Genova. La notizia dei quattro caseggiati da demolire in via Vecchia per l’ampliamento della rimessa Amt di Staglieno, arrivata come un fulmine a ciel sereno, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Il malcontento dei cittadini si riverserà in piazza martedì pomeriggio davanti a Palazzo Tursi, dove diversi comitati di quartiere hanno organizzato un sit-in di protesta con uno slogan eloquente: “La Valbisagno dice no ai diktat di Bucci“.
Oltre al neonato comitato di via Vecchia coordinato da Raffaella Capponi, che finora ha raccolto 530 adesioni, hanno comunicato la propria adesione i comitati di via Banchelle, Gavette, parco e forti delle Mura, cava Montanasco, residenti sotto il viadotto Bisagno, Amiu Bonifiche di via San Felice e il comitato No SkyTram (anche se il progetto nel frattempo ha cambiato nome e contenuto, assicurandosi tutti i finanziamenti dal Governo). Presente anche il circolo Nuova ecologia di Legambiente Genova.
L’appuntamento sarà martedì 1° marzo alle 14.00 per un presidio in occasione della seduta del Consiglio comunale. “La Valbisagno in questi ultimi anni è stata evidentemente considerata terra di nessuno dall’amministrazione di Genova – si legge nel volantino diffuso dagli organizzatori -. Tantissimi i problemi con cui hanno dovuto e devono continuare a combattere i suoi abitanti, dai perenni allagamenti e frane dovuti ai mancati investimenti per interventi strutturali definitivi, al viadotto Bisagno, alla Volpara, al forno crematorio, al percorso non condiviso con i cittadini per individuare la soluzione più idonea per il progetto sky-metro-tram e per ultimo la prevista demolizione di 4 palazzi a Staglieno per consentire la costruzione di una maxi struttura di interscambio nell’attuale deposito bus. Genova non è solo il centro città, biglietto da visita per i turisti e per i Vip, ma anche e soprattutto periferie e zone decentrate. I suoi abitanti non sono cittadini di serie B e meritano rispetto“.
Sulle preoccupazioni degli abitanti di Staglieno le risposte dell’assessore alla Mobilità Matteo Campora sono arrivate martedì scorso dopo un’interrogazione delle opposizioni in sala rossa a Tursi: “I cantieri sono molto lontani, prima bisogna iniziare i lavori alle Gavette, poi tra un anno, un anno e mezzo partiremo con la rimessa di via Montaldo. Nelle prossime settimane incontreremo i privati, capiremo cosa intendono fare e decideremo insieme. È ancora possibile modificare il progetto, anche perché manca ancora quello esecutivo. I tempi ci sono, le procedure sono corrette”.
L’assessore ha ulteriormente chiarito: “Non è stata avviata nessuna procedura di esproprio e non è stato comunicato nessun valore. Gli unici che sono stati comunicati, ma sono coperte da privacy, riguardano le Gavette. Di fronte a queste operazioni viene attivato il Pris, come accaduto anche sulla metropolitana: viene dato un valore molto alto all’immobile e vengono aggiunti 45-50mila euro. Chiedo di evitare di strumentalizzare questioni che riguardano singoli cittadini”.
Alla protesta hanno aderito anche i gruppi di opposizione in Comune e Regione (M5s, Pd, Lista Crivello, Linea Condivisa e Lista Sansa): “Bucci tratta la Val Bisagno come una Genova di serie B – affermano in un comunicato congiunta -. Una Genova scientemente ignorata e, quando non ignorata, sistematicamente sfregiata con decisioni calate dall’alto che pesano e peseranno in modo drammatico sulla qualità della vita dei nostri figli. Andremo in Comune per dire al sindaco che non possiamo più accettare la sua visione salotto-centrica, grazie alla quale le servitù vanno realizzate sempre nelle delegazioni lontane dai riflettori, dove però vivono i genovesi che hanno contribuito a costruire la nostra città. I genovesi della Val Bisagno sono stanchi di subire continue vessazioni e imposizioni degli uffici comunali senza un percorso condiviso. Ma sappiamo bene qual è il motivo di questo atteggiamento dittatoriale: il sindaco non ama chi dissente. Ma noi il nostro no convinto lo porteremo a Palazzo Tursi”.