Genova. Roberto Aringhieri, genovese, aveva 26 anni ed era un tenente di vascello della Marina Militare italiana, quando – nel 1995 – morì cadendo nella stiva di una nave croata che stava ispezionando con il sospetto che fosse carica di armi o esplosivi. Il mare nel canale d’Otranto era in tempesta, gli anni erano quelli dell’embargo ai paesi del blocco ex jugoslavo, la situazione era tesa. Roberto precipitò da 10 metri sul fondo della stiva della nave, per motivi mai del tutto chiariti ma probabilmente per una caduta accidentale. Morì dopo due giorni di coma irreversibile.
Una delle ultime navi fornite in dotazione alla Marina Militare porterà per sempre il nome di Roberto Aringhieri, insignito già con la medaglia d’oro al valore. L’imbarcazione, che in questi giorni ha fatto servizio a Sanremo, in occasione degli eventi del festival, è di tipo Sar – save and rescue ed è stata progettata, appunto, per il salvataggio di persone in mare aperto. L’unità è la seconda di una nuova classe denominata “Angeli del Mare” che la Marina ha voluto dedicare ai suoi “eroi più recenti” (l’altra porta il nome di Natale De Grazia).
In ottobre il varo della nave, che avvenne a Messina, non fu seguito da una commemorazione per via delle condizioni meteo, era in atto un’alluvione nel territorio, ma quel momento di ricordo si è svolto invece oggi a Genova. Con una cerimonia a palazzo Tursi a cui hanno partecipato il sindaco Marco Bucci, il prefetto di Genova Renato Franceschelli, l’ammiraglio Sergio Liardo, direttore marittimo della Liguria e comandante del porto di Genova e altri esponenti della Marina. Era presente, commossa, anche la madre di Roberto Aringhieri, Elvira Ristaino Aringhieri.
“Mio figlio era serio, coraggioso, generoso, disponibile e aveva scelto di fare quel lavoro, di mettersi al servizio – ha raccontato – io sono oggi ancora più orgogliosa di lui, lo sento presente e so che ha vissuto tutto, ha vissuto tante cose, anche se per soli 26 anni, troppo poco”.
Dopo la cerimonia a palazzo Tursi la commemorazione è proseguita a bordo di nave Aringhieri ormeggiata al Porto Antico. La nave risponde alle caratteristiche di una nuova tipologia di navi pensate e progettate per assolvere al compito più importante che la storia e la legge affidano alla Guardia Costiera: la ricerca e il soccorso in mare, una missione, che la nuova unità potrà svolgere anche in condizioni meteomarine estreme.
Eccellenza della cantieristica italiana, si distingue per essere una delle navi del comparto SAR (Search and Rescue) più grandi al mondo, nonché la più lunga imbarcazione “autoraddrizzante” e “inaffondabile” mai costruita in Italia.