Genova. “Le forze italiane che prevediamo essere impiegate dalla Nato sono costituite da unità già schierate in zona di operazioni, circa 240 uomini attualmente schierati in Lettonia, insieme a forze navali, e a velivoli in Romania; e da altre che saranno attivate su richiesta del Comando Alleato. Per queste, siamo pronti a contribuire con circa 1400 uomini e donne dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica, e con ulteriori 2000 militari disponibili“. Così il presidente del Consiglio, Mario Draghi, durante l’informativa urgente alla Camera sulla crisi in Ucraina.
Gli incontri. Una nuova riunione del Consiglio dei ministri dovrebbe essere convocata nel primo pomeriggio, alle 14.15. Sul tavolo un nuovo decreto legge legato alle decisioni del Consiglio europeo sulla crisi in Ucraina. Nel pomeriggio di oggi Draghi parteciperà a un vertice della Nato per coordinare il rafforzamento del fianco orientale e ribadire i principi alla base della nostra posizione”.
Evacuazione. “Ai circa 2000 connazionali presenti in Ucraina – ha riferito Draghi – è stato raccomandato di seguire le indicazioni delle autorità locali e di valutare con estrema cautela gli spostamenti via terra dentro e fuori il Paese. Alla luce della chiusura dello spazio aereo e della situazione critica sul terreno, stiamo pianificando in coordinamento con le principali ambasciate dell’Unione Europea un’evacuazione in condizioni di sicurezza“.
Gli aiuti. L’Italia sta già organizzando gli stanziamenti per gli aiuti al Paese colpito. “Per quanto riguarda il piano bilaterale, stiamo definendo un pacchetto da 110 milioni di euro di aiuti finanziari all’Ucraina a scopi umanitari e di stabilizzazione macro-finanziaria“. Sottolineando come l’intero tessuto economico della regione si sia “disgregato”, ha aggiunto, nell’ambito della Difesa – ha aggiunto -, si stanno predisponendo misure di assistenza, in particolare nel settore dello sminamento e della fornitura di equipaggiamento di protezione”.
L’ambasciata a Kiev. Al momento l’ambasciata italiana a Kiev è aperta, pienamente operativa, e mantiene i rapporti con le autorità ucraine, in coordinamento con le altre ambasciate, anche a tutela degli italiani residenti. “L’Ambasciata resta in massima allerta ed è pronta a qualsiasi decisione. Abbiamo già provveduto a spostare il personale in un luogo più sicuro”, ha proseguito il premier.
Sanzioni. Intanto, in seguito all’invasione russa, nel Consiglio Europeo sono state approvato misure stringenti ma i relativi atti legislativi sono discussi in queste ore a Bruxelles. “Per questo non posso renderne conto in modo esaustivo. Saranno finalizzati e adottati in tempi rapidissimi. Martedì ritornerò sul tema”, ha sottolineato Draghi. Per quanto riguarda le sanzioni, però, il presidente del consiglio ha assicurato che “L’Italia è perfettamente in linea con gli altri Paesi dell’Unione Europea, primi tra tutti Francia e Germania. Le misure sono state coordinate insieme ai nostri partner del G7, con i quali condividiamo pienamente strategia e obiettivi”.
Caro energia. Draghi, così come il resto del Paese e come gli altri capi di stato, ammette che esiste una grande preoccupazione per quanto riguarda l’impatto del conflitto e delle sanzioni sull’economia. ” La maggiore preoccupazione riguarda il settore energetico, che è già stato colpito dai rincari di questi mesi: circa il 45% del gas che importiamo proviene infatti dalla Russia, in aumento dal 27% di dieci anni fa”.
Il ritorno del carbone. “Potrebbe essere necessaria la riapertura delle centrali a carbone, per colmare eventuali mancanze nell’immediato. Il Governo è pronto a intervenire per calmierare ulteriormente il prezzo dell’energia, ove questo fosse necessario”, ha aggiunto.
I giorni più bui. Ma il premier ribadisce la posizione del’Italia e dell’Ue sulla guerra. “Voglio esprimere ancora una volta la solidarietà del popolo e del Governo italiano alla popolazione ucraina e al Presidente Zelensky. Le immagini a cui assistiamo di cittadini inermi costretti a nascondersi nei bunker e nelle metropolitane sono terribili e ci riportano ai giorni più bui della storia europea. Il ritorno della guerra in Europa non può essere tollerato“.
Priorità, la sicurezza. “Il Governo italiano ha sempre auspicato, insieme ai suoi partner internazionali, di risolvere la crisi in modo pacifico e attraverso la diplomazia. Qualsiasi dialogo, però, deve essere sincero e soprattutto utile. Le violenze di questa settimana da parte della Russia rendono un dialogo di questo tipo nei fatti impossibile. La nostra priorità oggi deve essere rafforzare la sicurezza del nostro continente e applicare la massima pressione sulla Russia perché ritiri le truppe e ritorni al tavolo dei negoziati”, ribadisce Mario Draghi.
Le prossime mosse. “Dal punto di vista militare, la Nato si è già attivata – ha spiegato Draghi – ieri si è riunito il Consiglio Nord-Atlantico sulla base di quanto previsto dall’articolo 4 del trattato di Washington e ha approvato cinque piani di risposta graduale che, in questa prima fase puntano a consolidare la postura di deterrenza a est. Le fasi successive, vincolate ad un’evoluzione dello scenario, prevedono l’assunzione di una postura di “difesa” e, in seguito di “ristabilimento della sicurezza”.