Genova. “Questa giornata ha un valore incredibile, non tanto per la piazza in sé ma perché è simbolica di una lotta di 37 anni”. Così Patrizia Avagnina presidente del comitato “Difesa Salute e Ambiente Donne di Cornigliano” riassume non senza emozione la giornata di oggi con l’intitolazione del giardino lineare alla loro lotta.
Ha parlato a lungo dal piccolo palco allestito sotto la targa dedicata alla lotta delle donne per coniugare salute e lavoro in un quartiere che in termini di salute ha pagato per decenni, fino al 2005 con la chiusura degli impianti a caldo dell’ex Ilva. Una giornata in cui non sono mancate le polemiche come quando ha preso la parola Cristina Pozzi che, dopo aver fatto parte del Comitato si era staccata per dare vita all’Associazione ‘Per Cornigliano, e che adesso è anche nel cda di Società per Cornigliano. “Lei non fa parte della nostra storia e il suo intervento non era previsto” ha detto Avagnina, non a caso definita la ‘pasionaria’ delle donne del quartiere, che era pronta ad andar via ancora prima che venisse scoperta la targa e solo grazie alla mediazione dell’assessore comunale Lorenza Rosso, che partecipava in rappresentanza del sindaco Marco Bucci, è rimasta fino alla conclusione della cerimonia.
“Da una lotta di pentole e coperchi abbiamo partecipato a comitati regionali, abbiamo fatto deviare i primi soldi del piano di recupero di Cornigliano verso Urban e siamo usciti a far finanziare la ristrutturazione per esempio di Valletta San Pietro e la realizzazione del centro civico”. Un centro civico ristrutturato “dal salario sociale della fabbrica – ricorda Avagnina – quello che i padroni pagano per il disagio e la cui destinazione la decidevano gli operai. Le donne del consiglio di fabbrica destinarono la somma per ristrutturare il centro civico dove c’era il consultorio e le 150 ore”. Ora il centro civico di Cornigliano, che fu anche il ‘quartier generale’ delle donne di Cornigliano ed è di proprietà del Comune di Genova, è chiuso da qualche tempo per mancanza di personale: “Noi rivogliano il centro civico, che è per la gente e la comunità di questo quartiere”.
Rispetto alla riqualificazione attuale, Avagnina ha alcune perplessità: “Mi sta bene che abbiamo investito qualche soldo per le società che hanno tenuto insieme il tessuto giovanile in tutti questi anni e hanno un grande merito, ma a guardare l’elenco dei progetti sembra un po’ come ristrutturare dando il bianco senza prima guardare se l’impianto elettrico e il riscaldamento funzionano davvero.
Avagnina città l’esempio di “valletta San Pietro che sembra sia data in gestione a qualche società” di “Villa Bombrini dove vogliono costruire una piscina. Va bene sistemare un pò qua e là ma credo che il grosso delle risorse debba essere utilizzato per fare qualcosa di rilevante per i giovani e per tutto il quartiere. Penso per esempio a una scuola superiore pubblica. Credo che occorra fermarsi un attimo fare il punto e semmai congelare un attimo le risorse. In fondo, la riqualificazione doveva essere completata entro 5 anni dall’accordo del 2005: finora fretta non ne hanno avuta, quindi perché non fermasi una attimo e riflettere su come usarle al meglio?”.