Genova. Nino Ronco, figlio del patriota garibaldino Gaetano Ronco, crebbe in una famiglia che gli trasmise un forte senso patriottico e della res publica. Laureatosi in Ingegneria, fu politico ed accademico italiano. Eletto Sindaco di Sampierdarena, ricoprì tale carica dal 1901 al 1907; nel corso del suo mandato diede impulso ad un vasto programma di opere pubbliche, soprattutto nel settore dell’istruzione e dell’edilizia popolare; vennero anche avviati i lavori per la costruzione dell’ospedale Villa Scassi.
Alla morte del generale Stefano Canzio, fu nominato presidente del Consorzio autonomo del Porto (Cap); in tale veste fu padre del moderno porto di Genova. Senatore dal 1914, è stato membro della Consulta nazionale nel 1945 e confermato Senatore di diritto, in base alla III disposizione transitoria della Costituzione, nella prima legislatura repubblicana. Oltre sessant’anni dopo la sua morte, si candida ad entrare tra i grandi di Genova.
Il Consiglio comunale il prossimo 15 marzo sarà chiamato a votare una delibera per il trasferimento delle sue spoglie al Pantheon del cimitero monumentale di Staglieno.
Nino Ronco morì nel capoluogo ligure il 12 maggio del 1949 all’età di 85 anni. Da allora è tumulato in un colombario nella galleria frontale dello stesso cimitero monumentale genovese. La proposta di trasferimento della salma nel mausoleo dei cittadini eccellenti è stata accolta dalla Giunta su iniziativa del presidente del Consiglio Comunale Federico Bertorello, che a sua volta ha recepito la richiesta del suo discendente, l’avvocato Eugenio Ronco Municchi.
«Il peso della figura di Nino Ronco per Genova si misura sull’innovazione e la modernità che egli ha impresso al porto di Genova – spiega Bertorello – L’allargamento dello scalo a ponente, l’elettrificazione delle banchine, le linee commerciali di valico ferroviarie verso la Pianura Padana furono sue iniziative». Il presidente del Consiglio comunale ricorda inoltre che «Nino Ronco fu padre della nostra Costituzione e senatore di diritto della Repubblica italiana: chi più di lui meriterebbe di riposare al Pantheon, accanto, tra gli altri, al suo predecessore alla guida del Cap, il primo presidente Stefano Canzio?».
Il regolamento di polizia mortuaria del Comune di Genova prevede che sia la maggioranza del Consiglio comunale ad esprimersi a favore della tumulazione al Pantheon. «La figura di Nino Ronco non potrà che compattare la volontà politica del Consiglio – conclude il presidente Bertorello – dando giusta sepoltura ad un uomo che fu esempio illustre di lungimiranza, al servizio della Città e del Paese».
I famigliari del senatore Nino Ronco hanno chiesto all’amministrazione cittadina che sia A.Se.F., l’azienda delle onoranze e dei trasporti funebri del Comune di Genova, ad occuparsi del trasferimento della salma e della sua tumulazione in uno dei loculi a pavimento del Pantheon.
«Se Genova ha una dimensione nazionale ed internazionale – osserva l’avvocato Eugenio Ronco Municchi – oggi lo deve anche allo sviluppo ed all’ammodernamento del porto che hanno avuto luogo nelle prime decadi del ‘900. Nino Ronco ben comprese l’importanza di uno scalo ampio, moderno, collegato con il Nord Italia ed il resto del Paese, attraverso iniziative volte ad ampliare i traffici, migliorare le infrastrutture, e non ultimo, regolamentare le attività lavorative in ambito portuale, compito reso difficile dai molteplici e contrastanti interessi allora in gioco. Nel periodo della sua presidenza si registrarono forti incrementi del traffico portuale, grazie ai quali il porto di Genova conseguì il primato nel Mediterraneo. Ebbe altresì un ruolo attivo nella nascita dell’Italia repubblicana, di cui fu senatore di diritto. Sono onorato che il presidente Bertorello abbia accolto la mia richiesta, condividendo i principi su cui essa si basa».
«Quale braccio operativo del Comune di Genova – commentano l’amministratore unico Maurizio Barabino e il dirigente amministrativo e gestionale Franco Rossetti di A.Se.F. – siamo lieti di mettere a disposizione le nostre competenze per portare a termine questa prestigiosa operazione che nasce proprio nel cuore amministrativo della città. Attendiamo le disposizioni del Consiglio comunale per scendere in campo e dare al senatore Ronco sepoltura nel Pantheon di Staglieno».
Il senatore Nino Ronco ha proseguito nel contemporaneo impegno di presidente del Consorzio del Porto fino al 1922, allorché fu costretto alle dimissioni da esponenti del nuovo partito fascista.
Il 10 agosto 1922 un gruppo di squadristi, camicie nere, fece irruzione a palazzo San Giorgio – storico edificio del quale egli aveva promosso fondamentali lavori di restauro – costringendolo, unitamente ai membri dell’assemblea del Consorzio, ad abbandonare tale sede. Nel 1926 fu eletto consigliere comunale di Genova; inoltre dal 1939 al 1941 fu membro della commissione Lavori e Comunicazione del Senato; l’8 maggio 1948, quale decano dell’assemblea, presiedette la prima riunione del Senato repubblicano.
Insignito di alta onorificenza e reintegrato al Cap, gli furono dedicate una via a Sampierdarena e l’ultima banchina di ponente del porto di Genova, vero e proprio sporgente destinato al traffico marittimo.