Genova. “Con buona pace di chi ritiene di rappresentare i partigiani e i valori della Resistenza, la storia è una e una sola: di fronte alla prevaricazione, alla negazione dei diritti, alle invasioni, c’è un momento in cui il ricorso alle armi non solo è legittimo, ma doveroso. Cosa avrebbe sostenuto ANPI nei giorni precedenti al 25 aprile del 1945? Avrebbe forse sostenuto che gli americani facevano male a fornire armi ai nostri combattenti per la libertà? Avrebbe forse chiesto ai partigiani di non scendere dalle montagne, di non combattere?”.
Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, in risposta alle parole di ANPI Liguria.
“Non credo sarebbe stato quello il messaggio, come nessuno allora avrebbe mai pensato che era meglio lasciare le città nelle mani degli occupanti nazisti anziché combattere per la libertà. Combattere! È chiara la parola? Perché ci sono valori e situazioni per le quali combattere è non solo lecito ma doveroso. Lo ripetiamo ogni 25 aprile, quando deponiamo corone di alloro per celebrare chi è morto combattendo, non chi riteneva che, anziché battersi, era meglio cedere all’invasore”, aggiunge Toti.
“Qualcuno sostiene oggi – prosegue – che non vi siano più valori per i quali è giusto combattere? E se ancora esistono, una invasione non è motivo sufficiente per battersi con le armi? Io credo solo che vi sia una ipocrisia di fondo in chi non ha il coraggio di ammettere che le democrazie occidentali, guidate dagli Stati Uniti, furono allora e sono oggi dalla parte giusta della storia”.
“E per favore – conclude – lasciamo in pace Papa Francesco, che fa il suo dovere. La chiesa rappresenta un magistero morale. Il Vangelo predica di offrire l’altra guancia. Ma tutti sanno che, se avessimo offerto l’altra guancia nel 1945, oggi l’Europa non sarebbe un continente libero. Vogliamo smetterla con l’ipocrisia e dire che vi sono momenti e luoghi in cui usare le armi non è solo legittimo, è un dovere civile e morale? L’Ucraina è uno dei quei luoghi. Oggi è uno di quei momenti”.