Eccezionale

Ucraina, padre Tarasenko parla all’aula del consiglio comunale di Genova: “Serve un aiuto veloce”

Il capo della comunità ucraina insieme al portavoce dell'associazione Pokrova, con la bandiera del paese dell'est. Standing ovation di giunta e consiglieri

Genova. “Ci serve aiuto, ci serve accoglienza, ci servono armi e ci servono subito”. Il tema della guerra in Ucraina è entrato prepotentemente nell’aula rossa del consiglio comunale con un intervento di padre Vitaliy Tarasenko, rappresentante della comunità, e Oleh Sahaydak, dell’associazione Pokrova.

I due, con in mano la bandiera del paese dell’est, hanno espresso le preoccupazioni del loro popolo e della loro comunità, hanno ribadito le necessità di profughi e di chi è rimasto nelle città sotto assedio, hanno chiesto che i gemellaggi si traducano in aiuti concreti (Genova è gemellata con Odessa e Kharkiv, Savona lo è con Mariupol) e hanno esteso le richieste di aiuto diplomatico, e anche di armi, ai capi di governo dell’Ue e della Nato. “Bisogna fare presto, oggi per noi non è martedì, non è il 1 marzo, è il sesto giorno di guerra”, hanno detto.

Tecnicamente l’intervento, che è stato accolto con un applauso e una standing ovation da parte di tutti i consiglieri e della giunta, è avvenuto durante una pausa del consiglio. Non è la prima volta – era accaduto con vertenze sindacali importanti – che figure esterne espongono un documento all’aula rossa ma sicuramente è stata la prima volta con un tema come quello della guerra e con, come oratore, una figura religiosa.

“Dico solo una cosa forte e chiara, il mio paese ha bisogno di un aiuto veloce, gli ucraini hanno detto a tutto il mondo di non avere paura di Putin e hanno mostrato la loro forza reale – ha dichiarato Oleh Sahaydak – oggi non è un primo marzo come diciamo noi, ma è il sesto giorno di guerra nella nostra pacifica Ucraina”.

“La gente è scesa in piazza nella città ucraina di Mariupol, gemellata con Savona – ha ricordato padre Vitaliy Tarasenco – per fermare i carri armati senza le armi, ma ugualmente qualche civile è stato ucciso. Ci serve accoglienza, ma ci servono anche le armi e ci servono subito”.

Dopo l’intervento degli esponenti della comunità ucraina, che più volte in questi giorni erano già entrati in contatto con l’amministrazione comunale e che ieri sera erano in piazza per la fiaccolata di solidarietà, il sindaco Marco Bucci ha ribadito loro una forte vicinanza e ha spiegato che sono in corso azioni concrete, come l’organizzazione di un hub per gestire l’accoglienza e la creazione di tre centri di smistamento comunale per la raccolta di generi di prima necessità che si aggiungeranno a quelli di enti del terzo settore e associazioni.

Ripreso il consiglio l’aula ha votato un ordine del giorno condiviso da maggioranza e opposizione sul tema, in cui si invita l’amministrazione a fare il possibile per sostenere la popolazione ucraina, a sostenere le decisione che saranno prese da Ue e Nato e a ribadire solidarietà.

Non hanno votato il documento Ubaldo Santi, Psi, e Paolo Putti (Chiamami Genova): ne avrebbero voluto presentare uno alternativo in cui si parlava più chiaramente di “abolizione della guerra” come “unica speranza per l’umanità”.

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