversa la palazzina riteniamo sia assolutamente vergognosa ed erronea la valutazione ‘di pregio’ – scrive il sindacato – con tale valutazione l’Inps si libera di ogni responsabilità sociale verso gli inquilini che abitano la palazzina potendo mettere in vendita gli appartamenti ad un prezzo che si aggira intorno ai 250.000 euro senza curarsi del destino dei condomini”, nove famiglie che in questi giorni hanno ricevuto le proposte di acquisto in prelazione.
Si tratta infatti di famiglie a prevalenza anziana e con una disponibilità economica evidentemente limitata data la tipologia di locazione in cui hanno vissuto per i decenni passati.
“Come Federazione del Sociale di Genova – dice il sindacato – ci opponiamo fermamente a tali politiche che hanno raggiunto anche la nostra città, pretendiamo con massima urgenza un incontro con il sindaco Bucci, INPS, Romeo Gestioni e Arte al fine di ridare una funzione sociale allo stabile e, quindi, chiediamo dalle Istituzioni tutte di intervenire a tutela di chi ha il diritto alla casa, degli inquilini, molti anziani, che non possono acquistare alle condizioni capestro imposte dall’INPS”