A sinistra

Comunali Genova, Cinzia Ronzitti si ricandida col Partito Comunista dei Lavoratori

Ex commessa della Rinascente, oggi membro del coordinamento disoccupati della Cgil: "So cosa vuol dire non arrivare a fine mese, metterò al centro il lavoro"

cinzia ronzitti

Genova. Sarà di nuovo Cinzia Ronzitti, 59 anni, ex commessa della Rinascente e oggi collaboratrice del neonato coordinamento dei disoccupati della Cgil, la candidata sindaca del Partito Comunista dei Lavoratori per le elezioni comunali a Genova. “Per un’alternativa anticapitalista e antifascista“, questo il titolo del  suo programma incentrato sul lavoro, sulla dignità delle persone e sui valori scaturiti dalla Resistenza, “mentre Bucci – sottolinea – fa intitolare strade a gerarchi e concede agibilità politica a formazioni come CasaPound e Forza Nuova”.

La storia di Cinzia Ronzitti è diventata in qualche modo l’emblema della crisi occupazionale in città. Nel 2018 lei e altri 42 dipendenti sono finiti in mezzo alla strada dopo la decisione della catena di grandi magazzini di chiudere per sempre la storica sede di via XII Ottobre che in futuro sarà occupata dal colosso Primark. “Ho vissuto l’incubo sulla mia pelle, so cosa vuol dire non arrivare a fine mese – ricorda – e anche mio marito era nella stessa situazione. Bucci diceva che c’erano un paio di aziende interessate ma che non voleva fare nomi per scaramanzia, Toti prometteva che avrebbe trattato per Esselunga. Le agenzie interinali ci hanno proposto contratti da 3,50 euro all’ora, condizioni da sfruttamento. I centri per l’impiego dovrebbero tornare a funzionare come in passato. Ad oggi ci sono ancora 11 lavoratori in attesa di risposte, gli altri per la maggior parte hanno rinunciato”.

Così, dopo aver rappresentato per anni la Cgil in azienda, Cinzia Ronzitti oggi fa parte della squadra che rappresenta i disoccupati per la Camera del lavoro. “La Cgil sta iniziando a riprendere in mano la sua funzione per farla tornare quella che era. In passato le scelte non sono state le migliori, manca soprattutto la parte operaia ed è arrivato il momento di riconquistarla”. Apertissima invece la critica al Pd, “che non è assolutamente un partito di sinistra perché in Parlamento non si impone mai per far avere alle persone ciò di cui hanno bisogno. Dicono di essere attenti alle disuguaglianze, ma le loro sono parole di facciata”.

Scontata, quindi, la decisione di correre contro l’ampia coalizione giallorossa che spera di avere i numeri per sconfiggere Bucci. Meno scontata la scelta di restare fuori dall’alleanza Sinistra Insieme, formata da Partito Comunista Italiano, Rifondazione Comunista e Sinistra Anticapitalista a sostegno di Antonella Marras. “Il mio partito da sempre preferisce andare da solo in qualsiasi città – spiega Ronzitti -. Ho il massimo rispetto per i compagni e le compagne, siamo insieme in piazza per presidi e manifestazioni, tutte le lotte le facciamo insieme, ma ci sono sensibilità politiche diverse. Il rapporto con loro, comunque, è molto buono”.

Ovviamente negativo il giudizio sugli ultimi cinque anni di amministrazione: “Non è cambiato quasi nulla e dove la città è cambiata è stato per i progetti decisi negli anni addietro. Sulla tragedia del ponte Morandi Bucci non ha alcun merito, si sono mossi tutti per far rinascere la città ed era doveroso intervenire. Sul lavoro non è stato fatto nulla, il Comune non ha mai soldi per coinvolgere i disoccupati lavori socialmente utili. I giovani non riescono a inserirsi e aumentano gli ultracinquantenni che fanno la fila alla Caritas”. Manutenzioni prima delle grandi opere: “La Sopraelevata ha bisogno di ristrutturazione, ci sono diverse emergenze da affrontare prima di pensare a Terzo Valico e Gronda”. E sul nodo dei depositi chimici: “Se esplode una nave salta tutto il centro storico, meglio il progetto di Renzo Piano per spostarli in mare a 4 chilometri dalla costa, ne va della sicurezza delle persone”.

Inevitabile, infine, un riferimento alla guerra in Ucraina: “Noi non stiamo né con Putin né con la Nato né con l’Europa, siamo solo dispiaciuti per le vittime innocenti. Chi decide la guerra sta seduto in poltrona, a morire sono altri. Il segretario nazionale del Pd Enrico Letta parla di pace ma è stato uno dei principali promotori dell’invio di armi in Ucraina. Per noi si tratta di un atto gravissimo e paradossale, le fabbriche di armi vanno riconvertite”, conclude Ronzitti.

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