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“Fritti sospesi, colpa della guerra”, a Genova primi effetti della carenza di olio di semi

"I rifornimenti sono bloccati e l'olio che si trova ora costa troppo", dicono i negozianti

Generico marzo 2022

Genova. Il primo avvistamento riguarda il fish-bar “E.DAI” in piazza Matteotti, una rivendita di street food basata su acciughe, crostacei e pescetti. Fritti, soprattutto. “Niente fritti, mi spiace. Da ieri e per un po’, purtroppo, non possiamo farne più”, dicono i ragazzi dietro al bancone. Fuori dal locale la scritta: “Fritti sospesi per irreperibilità di materia prima”.

Ecco il primo tangibile effetto per la “pancia” di genovesi e turisti legato al conflitto nell’est Europa. Non è la solita solfa della torta di riso finita dei ristoratori genovesi accusati di scarso spirito di accoglienza. Questa volta il motivo è serio ed è lo stesso che, negli ultimi giorni, ha fatto prendere d’assalto alcuni scaffali dei supermercati: le materie prime in arrivo dall’est europeo scarseggiano. O, quantomeno, si teme possano scarseggiare in tempi molto rapidi. Tra queste, l’olio di semi di girasole che serve a far andare le friggitrici di E.day.

“Per la guerra in Ucraina i rifornimenti sono bloccati e l’olio che si trova ora costa troppo – racconta Alfredo all’agenzia di stampa Dire – il nostro titolare ci ha invitato a sospendere i fritti, farli ci costerebbe troppo o saremmo costretti ad alzare i prezzi a livelli non sostenibili dai nostri clienti”.

Ma i responsabili delle grandi catene di supermercati dicono che non c’è nessun allarme. “Può darsi che nei supermercati si trovi ancora qualcosa- replica Alfredo- ma per noi che ci riforniamo all’ingrosso non è così: l’olio non si trova più come prima e i prezzi sono schizzati alle stelle. Il poco che abbiamo lo teniamo per certe preparazioni, ma le fritture no, non riusciamo più a farle. E per noi è un bel problema perché se le stoppiamo è proprio perché prima ne facevamo tante e di olio ne consumavamo parecchio”.

Ma l’E.dai fish non è l’unico esercizio commerciale genovese ad avere problemi con l’olio. La Dire ha notato che sui canali Facebook dell’Antica osteria di Vico Palla, lo storico locale del Porto antico annuncia di essere costretto a rinunciare all’offerta del suo piatto simbolo: la frittura mista imperiale.

“Decisione drastica, per un po’ la frittura imperiale non sarà più in menù- spiega il titolare in un video- due i motivi: il prezzo dell’olio, con quello di arachidi fino a un mese e mezzo fa costava due euro al litro, ora pagato 3,4 euro. Secondo motivo: non ci vendono più di venti litri di olio al giorno e per noi sono pochissimi perché ogni giorno ne consumiamo 35-40, circa 1.200 litri al mese”. Niente paura, però, per gli avventori: “Frittelle di baccalà e acciughe fritte restano. Ma la frittura imperiale: kaputt, per il momento”.

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