Riforma

Difficoltà di voto degli elettori fuori sede, la Liguria si farà portavoce alla conferenza Stato-Regioni

Approvato all'unanimità, nella seduta del consiglio regionale di ieri, l'ordine del giorno a firma del consigliere Pd Armando Sanna

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Liguria. Approvato all’unanimità, nella seduta del consiglio regionale di ieri, l’ordine del giorno a firma del consigliere Pd Armando Sanna che impegna il presidente della giunta a portare al tavolo della conferenza Stato-Regioni la discussione sul voto degli elettori fuori sede.

Per milioni di cittadini che studiano e lavorano in Italia lontano dal proprio comune di residenza è praticamente impossibile recarsi alla urne. Per farlo si devono sostenere viaggi lunghi e costosi.

In Italia si stima che siano quasi tre milioni le persone alle quali viene sistematicamente preclusa la possibilità di esercitare il diritto di voto. Si tratta sopratutto di giovani tra i 18 e i 35 anni che si spostano per motivi di studio o alla ricerca del primo impiego.

“Alle ultime elezioni amministrative abbiamo assistito ad una drastica caduta dell’affluenza, ma in questo partito astensionista c’è chi non ci vorrebbe stare e parliamo proprio di quei cittadini e cittadine che vorrebbero esercitare il loro diritto di voto ma gli è troppo oneroso – sottolinea Sanna – le risorse del Pnrr che verranno gestite, attraverso progetti, in buona parte da regioni e comuni interessano principalmente i giovani e il loro futuro, per tanto reputo necessario che tutti possano partecipare con il proprio voto in sede o fuori sede alla costruzione del proprio futuro”.

“Alle urne mancano all’appello i 3 milioni di cittadini fuori sede, secondo i dati Istat – dichiara il presidente del comitato Iovotofuorisede Stefano La Barbera – ci auguriamo che le Istituzioni a tutti i livelli facciano presente al governo l’emergenza davanti a cui ci troviamo e che Parlamento e Governo vi pongano rimedio in tempi brevissimi per permettere la più ampia parte ai prossimi appuntamenti elettorali”.

“Questa riforma è ancora più necessaria – aggiunge Federico Anghelé, direttore dall’associazione The Good Lobby, promotrice della campagna per il voto a distanza ai fuori sede assieme al comitato – alla luce della recente approvazione della legge di modifica all’art. 58 della Costituzione, che consentirà ai 18enni di votare per il Senato. Un provvedimento che rischia di nascere depotenziato in partenza: molti degli under 21 che potranno finalmente esprimere la propria preferenza anche per il Senato potrebbero infatti essere studenti fuori sede e di conseguenza essere impossibilitati a tornare al proprio domicilio per votare. Anche per loro il voto a distanza è un’urgenza”.

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