Genova. “Siamo solo quattro, pochi, rispetto alle sfide che ci aspettano, ma guardiamo sempre avanti”. A parlare è Carlo Ranieri responsabile Aster della squadra IT della partecipata, quella che si occupa di sistemi informatici.
E’ l’anima silenziosa della rivoluzione digitale che, in piena pandemia, ha travolto un po’ tutti e che ora raccoglie i suoi frutti puntando sullo smart tech e sul lavoro da remoto. Con un CED migrato e configurato in pieno lockdown, gestito totalmente da personale interno ed altamente specializzato, 99 client sparsi sul territorio, dalla sede di Via XX Settembre alle zone distaccate, l’IT di Aster ha avuto il suo bel da fare in questi ultimi due anni.
Quando le parole chiave sono diventate smart-working e telecontrollo, il team dei Sistemi Informatici ha raccolto la sfida, gettando le basi per il futuro tutto in divenire del lavoro nell’era digitale.
“Sono stati mesi convulsi, quelli ad inizio 2020 – racconta Ranieri – abbiamo distribuito decine e decine di portatili, configurandoli nel pieno rispetto degli standard di sicurezza, per consentire a tutti di lavorare da casa, in pochi giorni e senza pressoché alcuna interruzione ai servizi, abbiamo continuato a mantenere perfettamente funzionante qualsiasi flusso operativo”.
Non tutto il male è venuto per nuocere. “Il lockdown ci ha insegnato molto, irrobustendo le nostre capacità da autentici problem solvers e aiutandoci a esplorare scenari prima di allora neppure immaginati”.
Già, perché la lezione è servita non solo nel garantire l’efficientamento del lavoro da casa, ma anche per definire, sulla scia dell’esperienza acquisita, altri importantissimi progetti che sul ‘controllo da remoto’ trovano la cifra per l’ottimizzazione di tempi e costi.
“Basti pensare all’illuminazione colorata della fontana di De Ferrari, che riusciamo a seguire da ogni dove: si tratta di un progetto pilota, che trova fertile collaborazione nel settore Impianti: basta un pc collegato ad internet e il gioco è fatto. O agli impianti di irrigazione, ultimo ma non per questo meno importante processo di digitalizzazione che sta coinvolgendo il settore Verde e il nostro team. Il tutto, potenziando al massimo, per sicurezza e performance, la nostra rete dati”, continua Carlo.
Con un occhio al progressivo turn-over, che ha contribuito a svecchiare di molto l’approccio al digitale e alla sostenibilità: “L’input è dematerializzare”, conclude il responsabile del settore “In questi giorni stiamo smaltendo l’archivio cartaceo aziendale, rendendolo totalmente digitale, ma presto coinvolgeremo anche altri settori nei quali la carta è ancora un vincolo da superare, con l’adozione di un nuovo workflow di protocollazione: l’idea è quella di condurre l’azienda il più possibile ad un approccio quasi del tutto paper-free”.