Capolinea

Sanità, in Liguria 500 lavoratori precari saranno licenziati con la fine dell’emergenza Covid

Quasi 250 a Genova, in maggior parte sono Oss. La Fials: "Rinnovare i contratti, nessuno pensi di buttare fuori chi ha garantito i servizi"

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Genova. Sono circa 500 in tutta la Liguria, di cui la metà solo a Genova, i lavoratori della sanità assunti a tempo determinato per fronteggiare il Covid che a partire dal 1° aprile, con la fine dello stato di emergenza, vedranno scadere il proprio contratto. A denunciarlo, diffondendo i dati comunicati dalla direzione di Alisa dopo una ricognizione con le singole aziende, è il sindacato Fials che chiede alla Regione di rinnovare i rapporti in scadenza per “garantire la funzionalità dei servizi all’utenza”.

I numeri più importanti sono quelli della Asl 3 genovese: a fine mese ben 247 unità di personale non potranno essere trattenute in servizio. Tra queste si contano 102 operatori socio-sanitari, 26 assistenti sociali, 20 ostetriche, 12 fisioterapisti, 10 infermieri, ma anche una trentina di medici. La maggior parte sono stati assunti con contratti Co.Co.Co (collaborazione coordinata e continuativa), altri sono in regime di libera professione. Sul territorio genovese si aggiungono anche 5 medici non specializzati al Galliera e 4 specializzandi al San Martino, mentre l’Evangelico e il Gaslini hanno comunicato di non avere personale in scadenza al 31 marzo.

Pesante anche l’impatto sulla Asl 4 del Tigullio dove sono 87 i precari giunti ormai “agli sgoccioli”: sono soprattutto Oss (34) assunti con contratto da interinali, ma ci sono anche 25 medici in Co.Co.Co o partita Iva entrati solo in qualità di vaccinatori. Completano il quadro la Asl 2 savonese (68 unità di cui 45 medici), la Asl 5 spezzina (51 lavoratori) e la Asl 1 imperiese (11 medici). Cifre che, sebbene riferite a una situazione di emergenza prossima alla conclusione, diventano ancora più preoccupanti se messe in rapporto alla storica carenza di personale della sanità ligure.

A pesare come un macigno, soprattutto sul territorio metropolitano genovese, è la vicenda del maxi concorso per Oss da 274 posti per tutta la Liguria (ma il fabbisogno è almeno doppio) annullato dal Tar, per cui si dovrà ripetere la prova scritta ad aprile 2022. Nel frattempo, per scongiurare gravi carenze, Alisa aveva dato il via libera alle aziende per fare assunzioni a tempo determinato, ma le procedure si sono ulteriormente allungate.

“Ci fa specie che un bando per Oss pubblicato il 7 dicembre 2021 sia ancora in attesa della graduatoria per procedere alle assunzioni che attendiamo da oltre un anno – attaccano Mario Iannuzzi e Anna Maria Spiga, segretari della Fials -. Oggi Asl 3 ha esteso da 50 a 150 i posti Oss assumibili. Meglio tardi che mai. Ma questa direzione, in maniera scellerata e irresponsabile, ha preferito, dal 2020 ad oggi, le assunzioni con contratti precari piuttosto che il bando a tempo determinato che avrebbe potuto e dovuto essere emesso da oltre un anno. Così oggi siamo a zero assunzioni perché manca ancora la graduatoria (ci sono le domande di oltre mille lavoratori in attesa) e al 31 marzo scadranno i contratti di 102 Oss assunti come precari Co.Co.Co che oggi reggono reparti e servizi”.

Nell’ultima finanziaria era stata inserita una norma che permette di stabilizzare il personale precario reclutato con procedure concorsuali che abbia maturato al 30 giugno 2022 almeno 18 mesi di servizio alle dipendenze di un ente del servizio sanitario nazionale, anche non continuativi, di cui almeno 6 nel periodo tra il 31 gennaio 2020 e il 30 giugno 2022. Ma questa disposizione, secondo quanto riferito dal direttore generale della Asl 3 Luigi Carlo Bottaro nella recente intervista a Genova24, consentirebbe di assumere appena una ventina di lavoratori a Genova. Per il resto bisognerà attendere che si sblocchino i vari concorsi in previsione nel 2022 (oltre a quello, già scaduto, per l’assunzione di 700 infermieri su tutto il territorio regionale).

Cosa pensa di fare la direzione di Asl 3? Cosa pensa di fare la Regione? Occorre il rinnovo dei 250 lavoratori cococo a garanzia della funzionalità dei servizi all’utenza – concludono Iannuzzi e Spiga della Fials -. Occorre il rinnovo perché non deve essere consentito a nessuno di buttare fuori chi ha garantito i servizi fronteggiando con noi il Covid. Ci dicano il direttore generale e il governatore cosa intendono fare e soprattutto lo dicano ai cittadini”.

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