Polemica

Ucraina, il teatro di Bolzaneto annulla il festival su Dostoevskij: “Tra gli organizzatori il consolato russo”

Ma la decisione è stata criticata da molti. Da valutare il possibile rinvio sulla base dell'evoluzione del conflitto

Generico marzo 2022

Genova. “Pacifismo, lo stai facendo male”. Si potrebbe riassumere così la cascata di critiche piovute nelle ultime ore sul Teatro Govi di Bolzaneto, storica sala della delegazione, polo culturale per la Valpolcevera.

La direzione del teatro, informato il municipio Valpolcevera, ha deciso infatti di annullare un evento previsto nei prossimi giorni come presa di posizione contro il conflitto in Ucraina. L’annuncio su Facebook: “Il festival internazionale di musica e letteratura russa dedicato al 200esimo anniversario della nascita di Dostoevskji non sarà ospitato – si legge nel messaggio – in quanto tra gli organizzatori spicca il Consolato Russo, ed è contro ciò che esso rappresenta politicamente che va la nostra iniziativa, non certo verso gli artisti che si sono dimostrati comprensivi nei nostri confronti e che speriamo di poter ospitare appena la situazione dovesse migliorare”.

“Un evento che noi tutti avevamo accolto con grande entusiasmo e a cui tenevamo davvero tanto – si legge ancora nel messaggio, accompagnato dall’immagine di una bandiera della pace – ci sentiamo però in dovere di rinunciare per affermare a gran voce la nostra posizione, Il teatro Govi è un luogo di cultura, pace e speranza che non vuole aprirsi a chi preferisce le bombe alle parole”.

“Siamo consapevoli che essere di nazionalità russa non significhi automaticamente essere guerrafondai e siamo consapevoli che in una guerra a soffrire siano i popoli di tutte le fazioni coinvolte, ma in questo terribile clima mondiale preferiamo prendere una posizione netta, nella speranza che si ritorni alla pace nel più breve tempo possibile”, concludono dall’associazione che gestisce il teatro, di proprietà pubblica.

La decisione del teatro Govi, non definitiva – l’evento potrebbe essere rinviato a tempi migliori – è finita però sotto una pioggia di critiche, alcune di genuina indignazione altre velatamente strumentali ad attacchi di tipo politico, che però centrano il punto: perché colpire la cultura? Cosa c’entra Dostoevskji con la guerra?

“Il consolato rappresenta la Russia, non il governo russo”, scrive qualcuno. “Ma avete mai letto qualcosa di Dostoevskij? Un Festival a lui dedicato sarebbe stato un ottimo modo per promuovere una cultura russa contraria alla violenza e alle brutture del mondo”, aggiunge qualche altro seguace. “Pessima decisione. Veramente una brutta figura. Queste cose fomentano odio a doppio senso e in questi giorni è l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno”, la riflessione di una cittadina.

A livello nazionale, nei giorni scorsi, aveva fatto discutere la posizione del teatro della Scala che ha chiesto ai direttori d’orchestra e musicisti russi di definirsi contrari alle azioni di Putin, altrimenti non avrebbero suonato sul più prestigioso palcoscenico milanese. Sempre a Milano lo scrittore Paolo Nori, ieri, ha dichiarato a malincuore che l’Università Bicocca ha annullato (ma riattivato, viste le polemiche) un suo corso sulla letteratura russa. Ma gli esempi sono destinati a crescere in numero.

In giornata, però, il presidente del municipio Valpolcevera Federico Romeo ha provato ad aggiustare il tiro: “Il municipio non è mai entrato nelle decisioni del calendario teatrale, ma in qualità di presidente ho chiesto al teatro di organizzare invece un momento culturale e teatrale sulla musica e letteratura russa, in maniera autonoma dal consolato. Sappiamo ben distinguere il valore della cultura e del grande valore di Dostoevskij che non hanno confini. Il teatro è anche critica e questa è una grande ricchezza che dev’essere custodita in ogni ambito, soprattutto quando essa è costruttiva. Ci tengo a ringraziare tutti i volontari del Teatro Govi e sono certo che presto ci sarà il momento teatrale che auspico e invito tutta la cittadinanza a partecipare”.

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