La protesta

Porto di Genova, blocco al varco Etiopia contro le navi delle armi e la “filiera della morte”

La protesta del sindacato Usb che ha dichiarato sciopero per tutta la giornata. Dalle 10.30 assemblea al Cap

Genova. Presidio e blocco questa mattina a partire dalle 6 e fino alle 10.30 al varco Etiopia del porto di Genova. La protesta è stata indetta dal sindacato Usb contro le cosiddette navi delle armi. “Blocchiamo la filiera della morte si legge in uno degli striscioni”. A ponte Etiopia una volta al mese è previsto l’arrivo di una delle navi della compagnia saudita Bahri, diventata il simbolo del traffico di armamenti che attraversa i porti italiani per raggiungere gli scenari di guerra.

Proprio stamani avrebbe dovuto attraccare la Bahri Jeddah ma il viaggio della nave ha subito un ritardo di qualche giorno. Il blocco al varo Etiopia durerà fino alle 10.30 quando al Cap di via Albertazzi i temi della guerra e del traffico di armi nei porti saranno affrontati in un’articolata assemblea.

Tra i relatori Luciano Vasapollo, professore di economia politica internazionale alla Sapienza di Roma, Michele Lancione, docente al politecnico di Torino, Chef Rubio, alias Gabriele Rubini, oltre a rappresentanti del Calp e dell’osservatorio Weaponwatch.

Alle 17 invece presidio di protesta sotto la Prefettura.

Ma la settimana genovese contro la guerra avrà un momento altrettanto significativo sabato 2 aprile a partire dalle 15 in piazza San Lorenzo e che vedrà la presenza e l’intervento dell’arcivescovo di Genova Marco Tasca, il vescovo di Savona Calogero Marino insieme ai portuali del Calp, a Pax Christi, alle Acli e all’Arci e ad altre associazioni promotrici.

Agli interventi seguirà una marcia per la pace fino al Porto antico con le bandiere della pace e la consegna all’autorità portuale di un appello -denuncia in cui le associazioni chiedono trasparenza su carichi di armamenti che transitano in porto e il divieto di transito alle navi della morte

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