Genova. “La corsa del centrodestra a mettere persone della propria area politica in ogni posto pubblico libero, sta diventando asfissiante o, parafrasando Toti, un nuovo ‘genere letterario'”. Così Ferruccio Sansa, capogruppo dell’omonima Lista in Consiglio regionale, sulla recente nomina di Matteo Garnero alla direzione dell’agenzia In Liguria.
Il nome di Garnero è stato indicato dal vice presidente leghista Alessandro Piana, che ha scelto il suo curriculum tra altri 10 curricula arrivati all’Ente tramite bando pubblico.
“Nessuno mette in dubbio le qualità di Garnero, ma qui parliamo di una questione di opportunità – spiega Sansa -. Il neo direttore di In Liguria è un consulente della Lega in Regione per l’assessore Benveduti, oltre a essere stato campaign manager di Bucci nel 2017 e tutt’ora è consulente del sindaco e del Comune di Genova. Proprio ieri infine è stato arruolato ancora da Bucci per coordinare la prossima campagna elettorale per Palazzo Tursi”.
“La cosa ancora più grave – aggiunge Ferruccio Sansa – è che, interpellato dal Secolo XIX sul nuovo ruolo pubblico in Regione e quello politico per Bucci, Garnero ha dichiarato che lavorerà a gratis per la campagna elettorale del sindaco. Quindi svolgerà un’attività politica per Bucci mentre percepisce uno stipendio dalla Regione, utilizzando i soldi pubblici dei cittadini: 87 mila euro lordi all’anno, con un 20% di bonus sulla base dei risultati raggiunti. A noi sembra ovvio che chi fa la campagna elettorale per un sindaco di centrodestra, poi non sia assunto da un ente pubblico “cugino”, guidato della stessa maggioranza. Ma soprattutto: chi lavora gratis per un candidato, poi non può essere assunto dalla stessa parte politica con un contratto che prevede un ricco stipendio pagato con soldi pubblici. Meglio, si fa per dire, sarebbe stato se Garnero avesse lavorato per Bucci con uno stipendio e gratis per l’ente pubblico”.
“Ma qui il punto non è tanto Garnero – conclude Sansa – ma sono Bucci e Toti: gli enti pubblici si chiamano così perché sono di tutti. Perché spendono i soldi di tutti i cittadini, per tutti i cittadini”.