Reazioni

Spese pazze, Miceli: “Spazzata via classe politica per una condanna consumata prima del giudizio”

I commenti di chi è stato assolto, ma per dieci anni ha dovuto "difendere il proprio onore"

Savona. “In questi anni è stata spazzata via un’intera classe politica nella nostra regione. La condanna si era già consumata, molto prima che arrivasse il giudizio. Molto prima che fossimo assolti. Questa distorsione politica, mediatica e giudiziaria è stata di gran moda nel nostro Paese per almeno un decennio. Oggi forse meno, e questo è un bene”.

È il commento di Nino Miceli, ex segretario provinciale del Pd e dirigente politico, dopo la sentenza della Suprema Corte, che ha chiuso la vicenda giudiziaria nella quale erano coinvolti molti ex consiglieri regionali e attuali esponenti politici liguri.

“La Corte di Cassazione − sottolinea Miceli− ha dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Genova contro la sentenza di assoluzione della Corte di Appello di Genova, nel processo per le cosiddette “spese pazze” della Regione Liguria che mi ha visto coinvolto e coimputato insieme ad altri colleghi. Tradotto significa che la Cassazione ha confermato la sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”.

“Dieci anni per dimostrare in quattro diverse aule di tribunale non solo qualche cosa che non si è mai commesso ma addirittura qualcosa che non è mai esistito. Un fatto doloso che non sussiste, proprio come recita la formula. Dieci anni sono un bel pezzo di vita. 10 anni per difendere il proprio onore. Pagando di tasca propria con la moneta della vergogna prima, della sofferenza poi, della frustrazione sempre. 10 anni in cui si invecchia, si cambia un mestiere, si cambia vita. Ed è un bene che il Parlamento approvi una riforma della giustizia che i cittadini onesti attendono da troppi anni, affinché il prossimo innocente non debba aspettare così tanto per avere giustizia” conclude Miceli.

“Anche la suprema Corte di Cassazione mi ha assolto con formula piene sulla vicenda delle cosiddette spese pazze rigettando la eccezioni di ammissibilità del ricorso proposto dalla Procura sulla sentenza di assoluzione in Appello. Ho sempre avuto piena fiducia nella magistratura giudicante, a qualunque livello, sempre ben riposta, con le 35 assoluzione su 35 processi” afferma il sindaco di Alassio Marco Melgrati.

“La mia cristallina onestà è stata ancora una volta acclarata. E adesso partiranno le azioni legali risarcitorie, in quanto mi è stato impedito per un anno e mezzo di esercitare la mia funzione di sindaco, eletto democraticamente dai cittadini di Alassio. Dedico questa vittoria a mio padre, recentemente scomparso, a mia madre e a mia zia Jolanda, che mi hanno insegnato il valore dell’onestà”.

L’ex consigliere regionale e ora sindaco alassino, che si definisce “innocente seriale”, si era commosso in aula durante la lettura della sentenza d’Appello, un anno fa, il 18 marzo 2021: assolto dall’accusa di aver sottratto, durante il suo mandato, alle casse della Regione rimborsi per spese non istituzionali. In primo grado era stato condannato a 2 anni, 11 mesi e 15 giorni con la successiva sospensione per 18 mesi dalla carica di sindaco.

“Le parole non sono sufficienti a rendere l’idea del sollievo che sto provando in questo momento – aggiunge ancora Marco Melgrati -, essere innocenti, subire un un vero e proprio ludibrio mediatico per così tanto tempo, gravato da accuse infamanti. Non voglio ripercorrere lo stillicidio tra indagini, accuse, condanne, sospensioni, memorie e ricorsi che hanno pesato profondamente nella mia vita personale, politica e amministrativa e in quella della mia città che per 18 mesi è stata privata di un sindaco regolarmente eletto“.

“Ora attenderò di leggere tutti gli atti, pochi giorni – prosegue Melgrati – poi valuterò insieme al mio avvocato se intentare una causa di risarcimento per danni morali alla Procura di Genova. Sottoporre un uomo innocente a un calvario giuridico come quello che io e gli altri indagati coinvolti nelle indagini hanno dovuto subire non è poca cosa e non si può accettare che nessuno paghi mai per gli errori commessi. Ho testimonianze di persone che si sono ammalate, anche in maniera grave; ci sono stati drammatici casi di amici che si sono tolti la vita… E’ stato approvato un referendum per la responsabilità della magistratura, credo dia giusto mettere tutti davanti alle proprie responsabilità”.

Valuterò anche una causa contro lo Stato – rincara la dose Melgrati – che con la legge Severino, illegittima e incostituzionale ha privato la Città di Alassio, ma anche molti altri enti locali, di amministratori regolarmente eletti creando non pochi disagi alla vita amministrativa degli enti stessi. Anche qui: possibile che nessuno si assuma le proprie colpe, ammetta errori e almeno provi a correggerli?”.

“Per quanto mi riguarda – la conclusione di Melgrati – sono sollevato, mi sono liberato di ogni peso… Amo scherzare per sdrammatizzare una situazione che in realtà mi ha colpito in maniera profonda. Oggi però posso guardare avanti con ritrovata serenità. La sentenza della Cassazione sgombra il campo anche ad una nuova corsa elettorale. L’anno prossimo Alassio sarà chiamata a scegliere il suo sindaco, e ora posso dire di avere tutte le carte in regola per candidarmi a un Melgrati quater, vedremo”.

Il senatore della Lega Francesco Bruzzone dichiara: “Ho sempre avuto la coscienza a posto e sapevo che, prima o poi, sarebbe arrivato questo momento, quello della verità e della chiarezza. Il mio ringraziamento va alla comunità della Lega, che non mi ha mai fatto mancare il suo sostegno e il mio pensiero è per Edoardo Rixi che, come me, ha pagato la cultura del sospetto e del giustizialismo integralista. Nessuno ci porgerà le sue scuse per le bassezze e le illazioni che ci sono state riservate, nessuno risarcirà il dolore arrecato alle nostre famiglie o il pianto incredulo e immotivato dei miei genitori, quasi novantenni, ma ce ne faremo una ragione. Ora continueremo a fare quello che, da leghisti, sappiamo fare meglio: rimboccarci le maniche e, alle polemiche ed alle chiacchiere vuote, rispondere con l’ascolto delle necessità dei cittadini italiani”.

 

 

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.