Lettera al direttore

Lettera aperta

Genovasolidale: “Cent’anni fa l’assalto squadrista al Lavoro, ieri e oggi contro la guerra”

Fiom, sciopero contro la guerra

Riceviamo e pubblichiamo dalla rete Genovasolidale

Nel marzo del 1922, cento anni fa, gli squadristi fascisti assaltano la sede de “Il Lavoro”. La redazione del giornale è sorvegliata da 2 sole guardie impotenti. I fascisti danneggiano i locali e poi sfilano per le vie di Genova esibendo come trofeo la targa di ottone del giornale che hanno divelto. L’anno precedente, il 4 luglio 1921 alle ore 22.45, a Sestri, le squadre fasciste, dopo aver commesso atti di violenza contro operai isolati, avevano attaccato con le armi la Camera del Lavoro. Un assalto in piena regola, non certo inaspettato, infatti da tempo la sede era costantemente presidiata dai lavoratori: un centinaio di operai, sindacalisti, comunisti e anarchici riuscirono a resistere per tutta la notte, fino all’alba del giorno successivo. Eppure i fascisti erano appoggiati da carabinieri e poliziotti, ma nonostante i colpi di moschetto e di rivoltella e le numerose bombe a mano lanciate, i fascisti non erano riusciti a entrare nella sede della Camera del Lavoro finché non arrivarono in loro aiuto le guardie regie e 3 autoblindate. I difensori riuscirono a resistere per tutta la notte e, esaurita ogni possibilità di resistenza, riuscirono a lasciare l’edificio sfuggendo all’accerchiamento. I fascisti distrussero e poi appiccarono il fuoco alla sede dei lavoratori. Eppure l’anno successivo, nel 1922, quando le violenze fasciste erano ulteriormente aumentate, i dirigenti de “Il Lavoro” non prevedevano l’attacco fascista. Perché?

“Il Lavoro” era nato a Genova il 7 giugno 1903, un quotidiano per la difesa degli interessi degli operai. La fondazione del giornale era anche il frutto del grande sciopero generale del 1900, il primo sciopero di un’intera città che riuscì ad ottenere la riapertura delle soppresse Camere del Lavoro. Ma molti dei socialisti riformisti genovesi, tra i protagonisti di quella vittoria operaia, nel 1915 si schierarono per la partecipazione dell’Italia alla guerra: si schierarono con Mussolini. Quando il futuro duce, il 18 ottobre, si pronunciò per l’intervento, “Il Lavoro” gli si affiancò immediatamente, con un articolo intitolato “Parole chiare di Mussolini”. I socialisti riformisti genovesi lo invitarono anche a tenere un comizio all’Università Popolare in via Dante. I pacifisti neutralisti organizzarono una protesta. Il salone era presidiato da ingenti forze di polizia, ma alla fine del comizio i contestatori costrinsero alla fuga Mussolini, che trovò rifugio e scampo proprio nella sede de “Il Lavoro”, protetto dallo stesso Ludovico Calda, dirigente socialista. Ecco perché nel 1922 i socialisti de “Il Lavoro”, che avevano salvato Mussolini, pensavano di essere al riparo dagli attacchi fascisti.

Ritorniamo al 19 ottobre 1915: “Il Lavoro” descrive la contestazione del giorno prima a Mussolini definendo i protagonisti “porci…fanatici rivoluzionari pacifisti che continuarono ad emettere grida di abbasso la guerra”. Per il giornale sono porci panciafichisti, alterazione di pacifisti, termine denigratorio per chi si vuole riempire la pancia di fichi per evitare vilmente il pericolo ed è per questo contrario alla guerra.

Oggi partecipare ai cortei internazionalisti contro il riarmo e la guerra è anche il modo migliore per onorare gli anarchici, i socialisti, i comunisti, i lavoratori che, nonostante gli insulti e la repressione, si erano opposti al massacro della prima guerra mondiale.

Antonio Benvenuti, Compagnia unica Paride Batini
Stefano Bonazzi, Segretario Generale Fiom Cgil Genova
Mirko Bonomi, Teatro dell’Ortica
Giordano Bruschi, partigiano Giotto, circolo Sertoli
Domenico “Megu” Chionetti, Comunità di S. Benedetto al porto
Ferdinando Fasce, Università di Genova
Barbara Ghiara, Circolo U.S. San Bernardo
Mario Iannuzzi, sindacato FIALS
Stefano Kovac, ARCI Genova
Bruno Manganaro, CGIL Camera del Lavoro di Genova
Dario Rossi, Giuristi democratici Genova
Paolo Segagliari, circolo Lo Zenzero
Domenico Saguato, Genovasolidale
Francesco Surdich, Università di Genova
Getto Viarengo, storico
Marcello Zinola, giornalista

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