Accordo

Msc entra in Moby e salva i 6.000 lavoratori di Tirrenia

L'aumento di capitale - con una quota di minoranza - permetterà di saldare Tirrenia in amministrazione straordinaria

Genova. Il gruppo Msc entra in Moby con una quota di minoranza, salvando in questo modo il gruppo dal possibile fallimento. La notizia è stata diramata questa sera dal colosso svizzero delle crociere e dello shipping con una breve nota. L’accordo è finalizzato “a un aumento di capitale in Moby Spa da parte del gruppo Msc” che servirà “a saldare Tirrenia in amministrazione straordinaria“.

Il tribunale di Milano, infatti, aveva fissato al 31 marzo, tra una settimana esatta, il termine ultime per trovare un accordo tra i vertici di Cin, Compagnia Italiana di Navigazione (di cui la famiglia Onorato – proprietaria di Moby – è azionista di maggioranza) e i commissari di Tirrenia. L’iniezione di capitale che arriverà da Msc permetterà di scongiurare il fallimento, salvando 6.000 lavoratori.

La vicenda è legata all’acquisizione nel 2012 da parte di Moby, attraverso Cin, della “good company” derivata dall’ex compagnia statale Tirrenia (la “bad company”, con circa 800 milioni di debiti, rimase allo Stato). La cifra d’acquisto era di 180 milioni che, però, Moby non ha mai versato. L’ultimo piano concordatario depositato in tribunale a Milano prevede il versamento dell’80% della cifra in 4 rate da qui al 2025.

La situazione economica della compagnia era tale che, a febbraio 2021, la famiglia Onorato aveva annunciato di aver stilato un piano per far fronte ai debiti accumulati dalla compagnia: prevedeva la vendita di cinque navi, della divisione rimorchiatori e di alcuni immobili nei comuni di Olbia e Milano.

Sarà dunque ora la famiglia Aponte (gruppo Msc) a venire in soccorso di Moby. Secondo quanto riferito da Shipping Italy la quota detenuta da Msc sarà (almeno all’inizio) del 25%.

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